Archivio categoria ‘Lierna’

Lierna – la Cava di Grumo

martedì, Novembre 1, 2011 @ 09:11 PM
aggiunto da admin

Entrò in funzione nel 1867 e fin da allora venne definita “cava del marmo nero”.
La cava era di proprietà della famiglia Scanagatta che vi lavorò fino agli anni ’50.

Famiglia Scanagatta

Nonno di Giacomo Scannagatta, Giacomo Scannagatta bambino e nel 2008

L’estrazione delle rocce veniva effettuata a mano con martello e scalpello, poichè, data la vicinanza con l’attuale provinciale 72, non si potevano far brillare mine.

Le rocce si presentavano a strati, pertanto non era possibile estrarre blocchi di grandi dimensioni; inoltre non tutta la roccia era ugualmente sfruttabile a causa del diverso spessore degli strati, delle variazioni delle proprietà fisiche e per la presenza di discontinuità.

Il materiale estratto veniva scelto dai compratori sulla piazza di Lierna, in base alle richieste di mercato; se il pezzo era troppo grande si provvedeva a tagliarlo ulteriormente in cava, altrimenti veniva trasportato via lago a Varenna dove si procedeva alla sua levigazione e trasformazione nella forma voluta.

Anche la Fabbrica del Duomo di Milano fu interessata all’acquisto della cava che però la famiglia Scanagatta non volle mai vendere.

All’interno degli strati calcarei furono anche recuperati minerali allo stato cristallino e fossili; fu proprio alla cava di Grumo che nel 1933 venne ritrovato il fossile di un esemplare di Lariosauro.

Operai Cava di Grumo

Signori in visita alla Cava con gli abiti della festa e i Cavatori della Cava di Grumo

Le foto sono state fornite da Giuseppe Scanagatta

Il Marmo Nero di Varenna

martedì, Novembre 1, 2011 @ 08:11 PM
aggiunto da admin

E’ il materiale estratto presso la cava di Grumo.

Si tratta di una pietra ornamentale di colore grigio scuro con venature candide che volge al nero con la lucidatura, diffusa nella zona intorno a Perledo e Varenna.

In realtà non si tratta di un vero marmo, dal quale differisce per l’origine geologica: è una roccia sedimentaria, che ha origine dal depositarsi di materiali vari (ciottoli, sabbie, polveri, fanghi, resti di piante e animali), composta quasi interamente da carbonato di calcio, cioè calcare, con la presenza di sostanze bituminose che le conferiscono il colore nerastro.

Per contro il vero marmo è una roccia calcarea di tipo metamorfico, che nel corso delle ere geologiche si è trovata sepolta a grande profondità o in vicinanza di magma, dove le alte temperature e pressioni hanno causato trasformazioni nella sua struttura.

Il materiale veniva utilizzato per elementi ornamentali di edifici religiosi e civili o per altri scopi edilizi: è di questo tipo il marmo nero del Duomo di Milano.

LIERNA – TURISMO

martedì, Novembre 1, 2011 @ 04:11 PM
aggiunto da Lierna

LIERNA – TURISMO

LIERNA – PERCORSI

martedì, Novembre 1, 2011 @ 04:11 PM
aggiunto da Lierna

Cartina Sentieri Lierna


SENTIERO n° 71 – GENICO-MEZZEDO-ALPE DI LIERNA-B. CALIVAZZO

Quota 1420 m. dislivello 1200 m. difficoltà = E percorrenza : ore 3
Itinerario lungo ma vario, panoramico e caratteristico, non troppo faticoso e di notevole soddisfazione.

Dall’Ufficio Turistico (Stazione FS) si scende, e si risale a sinistra passando sotto il ponte della ferrovia. Si segue la strada asfaltata, ad un bivio (Uff. postale) , prendere a sin. (direzione Genico) e dopo una grande curva, a sin. Cartelli indicatori. Si segue un viottolo, e dopo una larga scalinata ed un tratto asfaltato si giunge ad un bivio, con una fontanella e cartelli indicatori. (a sin. variante n° 71a – più diretta e ripida), e si sale per boschi fino alla suggestiva forra del Fosso Brentalone, e poco più sopra si giunge alla Croce di Brentalone (punto panoramico e tavolo pic-nic-653 m).
Proseguendo in costa, si giunge ai soleggiati prati dell’Alpe Mezzedo (868 m).
Si incontra poco dopo il bivio per la deliziosa chiesetta romanica di San Pietro e orfanella, e si continua sulla destra lungo la costa della montagna, per giungere alla Forcella dell’Alpe (1132 m).
Il sentiero prosegue nei boschi, incontrando dopo poco la strada sterrata di servizio che sale all’alpe (1249 m-ore 2, 30). Si continua in leggera salita lungo tracce attraverso i prati e ci si addentra poi più ripidamente a destra in un bosco di larici.
Ad un bivio poco marcato (ometto) si lascia a destra il sentiero che sale ripido alla Bocca Palagia (dove arriva il sentiero n°73) e si sale con pendenza meno accentuata alla Bocca di Calivazzo.
Qui grandioso panorama della Grigna Settentrionale. Cartelli segnaletici. Da qui si dipartono numerosi sentieri, sia verso l’alto (Monte Pilastro, Bocca di Prada), sia verso il basso (Alpe di Calivazzo, Bocca di Verdascia).

SENTIERO  n° 72 – SOMACA-CALANCA-B.PALAGIA-ALPE DI LIERNA
Quota 1378 m    dislivello 1153 m    difficoltà = EE   percorrenza : ore 2,30
Questo sentiero, panoramico ed interessante, nella parte superiore è soggetto alla caduta di sassi. Pur non presentando particolari difficoltà , data la severità del luogo ed i pericoli oggettivi è da considerarsi riservato ad escursionisti esperti.
Si raccomanda la massima prudenza (evitare in giornate di forte vento, nelle ore di disgelo, durante o subito dopo le precipitazioni piovose ed in presenza di animali.)

Dall’Uff. Turistico come per l’ it.n° 71 fino al bivio con la fontanella. Qui a ds. Salire fino ad una curva. Sulla ds. per un ripido viottolo acciottolato che passa presso il vecchio torchio (visibile la ruota a pale), si passa sotto la superstrada e giunge a un crocicchio (fontanella con acqua della Fonte di Val Onedo). Qui cartelli indicatori, bacheca con cartina ed inizio segnalazioni con bandierine. Su dritti per una bella mulattiera badando alle segnalazioni che deviano due volte verso sin. Proseguire per bei boschi fino ad una teleferica nei pressi di una baracca. Qui il bosco va diradandosi, e dopo un tratto ripido si sbuca sui prati alti, con suggestiva visione delle pareti sovrastanti. Il sentiero continua in debole pendenza fino ad un bivio, dove riprende a salire verso ds. (ore 1,00). (Proseguendo invece dritti in falsopiano ci si trova sul sent. n° 72b che con un percorso piacevole in ambiente selvaggio superando Val Camosci e Val Pì scende per cenge panoramiche, boschi e canali alla Croce di Brentalone, sul sentiero n° 71 (v.).
Il sentiero della “calanca” prosegue costeggiando il fianco della montagna, tra un susseguirsi di canali e cenge in un panorama mozzafiato, con sopra immani pareti dolomitiche che lo sovrastano e sotto ripidissimi prati, balze di rocce, e verdi boschi che scendono fino all’azzurro lago. Proseguendo la salita, continua ma mai ripida, si incontra, al riparo di uno sperone di roccia il “casel del Bais” : un minuscolo ricovero, memoria di tempi non troppo lontani in cui questi ripidissimi prati venivano tagliati per ricavare fieno. (ore 1,50). Di proprietà privata, è stato recentemente recuperato dal duro lavoro di numerosi volontari (tutto è stato portato in loco a spalla!). E’ aperto ed accessibile in caso di bisogno (si raccomanda la massima cura e pulizia, e di non lasciare rifiuti di ogni genere!). Si prosegue la salita lungo un costone erboso e poco dopo ci si raccorda al sent. n° 73 che giunge da ds. e per esso (v.) lungo i ripidi prati finali raggiunge Bocca Palagia (ore 2, 30).

SENTIERO  n° 73 – SORNICO-PREDANE’-GARZE’-BOCCA PALAGIA
Quota 1378 m    dislivello 1153 m    difficoltà = E    ore : 2, 15
Salita diretta, ripida e faticosa, ideale per raggiungere gli itinerari verso la Grigna Settentrionale e ottimo allenamento per fare gambe e fiato.

Dall’Uff. Turistico scendere a sinistra e risalire, passando sotto il ponte della ferrovia e proseguire dritti fino alla chiesa. Dietro di essa prendere una strada che sale ripida, passando a fianco del campo sportivo, e proseguire fino al caratteristico nucleo di Olcianico. Mantenendo la sinistra si passa sotto un arco e lungo una strada acciottolata attraversare il nucleo di Sornico fino ad una cappelletta. Cartelli indicatori. (poco oltre è visibile la chiesetta di San Michele).
L’ itinerario inizia con una bella mulattiera lastricata, che diventa presto un sentiero profondamente incassato che raggiunge le case di Predanè. Qui il sentiero prosegue tra fitti boschi sino ad un costone che porta ad imboccare un largo canalone con a destra la vista su una impressionante parete di rocce rossastre. Con pendenza sempre crescente il sentiero si inerpica per il canalone, lungamente e faticosamente, su fino ad un delizioso belvedere con vista su Lierna, al cospetto delle dirupate balze della vetta e di una cresta rocciosa che il sentiero contorna sulla destra. (poco dopo da sin. sbuca il sentiero che sale dalla “Calanca”n° 72). Si prosegue su ripidi prati (massima attenzione con neve e ghiaccio), con qualche betulla e cespugli, e per tracce e sentiero sempre ripido si sale zigzagando fino a raggiungere la larga ed erbosa Bocca Palagia. (cartelli con segnalazioni vedi sent. n° 71).
Da qui è possibile salire a sin. al Monte Cucco, e a ds. in lieve salita un sentiero porta alla Bocca di Calivazzo (v. sent. 71)

SENTIERO  n° 74 – GIUSSANA-NERO-CORIA-ORTANELLA
Quota 958 m    dislivello 733 m    difficoltà = E    ore : 1, 45
Sentiero in parte tra i boschi ed in parte panoramico, che ben ricompensa lo sforzo che richiede. Fa parte del Sentiero del Viandante. (segnaletica)

Dall’Uff. Turistico scendere e prendere la strada a destra (via Ducale) fino ad un crocicchio con cappelletta. Voltare a destra risalendo la stradetta asfaltata, fino ad incrociare una larga strada (belvedere con cartelli segnaletici). Attraversarla in salita e al bivio immediatamente successivo salire il viottolo a sinistra (inizio bandierine segnaletiche), costeggiare in lieve discesa un muro di cemento, e ruderi dei cantieri della superstrada, e ad una ringhiera in legno troviamo l’inizio del sentiero, che prosegue quasi piano. (Dal crocicchio con cappelletta si può proseguire diritti fino alla strada provinciale- località Castello di Lierna, che avendo tempo è raccomandabile visitare- e costeggiando una villa con una fonte di acqua ferruginosa giungere alla cappelletta di S. Anna.
Da qui salire a destra per una lunga e caratteristica scalinata di pietra fino all’itinerario precedente.).
Si prosegue fino ad un masso che segna il confine tra il comune di Lierna e quello di Varenna. Qui il sentiero si impenna, e si perviene in breve ad un suggestivo belvedere sul Castello. Si continua incontrando poi l’Alpe di “Nero” e i suoi bei prati, e dopo un tratto quasi piano, il sentiero riprende a salire ripido e panoramico. Dopo qualche serpentina si supera un vallone e si entra in un bosco che porta rapidamente all’Alpe Coria. Lasciamo a sinistra il sentiero che scende a Fiumelatte (sentiero del Viandante basso) e proseguiamo sulla destra sempre in salita fino ai soleggiati prati di Ortanella. E’ consigliabile raggiungere la deliziosa chiesetta romanica di S.Pietro ai bordi di un vasto prato con ampio panorama sul centro lago.
(da qui è possibile raggiungere il sentiero 71 all’ Alpe Mezzedo, oppure risalire la Val Ontragno e raggiungere l’Alpe di Lierna. Sentieri evidenti ma non segnalati.)

Presso l’Uff. Turistico è disponibile una dettagliata relazione di questo itinerario sia nella variante bassa (Nero-Coria-Fiumelatte-Varenna) che nella variante alta (Nero-Coria-Ortanella-Vezio-Varenna)

SENTIERO  n° 75 – SORNICO-SAIOLI
difficoltà = T          percorrenza : ore 0, 30
Piacevole passeggiata in quota, mai faticosa, facente parte del Sentiero del Viandante, che dopo la località Saioli prosegue per Somana e Mandello.

Dall’Uff. Turistico (stazione FS) scendere a sinistra, risalire passando sotto il ponte della ferrovia e proseguire lungo un viale alberato fino alla chiesa. Dietro ad essa prendere una strada che sale ripida, passando a fianco del campo sportivo, e proseguire fino al nucleo di Olcianico. Mantenendo la sin. si passa sotto un arco e lungo una strada acciottolata si attraversa il caratteristico nucleo di Sornico fino ad una cappelletta (da qui si diparte a sin. il sent. 73). Proseguire passando presso la chiesetta di San Michele, superare un ponte e quindi in salita lungo la stretta strada carrozzabile, prima di acciottolato, poi sterrata o in cemento, che si affaccia di tanto in tanto sulla superstrada, fino a giungere un crocicchio in località Saioli dove sorge una cappelletta ed il caratteristico “albero del poeta”, un albero dove il poeta Elio Cantoni appende i suoi versi ora poetici, ora satirici, all’attenzione del viandante, che con la loro lettura e sedendo presso una panca sotto la cappelletta potrà ristorare il corpo, la mente e lo spirito. Da qui (cartelli) l’ itinerario diventa sentiero e prosegue un po’ panoramico ed un po’ tra boschi fino a sbucare su una strada asfaltata che scende a Somana. (Mandello)

DIFFICOLTA’ ESCURSIONISTICHE
T = TURISTICO : itinerario su stradine, mulattiere o larghi sentieri con percorsi ben evidenti e segnalati, generalmente non lunghi. Richiede comunque conoscenza dell’ ambiente montano e preparazione fisica alla camminata.
E = ESCURSIONISTICO : itinerario che si svolge su sentieri di ogni genere oppure su evidenti tracce di passaggio, di solito con segnalazioni. Richiede senso dell’orientamento, conoscenza dell’ambiente alpino, allenamento alla camminata, calzature ed equipaggiamento adeguati.
EE = PER ESCURSIONISTI ESPERTI : si tratta di un itinerario segnalato, ma che implica la capacità di muoversi su qualsiasi terreno, sentieri o tracce in zone infide ed impervie ed in ambiente severo. Necessitano esperienza di montagna, passo sicuro ed assenza di vertigini, oltre ad equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguate.
TEMPI DI PERCORRENZA : Si intendono con buone condizioni atmosferiche e di terreno (senza neve o ghiaccio) al netto delle soste, per escursionisti allenati e con normale equipaggiamento.

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LIERNA – MONUMENTI E LUOGHI

martedì, Novembre 1, 2011 @ 04:11 PM
aggiunto da Lierna

Il Castello
Il Castello sorge su un promontorio naturale che ne accentua il carattere insulare e difensivo e presenta tuttora una cinta muraria con resti di epoca medioevale. Almeno fino al secolo XII possedeva anche una torre nella sua parte nord occidentale, la cui base è ancora in parte visibile in Piazzetta Dogali.
Tutto il complesso ha subito nel corso dei secoli molti rimaneggiamenti che ne hanno cambiato il volto e la funzione. Caduto in disuso come opera difensiva delle acque, assunse carattere di borgo residenziale e commerciale.
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La Chiesetta di SS. Maurizio e Lazzaro
All’interno del borgo sorge la chiesetta dei SS. Maurizio e Lazzaro appartenente nel 1147 al monastero di S. Dionigi di Milano.
Dedicata in un primo tempo solo a S. Maurizio, spesso patrono di località difensive come doveva essere il Castello in origine, venne poi dedicata anche a S. Lazzaro.
Alcune notizie riferiscono che la co-dedicazione dell’edificio derivò nel tardo Cinquecento dall’ordine cavalleresco intitolato ai due santi e fondato dai Savoia.
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L’Oratorio del Santo Crocifisso
Oratorio del Santo CrocifissoSorge presso la chiesa parrocchiale e presenta una struttura ottagonale.
Fu eretto nell’anno 1841 su disegno dell’ing. Amadeo di Bellano, per disposizione testamentaria del Sac. Ilarione Marcelli col concorso del popolo di Lierna.
Da molti anni non viene utilizzato per le funzioni sacre, mentre in passato era sede della Confraternita, vi si tenevano le lezioni di dottrina cristiana, le adunanze delle pie associazioni e vi si celebrava l’Ufficio della Beata Vergine tutte le feste. Si cantava la messa il giorno dell’Invenzione della S. Croce e si celebravano le messe per i legati dei sacerdoti Ilarione Marcelli ed Ercole Lampugnani.

 


L’abitato di Sornico

“Verso monte  entriamo in  Sornico attraverso il “Punt de la Ninì”, celebre arco sopra la mulattiera, quasi fosse la porta d’ ingresso di un’ antica città.
Qui le case appaiono molto più vetuste che nel resto del paese.
La via principale è stretta e rivestita da un acciottolato di sassi.
Fatti ancora pochi passi ci si pone dinanzi la chiesa di S. Michele.Dai documenti da noi consultati, l’ edificio appare molto antico. Viene infatti citato anche in alcune carte del XII secolo come bene immobile di proprietà del convento di S. Dionigi in Milano.La struttura attuale mostra evidenti tracce di rifacimenti e di restauri più o meno recenti.
La stradina che costeggia la chiesa va verso la “Valle di Sornico” dove sorge un lavatoio. Quindi si inerpica verso i boschi.”
Testo di Aurelio Goretti,  da“ Lierna, un paese tra lago e monti”

Sornico – San Michele
L’antico oratorio di San Miche a Sornico, di probabile  origine Longobarda e appartenente fino al 1202 al monastero di San Dionigi di Milano, come alri edifici religiosi liernesi aveva subito una riedificazione all’inizio del Seicento.
L’edificio conserva un aspetto lindo e campestre ed è ravvivato sulla facciata esterna da un piccolo affresco del 1826 rappresentante San Michele arcangelo.
A destra della porta di ingresso è posta una pregevole pila per l’acqua benedetta in pietra scolpita.
La sacrestia fu edificata nel 1731 e conserva un lavabo in marmo rosso, Sulle pareti ai lati dell’altare sono appese due tele a olio di grandi dimensioni, di cui una datata 1688 raffigurante S. Antonio con le anime purganti, l’altra rappresentante S. Luigi di Tolosa.
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La Chiesetta di San Martino a Grumo
Costituita da un semplice edificio con campanile, preceduto da un portico ornato da un  ingenuo affresco raffigurante le Anime Purganti.
Al di sopra delle due finestre che affiancano l’entrata, fino al 1950 circa, erano presenti due nicchie in cui erano collocate delle ossa umane che si diceva fossero state ritrovate nei campi circostanti in tempi molto lontani.
All’interno l’altare è costruito con marmi policromi e la pala affrescata rappresenta la Vergine con S. Martino e S. Ambrogio.
Al di sopra un affresco ottocentesco raffigura il Transito di S. Giuseppe.
La citazione più antica di questo luogo è  in un rogito notarile del 1436 riguardante un terreno appartenente alla chiesa di S. Martino di Lierna, in località Prato Grasso.
Dopo due secoli, alla fine del Seicento, il parroco di Lierna scrive che durante le processione delle Rogazioni si visitavano i resti dell’antico oratorio di S. Martino.
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Oratorio di S. Bernardo a Villa
La chiesetta di S. Bernardo, come altre in Lierna, era un edificio religioso di antica origine, nel tardo Cinquecento molto deteriorato o abbandonato, di cui si riprese la riedificazione in pieno clima di Controriforma, per ravvivare il sentimento religioso e il culto.
La sua ricostruzione, lunga e tormentata, durò circa duecento anni, con continue interruzioni.
Nel 1667 il vescovo Torriani annota che la costruzione era stata iniziata da molto tempo e che ogni prima domenica del mese ci si recava in processione con la Confraternita del Rosario.
Lodovico Venini, Nicola e Paolo Balbiani avevano già donato nel Seicento 35 scudi e 100 lire per la sua realizzazione, ma ancora nel 1712 l’Oratorio era incompleto, nonostante fosse méta regolare della processione del Rosario per commemorare la Vergine e il santo titolare.
Nel 1768 una processione vi si recava il giorno di S. Bernardo, nonostante l’edificio non fosse ancora terminato.
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L’Oratorio di Santa Caterina a Giussana
L’Oratorio di S.ta Caterina d’Alessandria a Giussana è ricordato solo da una cappellina votiva in mosaico (eseguito nel 1962 sopra un precedente affresco) sulla facciata di una casa privata, dove la santa è rappresentata con la ruota del martirio che le fu inflitto.
La chiesetta sorgeva fra le mura di questa abitazione e benché si parli anche di un convento con monache o frati, non se ne trova traccia nelle relazioni vescovili successive al 1593.
Nella prima metà del Seicento l’Oratorio era mantenuto da Francesco Georgi e fratelli che avevano fatto eseguire un’immagine a olio di S.ta Caterina da apporre sopra l’altare.
Un’unica finestrella dava luce all’interno e un vaso lapideo, sorretto da un pilastro in pietra, conteneva l’acqua benedetta.
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La Madonna del Rosario di Genico
La Madonna del Rosario a GenicoAl centro della frazione di Genico sorge una cappella ristrutturata da pochi anni, dedicata alla Madonna del Rosario. E’ rinchiusa da un cancello, dotata di altare e fino ad alcuni decenni fa di una bella statua lignea settecentesca, ora sostituita da una copia moderna. Il tempietto, in origine affrescato internamente con un cielo stellato, in passato era definito ironicamente “La Madòna di Capìtt”. Caduto in disuso come edificio religioso, veniva infatti utilizzato come deposito per i mazzi di funi e i capìtt (ganci o cappi in legno impiegati per  appendere la legna alle teleferiche ) adoperati abitualmente dai boscaioli di Genico. La sua origine, molto più spirituale, è invece legata alla presenza a metà del Settecento nella casa adiacente del sacerdote Giovanni Battista Panizza.
Costui era un semplice prete di campagna, nato nel 1728, che aveva studiato nel Seminario di Como e che esercitava le funzioni ecclesiastiche in  parte a Lierna e in parte a Olcio.
Si dedicava anche all’istruzione dei fanciulli della parrocchia e i suoi passatempi preferiti erano le partite a carte e la caccia.
La chiesina della Madonna del Rosario viene visitata regolarmente dalle processioni mariane del mese di maggio e occasionalmente è utilizzata per la celebrazione di messe.

I Mulini e Lavatoi lungo il torrente Buria
La passeggiata da Sornico a Grumo è accompagnata lungo tutto il percorso dalla valle del torrente Bùria che ha origine dai monti sopra i Saioli, scende e lambisce le frazioni meridionali di Lierna.

Benché attualmente la valle sia un luogo piuttosto trascurato e in molti punti cementificato, in passato le acque del torrente, che scorre impetuoso soltanto nei periodi piovosi, e dei suoi affluenti (Acqua del Gesso e Valle di Lembra) ebbero una grande importanza per la vita economica e quotidiana del nostro paese…
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Il Mulino Frantoio di Genico
il Mulino Frantoio di GenicoNelle vicinanze di Genico, lungo il sentiero che dal Bògn sale verso Somàca, è visibile un secolare mulino a ruota, restaurato e curato nei minimi particolari dai proprietari Lucia Panizza e Renzo Rompani.Nel Catasto Teresiano del 1756 lo stabile è citato come “mulino d’una sola ruota” appartenente a G. Battista Panizza fu Ambrogio di Genico. Costruito nella prima metà del Settecento per uso esclusivamente familiare, venne in seguito utilizzato per la macinazione del frumento e del granoturco prodotti in paese. Si aggiunse più tardi l’attività di frantoio per la spremitura delle olive.Rimangono i marchingegni originali in legno ancora funzionanti, il condotto in granito che portava l’acqua dall’invaso sovrastante, la ruota, un torchio, una raccolta di antichi misuratori e recipienti in rame per l’olio, una mastodontica madia per la farina, vecchi attrezzi agricoli e una stufa in muratura per il riscaldamento e la decantazione della sansa delle olive.Il mulino è sempre appartenuto ad un ramo della famiglia Panizza di Genico e abbiamo notizie dei primi mugnai settecenteschi: Giovanni Battista, Ambrogio e Vincenzo.L’attività venne continuata dai figli di quest’ultimo: Ambrogio e Amatore e poi dai nipoti Ortensio e Aristide. A fine Ottocento passò al discendente Ambrogio Panizza (Guérnu),che però cedette  il redditizio mulinoad un cugino pure di nome Ambrogio (Ambrusùn). Questi, già gestore di un frantoio a Fiumelatte, pensò di utilizzare il mulino soltanto per la spremitura dell’olio, attività che continuò suo figlio Amatore (Cecchìn) fino al 1970 circa.

La Cava di Grumo
Entrò in funzione nel 1867 e fin da allora venne definita “cava del marmo nero”.
La cava era di proprietà della famiglia Scanagatta che vi lavorò fino agli anni ’50.
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LIERNA – STORIA E GEOGRAFIA

martedì, Novembre 1, 2011 @ 04:11 PM
aggiunto da Lierna

Coordinate: 45°58′00″N 9°18′00″E
Altitudine: 202 m s.l.m.
Superficie: 11 km²
Abitanti: 2.242[1] (31-12-2010)
Densità: 203,82 ab./km²
Frazioni: Bancola, Casate, Castello, Cisarino, Genico, Giussana, Grumo, La Foppa, Mugiasco, Olcianico, Sornico, Villa
Comuni confinanti: Esino Lario, Mandello del Lario, Oliveto Lario, Varenna

CENNI STORICI
Lierna è situata sulla Riviera Orientale del Lago di Como tra Mandello e Varenna ed è costituita dalle frazioni di Grumo, Casate, Mugiasco, Olcianico, Sornico, Castello, Giussana, Ciserino, Genico, Villa e Bancola. Prende forse il suo nome dal romano “Hibernia”, quartiere invernale di truppe romane, anche se l’ipotesi più argomentata  è quella di un’origine celtica.Alcuni reperti archeologici, e in particolare il pavimento a mosaico trasportato a Palazzo Belgioioso a Lecco, al Museo, confermano tuttavia una presenza romana sulla quale si è diffusa la Rivista della Società Archeologica Comense nel 1876.Il primo documento notarile riguardante Lierna è dell’854. Il paese, feudo del Monastero di S. Dionigi di Milano dal 1035 al 1202, fu a lungo conteso tra Milano e Como, tra i Torriani e i Visconti, offrendosi addirittura nel 1375 in soggezione a Varenna. Nel 1499 passò sotto il dominio di Marchesino Stanga e nel 1533 sotto quello degli Sfondrati di Cremona, feudatari della Riviera sino al 1788.Nel 1743 avvenne la separazione amministrativa del Comune di Lierna da quello di Mandello.Nel 1619 la chiesa di S. Ambrogio divenne parrocchiale e nel 1626 fu riedificata e ingrandita. Antonio Anzani, rettore, fu il primo parroco di Lierna.Il paese fu in perpetua contesa con Esino per i diritti sui boschi e con Varenna per i diritti di pesca e i confini. Il paese ha fornito vasta emigrazione nella seconda metà dell’Ottocento e nei primi decenni del Novecento, in particolare verso Argentina e Uruguay, dove numerosi liernesi si distinsero in attività industriali, agricole, artigiane e artistiche. I Balbiani e i Pini fecero fortuna con i liquorifici in Argentina, Bartolomeo Panizza fu allevatore in Uruguay, Davide Giosìa Barindelli avviò un grande laboratorio di falegnameria a Buenos Aires. Giuseppe Lelio Balbiani fondò numerose aziende agricole. Emilio Bonesatti fu direttore generale delle rendite a Buenos Aires. Altri Bonesatti invece si distinsero nella musica, sia come studiosi che come concertisti. Splendide ville abbelliscono il paese e quasi allo sbocco del paese in direzione di Varenna si trova la magnifica Villa Pini, nel cui giardino si trova una freschissima sorgente di acqua ferruginosa. Ulivi (un tempo anche molte viti) ammantano il declivio su cui sorge l’abitato che si stende oltre la vecchia statale che lo attraversa fino al lago dove, in località Riva Bianca, un antico castello mostra i suoi ruderi.

Testo di Franca Panizza

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L’Oratorio di Santa Caterina a Giussana

martedì, Novembre 1, 2011 @ 01:11 PM
aggiunto da admin

L’Oratorio di S.ta Caterina d’Alessandria a Giussana è ricordato solo da una cappellina votiva in mosaico (eseguito nel 1962 sopra un precedente affresco) sulla facciata di una casa privata, dove la santa è rappresentata con la ruota del martirio che le fu inflitto.
La chiesetta sorgeva fra le mura di questa abitazione e benché si parli anche di un convento con monache o frati, non se ne trova traccia nelle relazioni vescovili successive al 1593.
Alcuni decine di anni fa, durante i lavori di rifacimento dell’edificio, vennero alla luce le arcate del portone frontale della chiesa e una grossa chiave che poteva essere quella della chiesetta.
Negli anni Sessanta, quando venne demolita una vicina cascina, per far posto alla nuova piazza di Giussana, nell’intercapedine fra due antichi muri affiorarono alcuni affreschi raffiguranti  degli angeli, che però vennero immediatamente ricoperti dalle macerie.
Forse si trattava di uno stabile indipendente dalla chiesetta o di un insediamento religioso preesistente, infatti  la frazione era già abitata nel XV secolo.
E’ certo che il tempietto di S.ta Caterina già esisteva nel 1593 ed era stato fatto costruire dalla famiglia Georgi Bertola di Mandello, che provvedeva alla sua manutenzione e mantenimento detenendone il giuspatronato. A quel tempo non aveva né campanile né campane e, benché possedesse un adeguato altare, era privo dei paramenti per la celebrazione della messa, che venivano portati quando necessario.
Quando la famiglia si estinse l’edificio venne venduto e trasformato in abitazione, in epoca comunque successiva al 1785.

Nella prima metà del Seicento l’Oratorio era mantenuto da Francesco Georgi e fratelli che avevano fatto eseguire un’immagine a olio di S.ta Caterina da apporre sopra l’altare.
Un’unica finestrella dava luce all’interno e un vaso lapideo, sorretto da un pilastro in pietra, conteneva l’acqua benedetta.

Nel Settecento la chiesetta era toccata dalla processione delle Rogazioni. All’interno era semplicemente imbiancata, pavimentata in cemento e viziata da umidità.
Gli unici ornamenti dell’altare erano una croce e due candelabri lignei. Sopra era appesa una tela dipinta a colori con una cornice in legno elegantemente elaborata, rappresentante S.ta Caterina vergine e martire, con il corpo decollato sollevato in aria dagli angeli.
Vi era un’unica campana, eretta sul tetto, con corda pendente all’interno e finalmente erano presenti tutte le suppellettili per la celebrazione della messa.

Dopo il 1785 la chiesetta viene completamente ignorata dai religiosi, anche se alcune testimonianze orali parlano di  funzioni che ancora vi si svolgevano sporadicamente nella prima metà dell’Ottocento.

Oratorio di S. Bernardo a Villa

martedì, Novembre 1, 2011 @ 12:11 PM
aggiunto da admin

La chiesetta di S. Bernardo, come altre in Lierna, era un edificio religioso di antica origine, nel tardo Cinquecento molto deteriorato o abbandonato, di cui si riprese la riedificazione in pieno clima di Controriforma, per ravvivare il sentimento religioso e il culto.
La sua ricostruzione, lunga e tormentata, durò circa duecento anni, con continue interruzioni.
Nel 1667 il vescovo Torriani annota che la costruzione era stata iniziata da molto tempo e che ogni prima domenica del mese ci si recava in processione con la Confraternita del Rosario.
Lodovico Venini, Nicola e Paolo Balbiani avevano già donato nel Seicento 35 scudi e 100 lire per la sua realizzazione, ma ancora nel 1712 l’Oratorio era incompleto, nonostante fosse méta regolare della processione del Rosario per commemorare la Vergine e il santo titolare.
Nel 1768 una processione vi si recava il giorno di S. Bernardo, nonostante l’edificio non fosse ancora terminato.
La costruzione definitiva vide la luce solo nel 1830 grazie alle donazioni dei terrieri di Villa e a due nuovi lasciti di Pietro e Gerolamo Cattaneo, che prevedevano la celebrazione di un certo numero di messe annue, compresa una cantata nel giorno di S. Bernardo

L’Oratorio, rinchiuso tra le case della vecchia Villa, è di struttura molto lineare, senza sacrestia, ed è guarnito all’esterno soltanto da un portale in granito su cui sono scolpite le lettere G C, probabili iniziali del benefattore Gerolamo Cattaneo.
L’altare in marmo nero di Varenna, in ricordo di uno dei primi donatori seicenteschi, reca incisa sul bordo una scritta che recita:

“ COSTRUITO COL LEGATO VENINI AMMINISTRATO PINI-1835”

La pala d’altare è costituita da un grande quadro a olio raffigurante S. Bernardo di Chiaravalle, firmato “ONORATO ANDINA 1835”
Di questo pittore e affrescatore non ancora ben studiato, nato ad Argegno nel 1803 e defunto nel 1867, si sa che fu attivo nel Comasco a metà dell’Ottocento. Nel 1857 aveva affrescato il battistero nella  Basilica del SS. Crocifisso in Como. Altre sue opere si trovano nel battistero di S. Fedele a Como e nelle chiese parrocchiali intelvesi di Casasco, Pellio Superiore e Castiglione d’Intelvi.

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