“IL SENTIERO DEL VIANDANTE”
di Giovanna Virgilio – Capitolo 2
Le proloco della Sponda Orientale del Lago di Como sono liete di pubblicare l’approfondimento al secondo capitolo del libro “Il Sentiero del Viandante” di Giovanna Virgilio, corredato da una bellissima documentazione fotografica di Giuseppe Giudici: una preziosa testimonianza sull’antica via che collegava Lecco con Colico e che ora è utilizzata a scopo turistico
Capitolo II
Già in epoca tardo romana, dopo il crollo dell’Impero d’Occidente, il Lario svolse un ruolo fondamentale dal punto di vista strategico che continuò a sussistere per molti secoli. Esso, dunque, fu dotato di fortificazioni per la difesa e il controllo dell’accesso ai valichi alpini retici. Ricognizioni sistematiche e indagini archeologiche hanno effettivamente evidenziato un sistema organico di strutture difensive con alcuni caposaldi localizzati, a nord, nel Castello di Castelvedro sulla sponda lecchese e nel recinto di San Siro su quella comasca, nel castrum di Sant’Ambrogio a Perledo, per quanto riguarda il centro lago, e infine, verso sud, nel castrum lecchese di Santo Stefano. A questi siti se ne associavano altri, tra i quali la torre in località Sass da Poò (Varenna) che assolveva alla funzione di centro di controllo.
Alle presenze più antiche si aggiunsero successivamente diverse torri e varie strutture fortificate in altura, tutte inserite nel complesso sistema di controllo dei transiti lungo la via lacustre e terrestre. Tra le più note: la Torrazza − o ‘Torraccia’ − di Abbadia, lambita a monte dal Sentiero del Viandante, le case-torri di Crebbio (Abbadia Lariana), e di Rongio (Mandello del Lario), poste in relazione con la strada proveniente dai Resinelli, e la Torre del Barbarossa a Maggiana di Mandello del Lario. All’età medievale risalgono pure la torre di Esino, situata sul percorso diretto ai passi Agueglio e Cainallo, e il cosiddetto ‘castello di Orezia’, sopra Dervio. Si tratta, in realtà, di un possente torrione a pianta quadrata ubicato all’imbocco della valle e posto a guardia della strada che conduce in Valsassina e in Valvarrone. L’intero nucleo nel Medio Evo era un importante borgo fortificato in rapporto con il vicino castello di Corenno (Dervio). Questo, a sua volta, costituisce, al pari del castello di Vezio (Varenna), una testimonianza significativa di castello-recinto: struttura caratterizzata dalla presenza di torri con funzioni di avvistamento e di una cortina muraria al cui interno la popolazione si riparava, in caso di pericolo, con il bestiame e i generi di sopravvivenza.
Diverso il caso del cosiddetto ‘Castello’ di Lierna che era un borgo fortificato dotato di un impianto difensivo a riccio.
All’estremità settentrionale del Sentiero del Viandante, la zona di Colico rivela una particolare concentrazione di strutture fortificate. Fra queste spiccano i ruderi del Forte di Fuentes, costruito a partire dal 1603 in cima all’altura del Monteggiolo per volontà del governatore spagnolo di Milano, don Pedro Enriquez de Açevedo, con lo scopo proteggere il confine settentrionale dei domini spagnoli dai Grigioni protestanti.
Torre di Crebbio ad Abbadia Lariana | Torre di Maggiana a Mandello del Lario |
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Al termine del capitolo una scheda di approfondimento è dedicata alle cave disseminate sulla sponda orientale del lago, con accenni alla pietra nera di Olcio, al marmo nero di Varenna, al marmo bianco di Musso Olgiasca e al cosiddetto ‘marmo’ di Debbio.
Giovanna Virgilio
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