Archivio categoria ‘Monumenti e Luoghi’

Colico – Chiesa di San Bernardino (Villatico)

domenica, Marzo 31, 2013 @ 09:03 PM
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san bernardinoIl nome Villaricho appare per la prima volta in un atto di vendita del 1154.
Alcuni documenti testimoniano, nel 1239, l’esistenza in territorio di Colico, di un mulino idraulico che ragionevolmente possiamo collocare in Villatico, lungo il tragitto della roggia molinara.
Alla fine del XIII secolo di sicuro c’era a Villatico un piccolo tempio, perché le testimonianze affermano che a quell’antica comunità era assicurato un servizio religioso.
Solo verso la fine del XV secolo la chiesa fu dedicata a San Bernardino, un predicatore senese che attraversò a piedi l’Italia predicando la riforma religiosa, la giustizia sociale e operando a favore della pace tra le città allora in conflitto.
Si recò anche in Valtellina e per questo toccò il suolo di Villatico.
L’ultimo ampliamento significativo venne completato nel 1896, data ancora leggibile nell’arco a tutto sesto che separa il presbiterio dal corpo della navata.
L’edificio, lungo i secoli costituì il centro della vita religiosa e sociale della locale comunità contadina. La sua antichità appare dall’impianto architettonico basilicale.
L’aula a tre navate è suddivisa da semplici colonne in muratura ordinaria con cinque campate ad arcate a tutto sesto, con volte a botte per quella centrale e a crociera per quelle laterali.
L’altare maggiore è caratterizzato da sinuose linee settecentesche in marmo nero di Varenna intarsiato da altri marmi policromi.
Le pareti del presbiterio, dell’abside e dei due archi trionfali che presentano un apparato decorativo di autore ignoto, si rifanno allo stile barocco e sono tutti realizzati con la tecnica dell’affresco a trompe d’oeil.
Sulle pareti sono raffgurati l’episodio biblico del Sogno della scala di Giacobbe e la sua Lotta con l’Angelo; sulla volta a botte San Bernardino nella gloria del Paradiso tra molteplici elementi decorativi.
Sulle pareti del catino absidale S. Bernardino è affiancato probabilmente da S. Elena e S. Margherita.
I due altari delle navate laterali e le relative statue, probabilmente appartenenti all’edificio originario, sono dedicati a S. Giuseppe (a destra) a alla Beata Vergine del Rosario (a sinistra).
L’arco trionfale realizzato dopo l ’allungamento verso ovest della navata centrale mostra un affresco raffigurante Cristo in gloria, attribuito al Tagliaferri.
L’organo, quasi sicuramente appartenente alla primitiva chiesa, dopo l’ampliamento di !ne ottocento è stato rimaneggiato dalla fabbrica d’organi Marelli e collocato sopra l’ingresso principale.
In una nicchia della navata laterale di sinistra è collocato il fonte battesimale dove ricevette il battesimo suor Maria Laura Mainetti per la quale è in corso la causa di beatificazione.
Sul lato sud della piazza fino alla fine del XIX secolo, sorgeva il cimitero di Villatico.
Oggi una lapide apposta sulla parete della chiesa così recita: “Rispetta o Colico questa piazza un tempo sepolcro dei padri tuoi”.

Testo elaborato sulla base dell’opuscolo informativo disponibile presso la chiesa di San Bernardino

Colico – Chiesa di San Miro

domenica, Marzo 31, 2013 @ 09:03 PM
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San MiroSan Miro nacque a Canzo nel 1345. Il Santo, dopo aver donato tutti i suoi averi ai poveri, condusse una vita solitaria, prima presso il suo paese, poi sui colli di Roma dove giunse dopo un lungo pellegrinaggio e infine a Sorico dove morì nel 1381.
La chiesa di San Miro è di origine romanica e risale presumibilmente al XII secolo.
È menzionata per la prima volta in un documento del 1286 conservato presso la collegiata di Chiavenna.
Originariamente era dedicata a S. Michele e dell’antico edi!cio rimangono nella navata destra alcuni affreschi trecenteschi e una monofora.
La chiesa nel XV secolo venne dedicata a San Miro il cui corpo fu trovato il 10 settembre 1452 all’interno nella cappella intitolata a Sant’Antonio.
Infatti, Miro alla sua morte, avvenuta nel 1381, fu sepolto nella chiesa e la sua tomba divenne subito meta di pellegrinaggi dei fedeli delle due sponde del lago per la richiesta di pioggia contro la siccità o per fermare eventi calamitosi causati dall’acqua.
Dal 1452 iniziò un lungo periodo di ampliamenti e arricchimenti artistici della chiesa, poi riconsacrata nel 1456.
Risalgono al rinnovamento quattrocentesco due affreschi ra&guranti la Madonna col Bambino e quelli della Madonna del Latte e della Madonna in Trono, una Crocifissione e un San Sebastiano visibile sul primo pilastro di sinistra.
Nel 1526, il pittore Sigismondo De Magistris inaugurò un nuovo ciclo decorativo che interessò l’area compresa fra i due pilastri che separano la navata centrale da quella di destra.
Il ciclo comprende la figura di Sant’Antonio, le sue tentazioni nella lunetta superiore, l’incontro con Paolo eremita, la morte di S. Paolo eremita, Sant’Antonio che guarisce un’indemoniata e i miracoli presso la tomba di Sant’Antonio.
Nel 1987 iniziò un’importante fase di studio e restauro che in pochi anni portò alla luce diversi affreschi nascosti sotto secolari strati di calce nella navata sinistra di origine tardo medioevale.
Nel 1990 abbattendo un muro di perimetrale si ritrovò l’antico arco d’accesso alla cappella dalla tomba del santo, demolita nel XVII secolo.
Alla figura di S. Miro sono legate diverse leggende.
Si diceva, fra l’altro, che Miro fosse giunto fino a Sorico stendendo il suo mantello sulle acque del lago e camminandoci sopra.

Testo di Roberto Pozzi e Giovanna Zugnoni

Colico – Abbazia di Piona

martedì, Marzo 26, 2013 @ 06:03 PM
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Abbazia di Piona
L’Abbazia di Piona, storicamente collegata a quella di Vallate, i cui suggestivi ruderi sono visitabili a pochi chilometri dal paese, in direzione di Morbegno, rappresenta uno dei complessi conventuali più suggestivi del luogo, sia per il fascino dell’ambiente naturale, sia per la presenza di testimonianze artistiche molto rilevanti. La chiesa, sorta nella metà del XI secolo, ma soggetta ad ampliamento già nel secolo successivo, presenta una facciata a capanna, con una grande finestra centrale a tutto sesto.

L’interno è costituito da un’unica navata. All’ingresso troviamo due leoni in marmo reggenti acquasantiere, ma che in origine dovevano sostenere una colonna o un pulpito. Di notevole interesse artistico il ciclo pittorico, risalente al XIII secolo, presente dell’abside: nel centro del catino troviamo la grande figura di Cristo che sostiene un libro aperto attorniato dai quattro simboli degli evangelisti, mentre nell’area sottostante sono rappresentati i dodici apostoli; nella volta, attorno alla figura del Cristo benedicente fra angeli, troviamo ancora raffigurati i dodici apostoli, divisi in gruppi di sei, in gesto di acclamazione.

Dietro l’edificio della chiesa si erge il rudere di un’abside di origine altomedievale, la cui destinazione originaria è incerta. Il campanile esterno, sul fianco nord, risale invece al XVIII secolo. A destra della facciata si accede, attraverso un portale ad arco acuto, al chiostro, risalente al XIII secolo, di particolare fascino: lungo il perimetro del cortile corrono quarantuno colonne e quattro pilastri di marmo, i cui capitelli, finemente decorati con motivi di foglie, fiori ed animali, sostengono un piano superiore con ghiere in cotto e in fasce in marmo bianco, rosso e nero interrotte da eleganti bifore.

All’ingresso del chiostro si trova un affresco, risalente al XV-XVI secolo, raffigurante l’apparizione di Cristo alla Madonna, mentre sopra all’ingresso del portico che porta alla chiesa è raffigurato un busto di Cristo. Sotto il portico, a ridosso della chiesa, in uno stile semplice e dal tono popolare, si trova un calendario affrescato, elemento decorativo singolare di cui esistono pochi esempi in tutta Europa. Si tratta di una lunga fascia divisa in due registri: in quello superiore sono rappresentati i singoli mesi attraverso le occupazioni agricole caratteristiche, settembre, ad esempio, è caratterizzato dalla preparazioni delle botti, luglio dalla battitura del grano; in quello inferiore è rappresentata una serie di undici santi raffigurati nel momento del martirio. L’affresco risale ad un’epoca precedente la costruzione del chiostro ed era situato in origine all’esterno della chiesa.

Vai al sito dell’Abbazia di Piona

Colico – Tempietto di San Fedelino

martedì, Marzo 26, 2013 @ 06:03 PM
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San FedelinoIl tempietto di San Fedelino sorge sul posto dove, secondo la tradizione, fu martirizzato il santo durante l’impero di Massiminiano.
La località venne individuata da una pia donna in seguito ad una rivelazione divina; una volta dissepolte, le reliquie del martire furono portate a Como e il punto in cui vennero trovate fu consacrato con l’erezione di un tempietto.
La piccola struttura che presenta molti degli elementi fondamentali del romanico lombardo, è un vero e proprio gioiello in miniatura, una fra le più antiche testimonianze in Lombardia.

Fu edificato da maestranze comacine ed è rimasto fondamentalmente inalterato nei suoi corpi architettonici grazie all´isolamento della radura su cui è stato eretto.
La struttura è a pianta quasi quadrata (circa 3,5 metri per lato), con abside semicircolare orientata verso est, in direzione del sole nascente come voleva la simbologia medievale e avere il nord a sinistra verso dove si proclamava il vangelo.

La facciata rimane quindi addossata alla montagna e l’entrata si trova sulla parete laterale.
Le mura all’esterno, che sfiorano il mezzo metro di spessore, si presentano in buono stato di conservazione e i materiali costruttivi sono costituiti da pietre, ciottoli di fiume e piode per la copertura.
L’esterno dell´abside è ingentilito da tre coppie di archetti pensili, tipici delle chiesette romaniche. Il tetto a capanna è coronato da un frontone.
Nell´interno, l´abside è semicircolare e riceve la luce da una finestrella centrale, monofora a doppia strombatura.

Purtroppo si sono persi quasi tutti gli affreschi: oggi ci rimangono solo alcuni frammenti e lacerti.
Al centro dell’abside è solo parzialmente leggibile un Cristo Pantocratore di stile bizantino, con un libro nella mano sinistra che riporta la scritta “Ego sum via veritas et vita” ed è affancato da due angeli a braccia tese che reggono due drappi rossi.
Sotto, ai due lati della finestra, si intravede la rappresentazione dei dodici apostoli.
Questi affreschi sono databili fra l’XI e il XII secolo.
La volta pare essere la più antica realizzazione a crociera sul territorio comasco.

Il tempio di San Fedelino, nella sua lunga storia, ha avuto i suoi momenti di decadenza, durante i quali fu adibito per i più svariati usi: da fortino spagnolo, a stalla, o ancora a deposito degli attrezzi per gli operai che qui estraevano un granito che ancora oggi è noto come S. Fedelino.
La struttura ha quindi richiesto due restauri, il primo nel 1901, il secondo nel 1992.

Testo di Roberto Pozzi e Giovanna Zugnoni
Per informazioni: Ufficio Turistico Chiavenna Tel. +39 0343 37485 – consorzioturistico@valchiavenna.com

Colico – Pian di Spagna

martedì, Marzo 26, 2013 @ 06:03 PM
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pian di spagnaSituato nel punto d’incontro della Valtellina e della Valchiavenna con il Lago di Como, il Pian di Spagna è una pianura alluvionale formata dai detriti portati nel corso dei secoli dai fumi Adda e Mera.
Si trova sul corridoio di migrazione dello Spluga, uno dei punti di attraversamento più breve dell’arco alpino, ed è una zona umida di interesse internazionale sia per dimensioni che per le caratteristiche del suo habitat naturale.
Abitato fin da epoca romana, dove sorgeva l’antica Olonio, l’area deve il suo nome alla massiccia presenza dei soldati spagnoli che nei secoli XVI-XVIII presidiavano la zona, posta sul confine tra il Ducato di Milano e i Grigioni.

L’intervento dell’uomo ha modificato nel tempo il paesaggio rettificando il corso dell’Adda, bonificando gran parte delle paludi, e insediandosi con le sue attività agricole.
Nonostante ciò l’ambiente ha ancora conservato, soprattutto nella zona nord a ridosso del lago di Mezzòla, il suo aspetto primitivo, con ampie zone umide ricoperte di canneti e cariceti che danno protezione a numerose specie di uccelli, rettili, anfibi e mammiferi.
Per preservare questo ambiente, crocevia di importanti rotte di migrazione e punto di svernamento per diverse specie di uccelli legati all’ambiente acquatico, nel 1985 è stata istituita la Riserva Naturale Pian di Spagna e Lago di Mezzòla su un’area di circa 1600 ettari comprendente territori dei comuni di Sorico, Gera Lario, Dubino, Verceia e Novate Mezzòla.

L’attività agricola è predominante, con ampie superfici di prati da sfalcio e campi di mais, ma negli ultimi anni il Pian di Spagna ha visto il costante sviluppo di un turismo legato alla natura: passeggiate a piedi, in bicicletta, a cavallo, attività di birdwatching, uscite in canoa sono attività praticate da un numero sempre maggiore di appassionati.
Di fronte all’espansione delle aree antropizzate, le zone umide sono andate progressivamente scomparendo in tutto il continente europeo, tanto che, a sud delle Alpi, le uniche superstiti di una certa rilevanza, sono: le Bolle di Magadino nel Canton Ticino, le Torbiere del Lago di Iseo, i Laghi della Brianza e appunto il Pian di Spagna.

Mandello: Alla ricerca di tracce medioevali nel borgo antico

sabato, Marzo 16, 2013 @ 07:03 PM
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Piantina Centro Storico di Mandello

Piantina Centro Storico di Mandello

Già dai tempi preromani e romani il nostro territorio è stato sicuramente abitato; sono stati infatti trovati nel sottosuolo (soprattutto nel sito sulla destra della foce del Meria dove oggi sorge il Vellutificio Redaelli) resti di tombe preistoriche e gallo-romane risalenti al periodo dell’impero romano; di tali oggetti archeologici (coppe in terracotta, monete, ecc.), portati alla luce da F. Keller fra it 1840 e it 1845, non esiste però piu traccia nel nostro territorio: pare siano stati donati al Museo Nazionale di Zurigo.
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Download Libro “Tra Lago e Montagna”

giovedì, Gennaio 24, 2013 @ 07:01 PM
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Tra Lago e Montagna

La Pro Loco di Abbadia Lariana, con l’autorizzazione del parroco di Abbadia Lariana, è lieta di pubblicare la versione elettronica dell’opera “TRA LAGO E MONTAGNA – La comunità di Abbadia nell’età moderna”, una ricerca storica  del nostro territorio edita nel 1995 a cura della parrocchia.

Alcuni degli argomenti trattati:
– La formazione storica del territorio
– Le risorse agricole: ina realtà precaria
– Il paesaggio sociale
– Istituzioni pubbliche e societa’
– Il complesso conventuale
– L’antica e la nuova chchiesa parrocchiale

Si ringrazia Don Vittorio che ha reso possibile la pubblicazione online dell’opera.

Scarica il libro TRA LAGO E MONTAGNA (PDF) – 18 Mb

Varenna: Fiumelatte

mercoledì, Gennaio 2, 2013 @ 07:01 PM
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FiumelatteII Fiumelatte va annoverato tra i più brevi corsi d’acqua d’Italia con i soli 250 m. circa di sviluppo, dal punto d’origine al suo tuffo nel lago.
Precipita a valle con una pendenza media di 36° e per questa ragione le sue fragorose acque sono così spumeggianti, tra i ciclopici massi disseminati lungo il suo letto, da conferirgli un incredibile color bianco-latte, fenomeno da cui trae nome.
E’ un torrente temporaneo, con una stagionalità nella emissione delle acque: compare rapidamente verso fine marzo per poi scomparire quasi d’incanto ad ottobre. Periodi di attività o di secca “anomali” non sono però infrequenti e vanno ricondotti alla siccità o alla piovosità della stagione.
Questa sua particolare singolarità ha condotto gli studiosi ad ipotizzare che il Fiumelatt, che scaturisce da una sorgente carsica naturale, rappresenti un “troppo pieno” di un imponente bacino situato nelle viscere del retrostante circo glaciale di Moncodeno (Grigna Settentrionale).
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Abbadia: La chiesa di San Bartolomeo

sabato, Dicembre 29, 2012 @ 06:12 PM
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La chiesa La chiesa di San Bartolomeodi San Bartolomeo sorge in località Castello, una piccola frazione che sta tra S. Rocco e Novegolo, sotto Robbianico. Il  nome originale è però Castel dell’Abate (Castrum Abbis) o Castellabate. Il luogo è antichissimo e tracce molto importanti della presenza romana sono note e ben documentate.

Intorno all’anno 800 nacque, vicino al lago, l’Abbazia Benedettina di S. Pietro voluta, secondo la tradizione, da Desiderio re dei Longobardi; l’Abate dei benedettini aveva una sua dimora che era situata appunto sul colle di Castello all’interno della cinta muraria e all’esterno aveva fatto costruire  una chiesa intitolandola a S. Bartolomeo. La chiesa è dunque, oltre al monastero, la più antica costruzione religiosa del paese.

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Villatico: La chiesa di San Rocco

domenica, Settembre 30, 2012 @ 03:09 PM
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La Chiesa di San Rocco a VIllaticoL’oratorio di San Rocco sopra Villatico è una delle circa 30 chiese dedicate al santo, erette sul territorio lariano dall’epoca medioevale fino al 1600, a riprova della diffusione del culto a questo taumaturgo in epoche di frequenti e gravi epidemie che decimavano le popolazioni e i loro animali.

La piccola chiesa sorge sulle pendici del Monte Legnone, ad una all’altezza di circa cinquecento metri, in una zona leggermente pianeggiante e boscosa quasi a metà strada tra i due torrenti che attraversano il territorio di Colico e che sfociano nel Lario: il Perlino e l’Inganna.
La località sembra che non sia mai stata abitata in forma permanente ma è attraversata da una antica importante via di comunicazione (ora denominata sentiero del viandante) che collegava tra loro i paesi della sponda orientale del Lario prima della costruzione da parte degli austriaci della strada militare della riviera nella prima metà dell’ottocento.

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