Il fascino del Sentiero del Viandante

lunedì, Giugno 17, 2013 @ 02:06 PM

Il fascino del Sentiero del Viandante
di Roberto Pozzi

Il Sentiero del Viandante dopo BorbinoIl sentiero del Viandante” si snoda lungo la sponda orientale del Lario: a volte risale nelle vallate, altre volte scende fino a lambire il lago, altre ancora si muove pianeggiante all’ombra dei boschi di castagni e penetra nei vecchi borghi montani.

Il percorso collega Lecco a Colico sui crinali prospicienti il lago per proseguire attraverso la Valtellina e le valli d’Oltralpe ed è lungo 40 km. con dislivelli tra 400 e 1000 metri; lo si può percorrere in quattro-cinque tappe, per un t,otale di 16 -17 ore.

Pur essendo stato riscoperto solo da alcuni decenni, affascina un numero sempre maggiore di escursionisti di tutte le età.
Da anni le Pro Loco del Lario orientale, nelle Domeniche di Settembre organizzano gite con supporto di guide e di punti di ristoro per percorrerlo interamente in cinque tappe: il numero dei partecipanti è stato sempre in crescita.

La sua denominazione è piuttosto recente anche se alcuni tratti furono percorsi già dai Romani che qui hanno lasciato un miliarium. Ci piace anche pensare che lungo il suo tracciato passarono i nostri primi antenati: i miti Liguri e i bellicosi Celti che hanno inciso coppelle sulla roccia e, più tardi, i Longobardi e i Franchi che hanno consolidato il cristianesimo e lasciato la devozione ai loro santi militari (Giorgio, Michele e Martino). Meno piacevole è ricordare che da qui transitarono le truppe del cardinale Sedunense (nel 1516), quelle dei Grigioni (nel 1531), del Duca di Rohan (nel 1636) e soprattutto quelle rese tristemente famose da nostro Alessandro Manzoni, i Lanzichenecchi (nel 1629), che seminarono morte e desolazioni nei nostri paesi

Il sentiero non sempre ha avuto questa denominazione: inizialmente, a seconda dei documenti, esso viene infatti chiamato o Via Ducale, o Via Regia o Strada dei viandanti. A partire dall’Ottocento assunse il nome di “Napoleona” per essere poi definito negli anni ’80 del secolo scorso “Strada della Riviera” dal Pensa e solo un decennio dopo “Sentiero del Viandante” dallo storico locale Angelo Borghi.

Il Sentiero del Viandante ad Abbadia LarianaEsso rimase per secoli l’unica strada che univa Lecco con Colico lungo la riviera, fino a quando, nel 1830, il governo austriaco affidò a Carlo Donegani la costruzione della strada militare che avrebbe congiunto la Valtellina con Lecco e Milano. Fino a quegli anni la via maestra per il commercio era il lago sul quale i barconi trasportavano persone e merci da Como o da Lecco fin quasi a Chiavenna. Il sentiero del viandante non era un tracciato carrabile e quindi veniva percorso prevalentemente a piedi o talvolta con animali da soma dai contadini che si spostavano secondo i loro bisogni tra i paesi confinanti.

Perché esercita tanto fascino?

Prima di tutto perché consente all’escursionista di godere, da molteplici angoli, lo splendido paesaggio del nostro lago e dei monti che lo circondano con le mille sfumature di colori. Probabilmente il turista è richiamato dalla natura in gran parte ancora incontaminata con i profumi intensi dei boschi e le melodie delle acque, del frusciare degli alberi e del canto degli uccelli. Forse è attratto dal piacere del vagabondare per il semplice gusto di farlo (senza l’obbligo di una meta e di tempi per raggiungerla) e, con la regolarità dei passi, pettinare i nostri pensieri arruffati. Forse ancora è il desiderio di decifrare i messaggi che le generazioni passate ci hanno lasciato: case rurali, mulini, stalle, edicole sacre, chiesette dipinte che ci parlano di semplicità, di laboriosità e di religiosità. O forse perché, procedendo, si ha la sensazione di andare a ritroso nella storia delle nostre comunità e riscoprire le nostre origini contadine legate alla madre terra. O chissà ancora, riscoprendo in alcuni tratti delle coppelle sacrificali, rivivere quel legame ancestrale o re-ligiosità che poi si è evoluta nel cristianesimo, rappresentato dalle croci e dalle effigi dei gisöö.

La Chiesa San Martino - Inizio del Sentiero del ViandanteLungo questo sentiero natura e cultura si coniugano armoniosamente: le chiesette di origine romanica conservano preziosi affreschi come quelle di San Giorgio a Mandello, San Giorgio a Mondonico, Sant’Antonio a Vezio, San Tommaso Becket a Corenno, San Rocco sopra Villatico e tante altre. Ma anche un muro a secco, un ponticello, un terrazzamento o una panchina di pietra ci parlano della vita di coloro che l’hanno percorso non per un piacere ma per il lavoro, costruendo giorno dopo giorno, la loro esistenza.

Può capitare, camminando lungo questo sentiero, di leggere nello sguardo sereno di alcuni viandanti il riflesso del piacere di un rieducarsi a sentirsi ancora vivi, di un recupero della sensibilità per le cose spesso trascurate e di un desiderio di sentirsi esistere in pienezza, senza le troppe sovrastrutture imposte dalla vita contemporanea. Questo stupore si manifesta nel salutare affettuosamente tutti gli sconosciuti con cui ci si imbatte perché si riscopre un’umanità diversa da quella che troviamo nei posti dove viviamo e lavoriamo … anche se le persone sono le medesime!

 

Per saperne, il lettore è invitato a partecipare venerdì 21 giugno alle ore 21 a un incontro nell’auditorium comunale M. Ghisla di Colico, sul tema “La fede lungo il sentiero del Viandante: storia, arte e religiosità, che verrà condotto dalla dott.ssa Laura Polo docente di Storia dell’Arte al liceo classico Alessandro Manzoni di Lecco e da Roberto Pozzi, curatore del museo della cultura contadina di Colico e ricercatore di storia locale.

 

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