Abbadia: Le due tele di tradizione agostiniana nella Chiesa di San Lorenzo

domenica, Gennaio 1, 2012 @ 06:01 PM

S. Agostino fu uno dei primi, in occidente, a dare una regola monastica ai suoi seguaci.
Parecchi ordini religiosi, fra i quali i Servi di Maria presenti in Abbadia per quasi sei secoli, si ispirarono alla sua regola.
Un ricordo della spiritualità agostiniana sono i due grandi quadri che si possono osservare nella nostra chiesa parrocchiale, appena entrati dalla porta principale, a destra e a sinistra. Provengono dal Conventino e furono messi in questo luogo da don Raspini.

san agostino - chiesa san lorenzo
A destra una grande tela alta m. 1,90 e larga m. 2,70 raffigura la Madonna con il bambino in braccio, che consegna la cintura al vescovo Agostino. Per terra si trova un libro, segno della cultura, della sapienza del santo, alle sue spalle la madre Monica e un altro frate. Nell’angolo a sinistra in basso un putto osserva la Vergine, così pure nell’angolo a destra in alto due angioletti seguono giocosi l’apparizione, mentre al centro compare solo la testa di un putto. Tutta la scena si svolge lungo la linea diagonale compresa tra gli angioletti. Il paesaggio raffigurato nella parte destra in basso mette in evidenza la capacità descrittiva dell’autore a noi ignoto. La cintura è una piccola striscia di stoffa o di cuoio da stringere intorno alla vita, come segno di appartenenza a Maria Vergine. Da qui deriva la devozione alla Madonna della Cintura presente in Abbadia.
Sulla parete di sinistra si trova l’altra tela gemella, che pure parla di S. Agostino. Il vescovo di Ippona è stato un grande studioso, un acuto teologo. Fra le numerose opere che ha scritto si trova un trattato sulla Trinità, mistero che ha meditato profondamente. Il quadro in questione nell’angolo in alto a sinistra raffigura le tre persone della Trinità nella gloria del cielo. In basso un bambino, con una conchiglia, cerca di spostare l’acqua del mare in una buca, sotto gli occhi incuriositi di S. Agostino. La leggenda dice che mentre il santo stava meditando sul mistero della Trinità per scrivere il suo trattato, vide un fanciullo sulla spiaggia che cercava di travasare l’acqua del mare in una buca. Allora intervenne dicendo: “Come è possibile che l’acqua del mare posssa essere contenuta in una piccola buca?”. Il bambino che in realtà era un angelo, rispose: “Come è possibile che il mistero della Trinità sia contenuto nella tua testa?”.
Le tele furono dipinte nel sec. XVII e vennero conservate nel Conventino fino al 1912. Don Rosaspini, nel numero di settembre del 1935 del bollettino parrocchiale “La Voce del Pastore” dice che la devozione alla Madonna della Cintura fu introdotta e diffusa in Abbadia dai Padri Serviti. “Si può desumere chiaramente da due grandi quadri che nel 1912 trovai ancora appesi nell’ampio corridoio superiore dell’ex convento e che nel 1915 feci ritoccare dal pittore L. Tagliaferri e trasportare nella chiesa parrocchiale”.

Fonte: Abbadia Oggi – 21 Novembre 1990

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