Chiesa di Corenno Plinio: Affresco “Il vescovo e i cinque apostoli”

sabato, Gennaio 28, 2012 @ 06:01 PM

Chiesa di Corenno Plinio: particolare affresco "il Vescovo e i 5 apostoli"Varcata l’entrata della chiesa, sulla parete di destra, il visitatore odierno, come il devoto medioevale, si ritrova la figura di un santo vescovo. L’affresco è trecentesco, uno dei più antichi della chiesa. Si tratta di una pittura ancora arcaica con reminiscenze romaniche e forse anche bizantine. Il santo con il capo coronato da aureola, indossa i tipici paramenti vescovili delle celebrazioni liturgiche: la mitra in testa, la mano destra guantata benedicente mentre con la sinistra sorregge pastorale, segno del potere sul suo gregge. Da notare l’elegante ricciolo gemmato e il drappo bianco e rosso che adornano il baculo. La figura del vescovo è rinchiusa da entrambi i lati da un cornice composta da una semplice banda bicroma a spina di pesce.
La fisionomia del personaggio ricorda quella di sant’Ambrogio, arcivescovo della chiesa milanese, ma siccome l’immagine è priva del segno identificativo di questo santo, cioè lo staffile con cui combatte i nemici della chiesa, si potrebbe ipotizzare che si tratti di san Tommaso di Canterbury a cui è dedicata la chiesa. Occorre ricordare che quando venne dipinto l’affresco, il vescovo non era solo capo religioso della comunità cristiana, ma rappresentava anche la suprema autorità politica. Infatti il territorio di Corenno era stato infeudato alla famiglia Andreani nel 1271 da Ottone Visconti vescovo di Milano. Nel proemio degli Statuti Comunali di Dervio e Corenno nella loro ultima edizione del 1389 si afferma che questi territori “appartengono alla giurisdizione della Santa Chiesa Arcivescovile di Milano”.
Accanto al vescovo in un’altra cornice si presenta al fedele la teoria degli apostoli tra cui è riconoscibile solo san Bartolomeo che impugna un coltello, lo strumento del suo martirio. Infatti, secondo la tradizione, morì scorticato. Nell’affresco del Giudizio universale, Michelangelo lo presenta invece con la pelle pendente dal braccio come fosse un impermeabile. Manca più della metà dell’affresco sulla sinistra, rispetto all’osservatore. La perdita è dovuta allo sfondamento della parete meridionale, quasi nella parte centrale, effettuato in epoca barocca per ricavare una cappella dedicata alla Madonna.
Chiesa di Corenno Plinio: affresco "il Vescovo e i 5 apostoli"I cinque apostoli sono raffigurati in una perfetta frontalità, pochi particolari li differenziano gli uni dagli altri e tutti reggono un cartiglio su cui probabilmente era scritto il loro nome. La figure sono inserite entro una cornice dai lati differenti. Quella superiore contiene entro bande orizzontali una sequenza alternativa di scudi araldici e di rettangoli entro cui scorre una fascia multicolore a strette ondulazioni. Gli scudi araldici potrebbero appartenere ai componenti della famiglia feudataria degli Andreani. Il coronamento inferiore è determinato da un fregio a gonfi e grandi fogliami e girali fitoformi, di disegno piuttosto elegante. Lo stesso elemento ornamentale si riscontra anche come delimitazione inferiore, sia pure in tracce, ma ancora leggibili, nell’affresco dell’Adorazione dei Magi. Probabilmente i due riquadri affrescati sono da considerarsi coevi.

Significato teologico
Attraverso questo affresco la Chiesa ha voluto ribadire al fedele che è fondata sugli apostoli come afferma nel credo niceno. Il loro culto si diffuse rapidamente anche se di loro sono scarse le notizie storiche. Certamente l’apostolo più importante è san Pietro a cui era dedicata la pieve di appartenenza della parrocchia di Corenno. Tra gli apostoli c’erano alcuni protettori tra cui il più importante era appunto Pietro, il pescatore e san Bartolomeo protettore dei macellai.

Giudizio estetico
L’affresco è stato rimaneggiato, completato e ricostruito. L’opera non pare di grande pregio: le figure sono appiattite, i dettagli anatomici sproporzionati; basti osservare la forma e la dislocazione dei piedi o le orecchie a sventola. Tuttavia l’insieme non è privo di una certa vivacità sottolineata dai fregi nelle cornici, mentre la concezione generale si può collegare a una tradizione figurativa ancora di reminiscenze romaniche. Si deve tuttavia sottolineare lo sviluppo verticalizzante delle figure e lo svuotamento di ogni dettaglio emotivamente partecipativo, tipico di questo periodo di transizione dal romanico al gotico. Da notare l’uso delle aureole a rilievo, l’utilizzazione ormai stabilita di stemmi lungo le cornici degli affreschi e il tipo di fregi che incorniciano i riquadri.

Roberto Pozzi

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