Archivio categoria ‘Monumenti e Luoghi’
VARENNA- MONUMENTI
Il Castello di Vezio
Al centro del Lago di Como, sul promontorio che sovrasta Varenna, si erge, da più di mille anni, il Castello di Vezio, dove, in un contesto di ineguagliabile bellezza naturale, si fondono, in perfetta armonia tra di loro, la storia, l’arte, la natura e la cultura del territorio. In questo antichissimo avamposto militare potrete visitare i giardini, i sotterranei, la cinta muraria, girare fra le opere d’arte, salire sulla torre che contiene un’esposizione permanente sul Lariosauro e dalla quale potrete ammirare un meraviglioso panorama a 360 gradi del Lago.
Villa Monastero
Villa Monastero, un tempo convento di monache cistercensi, ora di proprietà della Provincia di Lecco, è una delle principali attrattive della sponda orientale del lago di Como, per la sua posizione strategica, proprio a ridosso del lago. Il nucleo centrale è rappresentato dal complesso architettonico cinquecentesco , interamente accessibile al pubblico con il suo percorso espositivo che si sviluppa in 14 sale. Nel 2004 ha ottenuto il riconoscimento museale di Regione Lombardia come Casa museo.
La Villa è circondata da un importante Giardino che si estende per quasi 2 chilometri lungo il lago da Varenna fino a Fiumelatte dove il visitatore potrà incontrare numerose e rare specie locali ed esotiche.
Il complesso è anche sede di Centro Convegni conosciuto a livello internazionale, di particolare rilievo per le lezioni di fisica tenute nel 1954 dal Premio Nobel Enrico Fermi; ogni anno la Società Italiana di Fisica organizza a Villa Monastero i propri corsi.
Villa Cipressi
Magnifico complesso di edifici e giardini, realizzati e costruiti tra il 1400 e il 1800, la Villa rappresenta oggi un perfetto ed armonioso connubio tra l’antico e la funzionalità moderna, reso possibile da un accurato restauro ad opera del Gruppo R Collection Hotels che ha visto mantenute le linee architettoniche preesistenti.
In principio facente parte del patrimonio della famiglia Serponti, la struttura passò successivamente nelle mani di diversi prestigiosi personaggi, come il Barone Isimbardi, che all’inizio dell’Ottocento vi impiantò un laboratorio della Zecca di Milano, di cui era Direttore; la famiglia Andreossi, Sir Sulton, gli inglesi Astley ed, infine, la famiglia Accame.
Nel 1980 venne acquistata dai Varennesi, tramite una pubblica e volontaria sottoscrizione, per essere destinata ad uso pubblico.
Sito ufficiale: https://www.rcollectionhotels.it/hotel-villa-cipressi/villa-con-giardino-botanico-varenna
CHIESE E MUSEI
La chiesa di San Giorgio
La chiesa di San Giorgio è la chiesa principale di Varenna e sorge nel centro del paese. La chiesa ha origini medioevali, probabilmente realizzata tra 1250 e il 1300 e consacrata nell’anno 1313, la chiesa parrocchiale si sviluppa su tre navate, separate da pilastri cilindrici e archi acuti.
Di particolare interesse la facciata, che si erge sull’omonima piazza, dove si possono osservare i diversi stili architettonici susseguiti nel corso del tempo e dove troviamo un pregevole affresco del XVI secolo raffigurante San Cristoforo. L’imponente torre campanaria risale all’anno 1653, il campanile costruito su quello originario di epoca romanica fu restaurato nel 1978.
Nella navata centrale, sopra l’altare maggiore in marmo del XVIII secolo, troviamo un affresco dal Trittico di San Giorgio e il grande crocefisso ligneo risalente al XVI. Ai lati dell’altare si trovano due affreschi del XIV secolo raffiguranti la regina Teodolinda e papa Gregorio Magno.
Di rara fattura la Deposizione dalla Croce del XV secolo, scolpita su pietra colorata, posta sopra la sacrestia. Nella navata sinistra possiamo osservare due pale d’altare, in quella più grande è raffigurata la Madonna col Bambino, intorno troviamo quindici tavole di legno raffiguranti alcuni Santi, purtroppo quelle raffiguranti Sant’Antonio e Santa Lucia sono state trafugate nel 1975.
Pregevole il confessionale barocco del XVII secolo, opera del maestro ebanista Giovanni Albiolo nativo di Bellagio
La chiesa di San Giovanni Battista
San Giovanni Battista è una delle più antiche Chiese del Lario ed è la Chiesa madre di Varenna. Risalente all’ XI secolo, conserva al suo interno successivi affreschi del XVI secolo che decorano l’abside e l’arcata trionfale; sul muro rivolto verso meridione, procedendo da ovest verso est, si notano le tracce di tre
raffigurazioni di Santi: Cristoforo con il piccolo Gesù, Giorgio a cavallo, Giovanni Battista. Sul muro settentrionale si dispiega una grande Epifania.
Conservato qui anche un trittico da pala d’altare in cui vengono raffigurati al centro la Madonna con il Bambino, alla destra S. Giorgio e sulla sinistra San Martino Vescovo. Il campanile romanico è, infine, costruito verso lago, come era consuetudine anticamente, mentre le campane sono quelle del 1730 donate dai nobili Serponti.
(© Testo tratto da “Documentazione storica sulle Chiese di Varenna”, Edizione Antica Pieve di San Giorgio, Lauro Consonni)
Museo Ornitologico Luigi Scanagatta
Il Museo Civico di Ornitologia e di scienze naturali “Luigi Scanagatta” ha importanza culturale e storica, grazie ai numerosi esemplari raccolti negli anni e dalla sua storia. Fu fondato nel 1962 dal maestro Luigi Scanagatta, famoso ornitologo, botanico e malacologo. In breve la collezione assunse un’enorme importanza, oltre che per le sue dimensioni, per alcuni esemplari rari e difficili da rinvenire in quest’area e qui conservati.
La biblioteca, inoltre, contiene più di 1500 volumi, dei quali alcuni antichi, suddivisi in diverse sezioni: ornitologia, zoologia, malacologia, botanica e micologia. Grazie alla sua ricca collezione di volatili, il museo aiuta a comprendere molto bene l’importanza degli ambienti che si osservano nei dintorni di Varenna ed in generale nelle province di Lecco e Como.
Fiumelatte
II Fiumelatte va annoverato tra i più brevi corsi d’acqua d’Italia con i soli 250 m. circa di sviluppo, dal punto d’origine al suo tuffo nel lago.
Precipita a valle con una pendenza media di 36° e per questa ragione le sue fragorose acque sono così spumeggianti, tra i ciclopici massi disseminati lungo il suo letto, da conferirgli un incredibile color bianco-latte, fenomeno da cui trae nome.
E’ un torrente temporaneo, con una stagionalità nella emissione delle acque: compare rapidamente verso fine marzo per poi scomparire quasi d’incanto ad ottobre. Periodi di attività o di secca “anomali” non sono però infrequenti e vanno ricondotti alla siccità o alla piovosità della stagione.
Questa sua particolare singolarità ha condotto gli studiosi ad ipotizzare che il Fiumelatte, che scaturisce da una sorgente carsica naturale, rappresenti un “troppo pieno” di un imponente bacino situato nelle viscere del retrostante circo glaciale di Moncodeno (Grigna Settentrionale).
Immagini della devozione Mariana in Abbadia nei secoli scorsi
La Pro Loco di Abbadia Lariana continua nell’opera di digitalizzazione delle pubblicazioni riguardanti il proprio territorio.
Questa è la volta di una pubblicazione molto interessante volta alla ricostruzione storica del lungo cammino di devozione alla Madonna che gli Abbadiesi hanno avuto attraverso i secoli.
Questa opera, edita dall’associazione LA BADIA, è frutto delle ricerche della signora Camilla Candiani che si ringrazia per aver messo a disposizione il materiale pubblicato.
Crebbio – In un dipinto la fotografia del nostro territorio nel XVII secolo
Nella chiesa di Sant’Antonio di Crebbio è conservato un dipinto, olio su tela, 150 per 130 cm, databile alla metà del secolo XVII. Non è un’opera di grande valore artistico, tuttavia ha più volte attirato l’attenzione di alcuni studiosi di storia locale.
Infatti vi è raffigurato il territorio nel quale si trova questa parrocchia.
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Camminando con le Pro Loco ed. 2017
Le Pro Loco della Sponda Orientale del Lario sono liete di presentare il programma delle camminate per l’anno 2017
17 Pro Loco insieme per promuovere un nuovo modello di scoperta del territorio.
Tre proposte unite dall’approccio “slow” e dal desiderio di coinvolgere ed appassionare attraverso esperienze ricche e autentiche.
Sei in Brianza va alla ricerca di storici sentieri, attraverso dolci paesaggi collinari, punteggiati da borghi, ville e campanili; segue l’Adda e si allunga fino alle brughiere del monzese.
Valsassina a Piedi risale verso i pascoli e le baite, al cospetto delle sagome inconfondibili delle Prealpi lecchesi, sulle tracce di tradizioni secolari.
Sulle Orme del Viandante muove lungo il celebre Sentiero del Viandante che costeggia il Lago di Como orientale regalando panorami affascinanti, testimonianze storiche e della fede, singolarità geologiche, paesaggi rurali e silvestri in un ambiente unico di fama mondiale.
I 13 sentieri sono di facile percorribilità, adatti per tutta la famiglia.
La lunghezza dei percorsi va dai 5 ai 15 km. La durata delle escursioni è di una giornata intera, con pranzo al sacco o convenzionato.
Lungo i percorsi sono previste degustazioni e visite ai produttori del territorio.
Per info e prenotazioni, fare riferimento ai siti internet
www.seiinbrianza.it
www.prolocoballabio.it
prolocolario.it
Sulle Orme del Viandante 2016
Abbadia – Mandello
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Le Pro Loco di Abbadia Lariana e Mandello del Lario organizzano la tappa
Abbadia – Mandello
Domenica 2 Ottobre 2016
La data è confermata!
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Quota di partecipazione: € 10,00
(gratuito per i minori fino a 14 anni)
La quota comprende il pranzo, la merenda e il treno da Olcio ad Abbadia Lariana.
PRENOTAZIONI ENTRO: VENERDI 30 SETTEMBRE
Per INFO e prenotazioni:
email: mandello@prolocolario.it
PROLOCO MANDELLO: 0341 732.912 – 335.54.70.555 (ore pasti)
PROLOCO ABBADIA: 333.20.14.538
• Posti limitati- E’ consigliata la prenotazione
• In caso di maltempo la passeggiata sarà spostata alla prima domenica libera dopo le altre in programma
LE PRO LOCO DELLA SPONDA ORIENTALE DEL LARIO DEVOLVERANNO UNA PARTE DEI PROVENTI DELLA MANIFESTAZIONE IN AIUTO ALLE POPOLAZIONI VITTIME DEL SISMA DEL CENTRO ITALIA
Chiesetta alpina di Era
Ecco la rivista “Le vie d’Italia” di novembre del 1938, che annuncia la fine lavori e la consacrazione della chiesetta alpina di Era, con parole entusiastiche e con un lungo elogio che qui potete leggere agevolmente sovrapposto alla copertina dello stesso numero della rivista, a tiratura nazionale.
San Zenone…per saperne di più…
Nel martirologio cristiano si contano almeno una quindicina di santi dal nome Zenone, risalenti tutti – o quasi- ad un certo periodo storico (IV- VI sec), e parecchi di essi con le caratteristiche salienti di essere stati soldati e martiri, morti in giovane età. Altri, dello stesso periodo. Sono descritti come anacoreti, eremiti, vissuti in contemplazione, in povertà assoluta e in solitudine. A questo gruppetto, forse, si riferisce la elevazione popolare del San Zenone di Mandello, forse a San Zenone dell’Antiochena, santo eremita morto prima del 440, periodo in cui vengono redatte delle note su di lui arrivate fino a noi. Questo San Zenone proveniva da una ricca famiglia dell’Asia Minore ed era divenuto una personalità importante della corte imperiale, al tempo dell’imperatore Valente. Avendo poi conosciuto in Cappadocia il vescovo San Basilio di Cesarea, alla morte dell’imperatore Valente, si ritirò in un cimitero abbandonato su una collina, vicino ad Antiochia. Pare che abbia compiuto parecchi miracoli, in vita, tra cui quello di aver fermato una banda di saccheggiatori i violenti in quella zona, solo con le preghiere e con la sua parola. Prima di morire donò tutti i suoi tanti beni accumulati alla chiesa di Antiochia. Vivendo in totale solitudine ed in assoluta povertà, questo santo si sostentava con un solo pane ogni due giorni, portatogli da un suo giovane amico della città vicina. Questo particolare, espresso nella rappresentazione del santo di Mandello, mi fa propendere per l’attribuzione al filone dei santi Zenone. Peraltro questo san Zenone di riferimento è venerato e molto conosciuto, oltre che riconosciuto – va da sé- dalla chiesa cristiana di rito Bizantino. Infine, non dimentichiamo il nostro San Zenone/ San Zeno, vescovo di Verona, che convertì i veronesi al cristianesimo, e la relativa bellissima chiesa a lui dedicata, che vale da sola un viaggio.
Bellano – Chiesa di Santa Marta
Fronteggia la Parrocchiale la chiesa di Santa Marta insieme all’ex sede dell’omonima confraternita, oggi centro parrocchiale.
La scuola è documentata dal 1387, mentre la chiesa è citata per la prima volta nel 1455 dalla visita pastorale di Gabriele Sforza.
L’ancona e le pitture descritte in quel testo sono scomparse, tranne una Pietà tardogotica sulla facciata e un frammentario San Giacomo nella prima cappella sinistra, che si è riferito nell’ambito di Bartolomeo Benzi da Torno.
Rimane il prezioso gruppo ligneo di nove statue a grandezza naturale raffigurante la Deposizione ed attribuito allo scultore Giovanni Angelo Del Maino, noto dal 1496 al 1536.
La facciata, frutto di un intervento che modificò l’asse della vecchia chiesa, conserva gli archetti gotici, mentre il portale a timpano s pezzato, sormontato da una nicchia con statua del Battista, dovrebbe riferirsi al 1589, anno dell’aggregazione della Scuola all’Arciconfraternita della Basilica Lateranense di san Giovanni in Roma.
A pochi anni prima (1582) risale la splendida decorazione a stucco ed affresco del tiburio: negli intradossi dei due archi scampati, Profeti e Sibille, nei pennacchi i Profeti Maggiori nel tamburo i SS. Nazaro e Celso e le SS. Marta e Maria Maddalena, negli spicchi della volta, allegorie e Angeli coi simboli dell a Passione.
E’, probabilmente di fine Cinquecento, l’asimmetrica e vigorosa sistemazione dell’innesto del presbiterio con un sistema di semipilastri compositi.
Al secolo XVII risalgono interventi diversificati nella chiesa: il campanile, gli interessanti p anconi del presbiterio, rustica opera locale, il mobile di sacrestia, i pezzi più antichi del tesoro e alcuni dipinti: l’Apparizione della Vergine col Bambino a S. Antonio da Padova nella prima cappella destra, opera di un morazzoniano, la Supplica di Marta e Maria a Cristo (rara iconografia) sull’altar maggiore, e due tondi con S. Giovanni Battista e S. Giovanni Evangelista.
La decorazione del presbiterio venne ultimata nel 1706 coi due quadroni dei Miracoli di S. Marta.
Agli anni intorno al 1739, trovando si nella cappella edificata in quel tempo, dovrebbe ascriversi l’ovale con la Madonna col Bambino e i SS. Michele come Angelo custode e Nicola da Tolentino, attribuita a Pietro Ligari.
La piazza, la più interna e raccolta di Bellano, è stata da sempre la sede della pretura e delle carceri cittadine che trovavano alloggiamento nel palazzo, ora in fase di ristrutturazione, di fronte alla chiesa.
Bellano, grazie alla sua posizione ha sempre goduto e in parte ancora oggi mantiene, un livello di servizi maggiori rispetto a quello di altri paesi.
Bellano: Chiesa san Nazzaro e Celso
La chiesa parrocchiale di Bellano, monumento nazionale italiano, fu edificata dai maestri comacini, nella struttura attuale durante il 14° sec.
Infatti nel 1341 l’antica chiesa, che era dedicata a san Giorgio, venne parzialmente distrutta da un’esondazione del torrente Pioverna e venne successivamente ricostruita e dedicata ai santi Nazaro e Celso.
La prepositurale, come è ben visibile dall’esterno, presenta una struttura a tre navate absidate, tipica dello stile romanico, con quella centrale più alta e larga e quelle laterali più strette.
Curiosa è la presenza, nel settore di destra, di un numero maggiore di archetti pensili, tale artificio è dovuto al progressivo allargarsi della navata destra che, se al termine della quarta campata ha le stesse dimensioni della speculare, poi va via via ampliandosi.
Recenti studi hanno dimostrato che la navata centrale e il segmento di sinistra risultano essere precedenti rispetto all’area destra probabilmente perché l’esondazione del torrente Pioverna comportò la distruzione totale di questa zona che dovette essere completamente ricostruita.
Sulla facciata marmorea, coronata da archetti rampanti, tra i corsi chiari e scuri del marmo, spicca lo splendido rosone fregiato di ricchissime trine di terracotta verniciate di verde, sopra un’edicola con il rilievo in marmo di sant’Ambrogio benedicente.
Notiamo la presenza di tre portali ogivali modanati e decorati con semicapitelli. L’affresco che trovava spazio nella nicchia sopra il portone centrale, conservato oggi all’interno per motivi conservativi, raffigura la Madonna col Bambino e i santi Nazaro e Celso ed è frutto di una mescolanza di gusto tardogotico e anticipazioni umanistiche.
La decorazione del portale culmina nella serraglia su cui è scolpita una croce gigliata e, all’interno di una cornice lobata, l’agnello con il vessillo crociato.
Anche i portali laterali hanno chiavi figurate: a sinistra una mano benedicente, a destra una croce con i bracci trilobati.
Sulla facciata furono posteriormente inserite altre formelle decorate raffiguranti un piccolo arbusto (stemma della famiglia Brocchi); lo stemma visconteo affiancato dalle lettere J e O che identificherebbe l’arcivescovo Giovanni Visconti; una torre merlata campeggiante su una corona d’alloro, con ai lati le lettere A N, che campeggia anche nello stemma comunale.
Il campanile, così come la sacrestia, vennero aggiunti in seguito a una visita pastorale di san Carlo nel 1567.
L’interno, originariamente a capriate lignee, oggi si presenta con volte a crociera (dalle chiavi in pietra scolpite) affrescate nel 1530, con grottesche e soggetti tratti dall’Antico Testamento (ampiamente rimaneggiati dai restauri eseguiti nel 1907).
Nel XVI secolo vennero effettuati i primi interventi sull’abside maggiore che culminarono nel XVIII secolo con l’allungamento attuale.
Sulla parete sinistra del presbiterio è collocato un tabernacolo marmoreo a muro da riferire alla metà del XV secolo, con la Pietà con i simboli del martirio, lo Spirito Santo e gli Angeli Adoranti.
Su entrambe le navate, all’altezza della quarta campata, sono poste due mensole marmoree con decorazione floreale che fungono da sostegno per le acquasantiere .
Nella navata di sinistra, scoperti durante i restauri di inizio Novecento, si intravedono i resti di un affresco raffigurante un giovane con corto gonnellino rosso, calzamaglia e calzari a punta del 15° sec.
Da notare che l’assetto attuale della piazza fu dato soltanto nell’ultimo secolo, precedentemente infatti l’accesso dalla via roma era precluso da un muro e le case si addossavano alla facciata di sinistra.
Abbadia: Chiesa Rotta
La Chiesa di S. Lorenzo, o Chiesa Rotta, sorta in epoca imprecisata e già parrocchiale nel 1495, descritta nel 1559 da Paolo Giovio, oggetto di diverse visite pastorali, fu posta in vendita nel 1788.
Il passaggio di proprietà avvenne 1’11 novembre del 1789, quando le chiavi della Chiesa vennero consegnate al nuovo proprietario, il notaio Antonio Bianchi: da quel momento non solo l’antica chiesa, ma tutta la zona circostante, verrà chiamata ufficialmente “chiesa soppressa” o, popolarmente, “chiesa rotta”.
Il paese contava allora 600 anime, e il parroco Antonio Butti scriveva che mancavano i soldi per ripararla o per farne una nuova.
Fu per volontà di Giuseppe II che la Chiesa dei Padri Serviti, nel frattempo trasferitisi a Como per ricongiungersi con i confratelli del convento di S. Gerolamo, potè essere utilizzata come nuova parrocchiale.
per ulteriori informazioni:
“La chiesa parrocchiale di S. Lorenzo (Chiesa Rotta)”
Supplemento al n. 6 di Abbadia Oggi del novembre 1989.