Sentiero del Viandante:
da Abbadia a Lierna

lunedì, Agosto 27, 2012 @ 09:08 PM

Cartina Sentiero del Viandante da Abbadia a LiernaIl Sentiero del Viandante inizia sul territorio del comune di Abbadia Lariana presso la chiesa di S. Martino, che sorge all’inizio dell’abitato in posizione leggermente rialzata ai piedi del monte Borbino, da cui si ammirano, verso Lecco, il Monte S. Martino e dall’altra parte del lago, il Monte Moregallo e i Corni di Canzo.
Nella chiesa. si possono osservare resti di importanti pitture: una Crocefissione con i santi Martino e Rocco (ora purtroppo trafugata), una Vergine in trono e un S. Antonio Abate.
Superando con un ponte la linea ferroviaria e continuando poi sotto le rocce del Monte di Borbino, in breve ci si immette su un tratto asfaltato che conduce alle case della frazione omonima, la si attraversa salendo poi una scaletta per trovarsi su un altro viottolo che tocca la parte orientale dell’abitato: qui la mulattiera è uno strettissimo passaggio, chiuso fra una cinta di vecchie case a sinistra, e ortaglie e giardinetti scoscesi sulla destra.
Se ci si vuole addentrare nell’interessante nucleo, si potrà osservare l’antico pozzo comunitario con affresco, il lavatoio pubblico recentemente restaurato, la bella chiesa della Concezione (1696).

La miglior visuale di Borbino si gode poco dopo la strettoia, dove la mulattiera riprende il suo regolare andamento, fiancheggiata da muriccioli bassi, che permettono di apprezzare i prati a settentrione del paese.
Incrociata una pista sterrata, si scende rapidamente fra alberi alla valle del torrente Zerbo, che esce dalla stretta forra della Val Monastero, il cui nome ricorda l’abbazia di S. Pietro unita nel 833 a S. Vincenzo di Milano. Dopo il ponte di pietra sullo Zerbo, la strada fiancheggia i muri di contenimento delle aie dei Molini, poche case ammodernate, nei cui dintorni sono nascoste tracce dei vecchi condotti che portavano l’acqua che muoveva le antiche macine.

Sentiero del Viandante dopo BorbinoLa mulattiera riprende a correre diritta, fra vigneti a sinistra e prati e ville a destra, fino alla Cappella della Madonna di Caravaggio: a questo incrocio compare verso il monte di Robianico, un bel cascinale con portone decorato di stemmi cinquecenteschi e fiancheggiato da una splendida mulattiera che conduce ai pianori di Navegno e più oltre alla cascata di Val Monastero e ai Campelli, luogo posto a circa 900 m poco sotto il Piano dei Resinelli, dove, in tempi remoti, era stata eretta la prima chiesa abbaziale, sostituita ora da S. Maria dei Campelli.

La strada che scende invece a sinistra entra in Abbadia dove sorge la chiesa neoclassica di S. Rocco, eretta tra il 1836 e il 1855 a voto del colera; anche la vecchia Abbadia ha scorci suggestivi, con affreschi murali del tardo Quattrocento; presso la ferrovia si erge il complesso della filanda e filatoio Monti, costruito intorno al 1867 su strutture precedenti: ora è sede del Museo della Seta, ricco di numerose macchine, tra cui un eccezionale torcitoio in tondo per la torsione del filo di seta.

Superato l’antico borgo ed attraversata la Statale, troviamo la parrocchiale di S. Lorenzo, e la passeggiata del lungolago, che a nord prosegue verso il piccolo porticciolo, l’attracco dei battelli e finisce al parco del Lido di Chiesa Rotta, luogo ove, 2 secoli orsono, sorgeva la vecchia parrocchiale; a sud, invece costeggia, su una passerella, le vecchie mura di protezione del monastero benedettino, oltrepassa il fiume Zerbo, costeggia le spiagge del Campeggio e del parco Ulisse Guzzi e termina sulla punta del promontorio su cui sorge l’abitato.

Dopo la Cappella di Caravaggio, il Sentiero si allarga e prosegue fra nuove costruzioni sfociando su un piazzale in vista dell’imponente mole della chiesa di S. Bartolomeo, antica ma in forme del tardo Seicento, e della collina di Castello, in origine centro della signoria feudale dell’abate.
A sinistra si alza il declivio roccioso e ammantato di bosco del colle, cinto da una muraglia di incerta età: sul colmo poco oltre sì vede il complesso misto di antico e di nuovo, con muri di una torre e cortili limitati da cipressi. Poco oltre il Sentiero incontra la strada carrozzabile che sale verso destra verso le frazioni di Linzanico e di Crebbio.

Lasciato Novegolo scendendo la carrozzabile e superando il viadotto della Superstrada, si svolta subito a destra imboccando il Sentiero erboso che si tiene sulla quota 230 circa parallelo al lago. La pista è abbastanza ampia e corre fra dolci prati sparsi di alberi da frutta e di radi olivi: a settentrione incomincia ad apparire il promontorio su cui sorge Mandello.
Dopo 400 m il Sentiero attraversa delle costruzioni molto recenti, e prosegue rettilineo sulla sinistra in uno stretto passaggio. Poco oltre ci si immette in una bella strada lastricata e sale fra alberi a raggiungere la chiesa di S. Giorgio, posta sulla rupe che sovrasta l’ingresso dell’abitato di Mandello.

Affreschi Chiesa di San GiorgioLa sosta a S. Giorgio offre la possibilità di conoscere uno degli edifici più pregevoli del Lario; l’origine dell’edificio è molto antica, come dimostra l’acquasantiera marmorea del sec. IX-X, ma la struttura è del Duecento: importa soprattutto il vasto apparato di affreschi del Quattrocento, con un immaginoso Inferno e di contro il Limbo e il Paradiso e la rara figurazione delle Opere di Misericordia che sembrano richiamare la pittura ligure-piemontese.
All’esterno, un piccolo sagrato, posto a belvedere sul lago e sull’abitato di Mandello a cui si può accedere attraverso la ripida stradina lastricata di sinistra, che porta alla provinciale e 300 metri più avanti alla Stazione ferroviaria.

Il Sentiero del Viandante prosegue salendo verso destra tra alcuni cipressi, lungo una stradina di ciottoli e mattoncini rossi. La via sale tra ville e orti, un tempo detti del Gaggio e, dopo alcune svolte giunge alla Superstrada. Oltrepassato il ponte che la scavalca (300 m. slm), dopo circa 20 metri si incontra un sentiero che sale a destra tra muretti a secco che porta al piccolo cimitero di Zana, sito nel comune di Abbadia e poco distante dalla chiesa parrocchiale di S. Antonio (XVII sec.), e quindi alla strada asfaltata che sale da Mandello.

La Torre di MaggianaSeguendo la carrozzabile verso sinistra per circa 200 metri si giunge a un bivio, e qui tenendo la destra, si entra nella frazione di Maggiana di Mandello dalla via S. Antonio. Proseguendo dritti, si sfocia nella piazzola della chiesa di S. Rocco (m.345), ricostruita nei primi decenni del XVII secolo. Si va quindi dritti per una corta e stretta viuzza e, incrociata la via Vittorio Veneto, la si segue verso destra tra vecchie case, passando sotto la Torre di Maggiana, detta del Barbarossa, per una presunta sosta dell’Imperatore nel 1158 presso la famiglia Mandelli che la possedeva. La torre del XII secolo, è in pietra calcarea, ed ha subito alcuni rimaneggiamenti nel corso dei secoli, quali la terrazza sulla sommità (ottocentesca)e la porta ogivale al piano terra. Dal 1976 è di proprietà del comune che l’ha data in gestione al G.A.MAG., associazione che qui organizza una bella festa medievale.

Proseguendo sulla via Vittorio Veneto, al termine dell’abitato si delinea il percorso in parte acciottolato in parte sterrato tra siepi e alberi, che dopo aver curvato a destra incontra un sentierino (ben segnalato da un cartello) che sale verso sinistra nel poggio boscoso che separa la frazione di Maggiana da quella di Rongio.

RongioCon un bel percorso in piano e con brevi sali e scendi, dopo aver attraversato orti e vigne con viste spettacolari sul lago e sull’abitato di Mandello, il sentiero sfocia a lato della chiesa di S. Giacomo (m.409). La chiesetta seicentesca chiude una bella piazza con fabbricati antichi, un lavatoio e una fonte in pietra del 1798. Dal lato opposto rispetto alla chiesa, dalla piazza partono 2 strette vie tra le case. Prendendo quella di sinistra in leggera discesa si giunge alla piazzola dove sorge, a sinistra, l’oratorio dedicato nel 1654 a S. Antonio da Padova, esempio mirevole dell’architettura minore del tempo, voluto dalla famiglia Lafranconi , a cui si deve anche l’alta casa-torre, forse del secolo XII, che si vede spuntare a destra appena a monte dell’abitato. La torre è simile a quella dei Ciappesoni che si può vedere a Crebbio, frazione di Abbadia, poco a monte della già citata chiesa di S. Giorgio.

Chiesa di Santa MariaPer una corta viuzza a fianco del negozio di alimentari che si affaccia sulla piazza, si raggiunge la strada asfaltata molto ripida che scende al ristorante Al Verde, a breve distanza da un cavalcavia della Superstada.
Sulla destra si apre la Val Meria , che culmina con le grandi pareti dolomitiche del Sasso Cavallo e del Sasso dei Carbonari. Sulla sinistra a mezza costa si può vedere la bella chiesetta di Santa Maria un tempo posto di pernottamento dei viandanti diretti o provenienti dalla Valsassina.
Poco prima del ristorante si prende lo stretto sentiero sterrato che scende a destra. Poco più avanti si lascia questa stradina per imboccarne un’ altra, sulla sinistra ,che scende verso il fondo della Valle Meria. Si passa l’omonimo torrente su una sorta di ponte naturale (m.330 slm), e si sale rapidamente lungo l’opposto versante della valle.

Panorama LagoGiunti su una strada sterrata la si imbocca verso sinistra fino ad arrivare, su un tornante, sulla strada asfaltata che sale da Mandello. Siamo nella frazione di Sonvico. Da questo tornante, dove si trovano un parcheggio e una cappelletta con Madonna e Santi, bisogna salire e imboccare la via Contrada di Sonvico, che diventa strettissima. Terminato il tratto più stret-to si giunge ad un bivio: si tiene la destra e si imbocca la Strada di San Bernardo, che divenuta un sentiero, passa alle spalle del cimitero di Somana e raggiunge una strada asfaltata, nei pressi di una cappella ottocentesca dell’Immacolata (m.390): si possono ammirare sullo sfondo il Sasso Cavallo e del Sasso dei Carbonari.
Qui sulla sinistra si stacca la vecchia mulattiera che scende a Olcio. Il Sentiero del Viandante invece prosegue dritto, sulla strada asfaltata e si mantiene sulla costa in vista del lago e dell’abitato di Olcio, mirabile dall’alto con il vecchio nucleo e la chiesa di Santa Eufemia, del ‘600.

Panorama OlcioPoco prima del termine della via asfaltata si imbocca il sentiero che sulla sinistra scende leggermente e riprende l’orientamento nord, nordovest, addentrandosi nel bosco che si trova poco sopra le Scalette, ovvero i roccioni del sasso che incombe su Olcio.
Il sentiero si amplia, costeggia qualche cascinale, scende in una piccola valle generalmente asciutta, svolta nuovamente in vista del lago e giunge a un quadrivio sulla cui destra sorge la cappella detta del Signore, affrescata, eretta a ricordo della vittoria del 1918. Difronte c’è una fontanella e intorno alcuni caselli. Siamo ai Saioli. Il sentiero del Viandante prosegue, costeggiando la Superstrada per un buon tratto, ridiviene acciottolato e giunge a Lierna.

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