Archivio categoria ‘Dervio’

Dervio: Percorso D – Monte Legnoncino

domenica, Luglio 8, 2012 @ 12:07 PM
aggiunto da admin

MONTE LEGNONCINO
Tempo percorrenza: 3/4 h • Difficoltà: facile  

Percorso-D1Risalendo la Valvarrone, lungo la strada che passa da Vestreno e Sueglio, si raggiungono i Roccoli di Artesso (1209 m. slm).
Qui, nelle vicinanze di un laghetto circondato da larici, si possono visitare una serie di cannoniere, predisposte ad ospitare grossi calibri d’artiglieria della “Linea Cadorna”.
Al termine della strada carrozzabile ha inizio l’escursione al Monte Legnoncino.
S’imbocca il sentiero che sale verso destra e che costeggia un roccolo per l’uccellagione risalente al 1800 e utilizzato, fino a pochi anni fa, per la cattura degli uccelli a scopo scientifico.
Superato il Rifugio Bellano l’itinerario prosegue inoltrandosi nel bosco di larici sulle pendici del Monte Legnoncino, lungo il tragitto si trovano alcune trincee e ricoveri in caverna. Dopo un ultimo tratto in salita, il sentiero si fa pianeggiante e sbuca nella bella piana erbosa dei Roccoli Lorla.
Poco sopra, seguendo le indicazioni, si trova il Rifugio dei Roccoli Lorla del CAI di Dervio.
Per proseguire verso la cima, dal parcheggio, si imbocca sulla destra una strada militare sterrata e chiusa al traffico, con ampi tornanti e in leggerissima salita.
Nel breve percorso si passa da zone fredde di bosco più decisamente alpino a zone calde, dove fiorisce una lussureggiante flora mediterranea.
Percorso-D2Poco prima di arrivare in vetta si incontra la chiesetta dedicata a S. Sfirio, più volte ricostruita e risalente al XIII secolo.
Questa è legata alla leggenda di S. Sfirio, che scelse questo luogo per l’eremitaggio, tenendosi in contatto con i suoi 6 fratelli anch’essi eremiti, dimoranti in località visibili fra loro e con i quali scambiava segnali con il fuoco.
Per tracce di sentiero si raggiunge infine la vetta (1714 m), un vero balcone sul lago.
Nelle giornate serene è infatti possibile spaziare con lo sguardo su entrambi i rami del lago di Como, su quello di Lugano, sulle montagne che cingono ad occidente il Lario mentre a settentrione, oltre al vicino ed imponente Monte Legnone, si possono osservare i monti del Gruppo Masino- Bregaglia-Disgrazia.
Rientrando alla base di partenza ripercorrendo lo stesso itinerario, dopo i prati dei Roccoli Lorla si imbocca il sentiero dell’andata ma poi, volendo variare l’itinerario, si prende subito a destra e si scende alla bella località di Sommafiume.
Da qui, nella parte alta dell’abitato dalla carrozzabile, si può imboccare il sentiero che in salita ci riporta ai Roccoli d’Artesso.

 

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Dervio: Percorso C – Linea Cadorna da Corenno Plinio

domenica, Luglio 8, 2012 @ 12:07 PM
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LINEA CADORNA DA CORENNO PLINIO
Tempo percorrenza: 2 h • Difficoltà: media

Percorso-C1L’itinerario parte dalla piazza medievale di Corenno Plinio, facilmente raggiungibile per chi utilizza il treno dalla stazione FS di Dorio, percorrendo la bella passeggiata a lago.
Il sentiero si imbocca dalla provinciale 72 di fronte al castello e sale ripido verso la montagna, per poi inoltrarsi nel bosco dove si raggiunge il bivio della Croce.
Prendendo a destra s‘incontra una postazione per mitragliatrice facente parte, insieme a molte altre fortificazioni, della” Linea Cadorna”.
Si tratta di un esteso sistema difensivo realizzato in prossimità del confine fra Italia e Svizzera dal 1916 al 1918, per contrastare un eventuale invasione da parte dell’esercito austro ungarico durante la Prima Guerra Mondiale.
Proseguendo in direzione sud si raggiunge una fortificazione con trincee e altre postazioni per mitragliatrici situate sul bordo dello strapiombo che sovrasta Corenno Plinio.
Qui si ammira un bellissimo panorama sul borgo medievale e la sponda occidentale del lago. Ritornando sui propri passi e prendendo a destra al primo bivio, dopo una ripida salita, si incontrano altre trincee.
Proseguendo si raggiungono rapidamente le baite di “Ciarei”, situate in una bella radura ricca di sorgenti.
Continuando sempre in salita lungo la mulattiera si perviene ad un’altra zona fortificata; qui è possibile visitare, con l’ausilio di una torcia, due ricoveri in galleria ben conservati.
Percorso-C2Si torna poi indietro fino a portarsi a monte dei prati di “Ciarei”; qui un sentiero in mezzo al bosco, appena sotto il rudere di una casetta, si dirige verso sud passando vicino all’acquedotto dei Molinelli che rifornisce le abitazioni di Corenno, poi si attraversa su un ponticello di legno la condotta forzata che alimenta la centrale idroelettrica.
Proseguendo in salita si segue la pista che raggiunge la località di Comun, frazione di Vestreno, dove percorrendo per un tratto la strada asfaltata, si raggiunge la mulattiera che scende da Vestreno a Dervio.
L’itinerario taglia ripetutamente la provinciale della Valvarrone, sino a raggiungere la frazione di Castello con la torre medievale.
Dal lavatoio, prendendo a destra, ci si innesta nel “Sentiero del Viandante”, si imbocca la provinciale scendendo fino allo svincolo della SS36 e si prende la via Al Monastero.
Il percorso prosegue attraversando le località di Chiari e Monastero, dove si incontra il complesso rustico che costituiva il Monastero di S.Clemente degli Umiliati.
Fiancheggiando i muri di sostegno della superstrada e superata la condotta il sentiero riprende la conformazione antica di mulattiera acciottolata, con un ampia e stupenda veduta su Corenno Plinio che si raggiunge poco dopo.

 

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Dervio: Percorso B – Viandante Dervio – Dorio – Colico

domenica, Luglio 8, 2012 @ 11:07 AM
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SENTIERO DEL VIANDANTE: DERVIO – DORIO – COLICO
Tempo percorrenza: 4/5 h • Difficoltà: facile

Percorso-B2L’itinerario parte dalla stazione FS di Dervio, imboccando la scalinata e proseguendo diritti, si incontra sulla sinistra la piazzetta Cavour con il Palazzo De Magni XIV sec.
All’ incrocio si prende a destra lungo la via Diaz e poi la via Al Castello raggiungendo il percorso del “Sentiero del viandante” presso la fonte delle Lavine, sulla carrozzabile che porta alla Valvarrone.
Si prende a destra una mulattiera gradonata che porta al nucleo di Castello, dove si gusta il sapore arcaico di un borgo fortificato con la torre del XII sec. e la chiesetta di S.Leonardo.
Usciti dal nucleo si imbocca la provinciale scendendo fino allo svincolo della SS36 e si prende la via Al Monastero che porta verso Corenno Plinio.
L’itinerario prosegue attraversando le località di Chiari e Monastero dove si incontra il complesso rustico che costituiva il Monastero di S.Clemente degli Umiliati.
Fiancheggiando i muri di sostegno della superstrada e superata una condotta il percorso riprende la conformazione antica di mulattiera acciottolata con un ampia e stupenda veduta su Corenno Plinio.
Raggiunto il nucleo abitato si nota subito l’impronta medioevale con la piazza in acciottolato, l’imponente castello, la chiesa di S.Tommaso di Canterbury con le tre arche funerarie dei conti Andreani.
Dopo una doverosa visita del borgo, l’itinerario prosegue sulla provinciale poi si prende sulla destra la mulattiera che attraversando prati e cascinali raggiunge il territorio di Dorio.
Percorso-B1Si perviene così con lieve pendenza fino a Torchiedo e quindi si passa a fianco della chiesa di S. Giorgio raggiungendo il caratteristico nucleo di Mandonìco.
La mulattiera sale ripida tagliando la costa e raggiunge la chiesetta di S. Rocco posta su un promontorio con vista panoramica sul lago e le località di Olgiasca e Piona.
Qui il sentiero piega a nord-est in vista del laghetto di Piona aggirando i contrafforti del Legnoncino.
Fra i boschi si raggiunge poi il Monte Perdonasco (m 600) e superando la Val di Voh si arriva al Monte Sparesee,località con belle selve e castagneti.
Proseguendo lungo un tratto sterrato si raggiunge una carrareccia che scende con rapidi tornanti fino a Posallo di Colico, da dove si può raggiungere la stazione FS di Piona per rientrare a Dervio.

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Dervio: Percorso A – Viandante Dervio Bellano

domenica, Luglio 8, 2012 @ 11:07 AM
aggiunto da admin

SENTIERO DEL VIANDANTE: DERVIO – BELLANO
Tempo percorrenza: 2 h • Difficoltà: facile

Percorso-A1L’itinerario parte dalla stazione FS di Dervio, imboccando la scalinata e proseguendo diritti, si incontra sulla sinistra la piazzetta Cavour con il Palazzo De Magni XIV sec.
All’ incrocio si prende a destra lungo la via Diaz percorrendola sino a raggiungere, in corrispondenza del fiume Varrone, il percorso del “Sentiero del viandante” . Qui si può ammirare la chiesa di S. Quirico e Giulitta con il bel campanile romanico.
L’itinerario prosegue lungo la carrabile via Duca D’Aosta, s’incontra il lavatoio della Sedeia e poi si giunge al “Crotto del Cech”.
Qui ha inizio la bella mulattiera in acciottolato che sale verso le cascine del Chignolo da dove già si ammira il panorama della penisola derviese.
Attraversata la valle si sale verso le cascine dei Ronchi incontrando incisioni e gradini scavati nella roccia, segnati dal secolare passaggio delle slitte.
Al bivio si prende a destra e si aprono belle viste panoramiche su Bellano e Dervio. Attraversata, su un ponte di legno, la “Val Granda” si entra nel territorio di Bellano incontrando la località di Verginate.
Percorso-A2Procedendo si supera una valle dove inizia la strada asfaltata che porta alla parte alta della frazione Oro. Si imbocca sulla sinistra una gradinata che sale verso Pendaglio, al bivio si prende a destra un sentiero che attraversa i prati in posizione soprelevata rispetto alla superstrada.
Si attraversa la valle dei mulini con i ruderi degli edifici e si prosegue poi fra prati con stalle e castagneti. Si raggiungono così le prime case di Lezzeno ed attraversando la provinciale si passa vicino ad un lavatoio in mezzo al nucleo storico.
Il percorso raggiunge così il Santuario di Lezzeno (m. 370) dedicato alla Madonna.
Dopo una sosta per la visita, sul retro si imbocca un sentiero in direzione sud che attraversa una strada asfaltata e poi raggiunge la provinciale.
Prendendo a sinistra si entra nella località di Ombriaco incontrando la chiesa di S. Bernardino, a destra una mulattiera ripida scende verso Bellano e si raggiunge la chiesetta di S. Rocco.
Il nostro itinerario si conclude scendendo la scalinata che porta all’Orrido, monumento naturale che merita una visita. Si passa poi di fianco alla parrocchiale ed infine, attraversando il Pioverna sulla provinciale 72, si raggiunge la stazione FS di Bellano da dove si può rientrare a Dervio.

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Sulle Orme del Viandante 2012:
I dettagli della Manifestazione

sabato, Giugno 30, 2012 @ 01:06 PM
aggiunto da admin

Le Proloco della Sponda Orientale del Lago di Como,

con il patrocinio dell’ UNPLI Lombardia, il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, la Regione Lombardia, la Provincia di Lecco, le Comunità Montane della Valsassina, Valvarrone Val’ d’Esino e Riviera, le Comunità Montane del Lario Orientale e della Valle San Martino, le Amministrazioni Comunali del Lario Orientale

sono liete di annunciare le date della manifestazione “Sulle Orme del Viandante” – edizione 2012 si svolgerà a partire dal mese di Settembre.

La manifestazione “Sulle orme del Viandante” è l’occasione ideale per chi ama camminare su un percorso ricco di spunti culturali e naturalistici.
Il Sentiero del Viandante si snoda per circa 40 Km: le origini risalgono probabilmente al XIV secolo, utilizzato nel ‘400 come alternativa durante le pestilenze e come alternativa al lago per il traffico commerciale, successivamente venne anche utilizzato dalle soldataglie che calavano a Lecco e nei dintorni.
Lungo l’itinerario sono numerose le chiesette dedicate soprattutto ai patroni del popolo, dei malati, dei mercanti e dei pellegrini, oltre a ospizi destinati a rifocillare i viandanti. Si incontrano inoltre pilastri votivi, oratori ed edicole. Altrettanto numerosi sono i suggestivi scorci panoramici.
Durante le passeggiate saranno visitati i monumenti e luoghi d’interesse posti lungo il percorso con spiegazioni fatte da esperte guide.

Scarica la Locandina della Manifestazione

9 Settembre

Abbadia – Mandello

Ritrovo: 8.30 • Abbadia, Parco Chiesarotta
Cel. 339.669 41 40 • Cel. 333.201 4538
email:
abbadia@prolocolario.it                 mandello@prolocolario.it
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16 Settembre

Lierna – Ortanella – Varenna

Ritrovo: 8. 45 • Lierna. Stazione FS
Cel. 338.2046991
email:
lierna@prolocolario.it
esino@prolocolario.it
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23 Settembre

Varenna – Bellano

Ritrovo: 8.30 • Bellano. Piazzale Stazione FS
Partenza per Varenna col treno delle 9:01
Cel. 335.8091217
email:
varenna@prolocolario.it
bellano@prolocolario.it
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14 Ottobre

Bellano – Dervio – Dorio

Ritrovo: 8.30 • Bellano, Piazza Stazione FS
Cel. 380. 4687 401
email:
bellano@prolocolario.it
dervio@prolocolario.it
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7 Ottobre

Dorio – Posallo – Colico

Ritrovo: 8.30 • Colico, Ufficio Turistico
Tel. 03 41.930930 • Cel. 349.1527899
email: colico@prolocolario.it
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19 Ottobre

Serata finale
ore 21 presso cinema di Mandello

a cui parteciperà la Dott.sa Giovanna Virgilio che parlerà diffusamente del Sentiero del  Viandante e presenterà la sua ottima pubblicazione sull’argomento.
– bilancio della manifestazione
– estrazione premio

visualizzazione commenti e foto

.

Sebbene sia possibile iscriversi direttamente alla partenza delle tappe,
al fine di ottimizzare la gestione degli eventi,
si consiglia vivamente di effettuare la prenotazione entro i termini suggeriti
ai numeri di telefono o agli indirizzi di posta sopra riportati

La quota d’iscrizione per ogni passeggiata è di 7€ (gratis i ragazzi sino a 14 anni)  e comprende anche il tragitto in treno al punto ritrovo o di partenza ed uno spuntino con rinfresco.
Il pranzo al sacco è a cura dei partecipanti

In caso di cattivo tempo le escursioni verranno rimandate nelle Domeniche immediatamente successive all’ultima tappa della manifestazione

Tra i partecipanti ad almeno tre escursioni, verrà sorteggiato un viaggio gratuito per 2 persone in una città europea

In occasione della manifestazione, sarà possibile acquistare l’opera “Il Sentiero del Viandante: arte, storia e cultura tra lago e montagna” di Giovanna Virgilio, ad un prezzo particolarmente favorevole

Rassegna Stampa

Le foto della passata edizione …

ALLA SCOPERTA
DEI LUOGHI STORICI DEL LARIO

martedì, Aprile 24, 2012 @ 10:04 PM
aggiunto da Dervio

Pro loco Dervio e Mandello organizzano
Visita guidata dal prof. Roberto Pozzi
sul Sentiero del Viandante da ABBADIA a MANDELLO

 DOMENICA 29 APRILE

PROGRAMMA
8.54 Partenza da Dervio con il treno
9.45 ritrovo e visita al Museo della seta di Abbadia (1h 30min)
Prendendo il Sentiero del Viandante si raggiunge la Madonna del latte e Torre Maggiana (20min)
Pranzo al sacco o presso trattoria (pranzo convenzionato)
Nel pomeriggio partenza per Madonna del Fiume

Si consiglia l’utilizzo di scarpe adeguate
La manifestazione verrà sospesa in caso di pioggia

Per info: 338 4065739

LOCANDINA PROGRAMMA   

 CAUSA MALTEMPO LA MANIFESTAZIONE E’ STATA SOSPESA

Sulle Orme del Viandante – Edizione 2012

martedì, Gennaio 31, 2012 @ 06:01 PM
aggiunto da admin

Le Proloco della Sponda Orientale del Lago di Como sono liete di annunciare che la manifestazione “Sulle Orme del Viandante” – edizione 2012 si svolgerà a partire dal mese di Settembre.

Prossimamente verranno rese note le date e gli itinerari

Le foto della passata edizione …

Corenno Plinio: ville e opere minori

lunedì, Gennaio 30, 2012 @ 05:01 PM
aggiunto da admin

La darsena del Cagnola
Corenno - Darsena CandianiTra il gennaio 1809 e il novembre 1810 il conte Gianmario Andreani affidò al cugino, il famoso architetto Luigi Cagnola, noto esponente del neoclassicismo lombardo, la progettazione darsena del suo palazzo. È un edificio a parallelepipedo con copertura a padiglione in coppi e beole. Le testate d’angolo sono evidenziate da bugne lisce collegate da una semplice cornice di sottogronda. Il lato maggiore a lago è ornato da fornici ciechi evidenziati da una ghiera neoclassica. Nel lato sud, in fregio al molo, c’è l’apertura per le imbarcazioni con un arco di grande proporzioni completato da un possente cancello. L’intero edificio poggia su uno zoccolo in pietra da taglio con murature lievemente inclinate e coronate orizzontalmente da un cordone a profilo semicircolare. Completano la struttura i muraglioni del molo esterno di armoniose forme e finiture (testate semicircolari) e la semplice scala d’accesso ai natanti.

Il palazzo Candiani
Edifico compatto con portale centrale sovrastato da un robusto terrazzo e un’apertura doppia ad arco. A lago, nel lato sud, una stretta ala dell’edificio si protende sullo strapiombo sottostante, scavata al centro da una loggia con sei archi poggianti su colonnine e pilastri d’angolo in serizzo. Sempre sul lato a lago ci sono alcuni volumi coevi e altri aggiunti in diverse epoche. Delizioso è il doppio arco con colonnina con archi in cotto, una sorta di bifora a vela che immette ad un terrazzino belvedere.

Il molo
Corenno - Il MoloMentre oggi ospita principalmente imbarcazioni da diporto, il molo, fin dal Medioevo riparava dai venti barche da pesca e per il trasporto di merci e persone. Costituiva certamente un punto vitale per gli abitanti che vivevano della pesca e del commercio dei prodotti agricoli.
Rifatto tra il XIX e XX secolo nei muraglioni che si protendono nel lago entrambi a tenaglia, descrivendo un perimetro quadrangolare. Foto d’epoca testimoniano i lavori e lo stato ante quem dell’antico molo. Di esso rimane l’interessante scalea che dal pelo dell’acqua sale verso il decadente frantoio Andreani. I gradini, tagliati nella pietra viva con un perimetro arcuato sono stati ripetutamente restaurati con massellature in pietra. Il molo riparava le imbarcazioni da pesca e da diporto dalle acque del lago che , generalmente tranquillo, è a volte soggetto ad improvvisi venti burrascosi, che spezzano l’alternarsi della breva e del tivano. Fino alla metà del secolo scorso, Corenno viveva principalmente di pesca. (Casanova)

Le callogge
Corenno - le CalloggeLe ripide scalinate furono scavate direttamente nella roccia su cui poggia tutto il paese, dal lago fino alla piazzetta. A difesa di eventuali attacchi esistevano agli incroci delle vie alcune porte massicce da chiudere in caso di necessità. È ancora visibile qualche loro cardine.

La fontana e il lavatoio pubblici
Corenno - Fontana e LavatoioLa prima fontana fu edificata nella seconda metà del XIX secolo su progetto dell’ing. Leonardo Andreani. Si presentava come un’edicola con un unico fornice capace di accogliere e proteggere un avello. Con la costruzione delle bretella stradale degli anni Trenta, per bypassare il centro storico, la fontana andò demolita e venne interamente rifatta in pietra di Moltrasio sul lato est della sagrestia. A fianco della stessa c’è anche il cippo miliare della strada militare del Lombardo Veneto.
Il lavatoio, coevo alla fontana pubblica, era alimentato dalla stessa opera di adduzione acque. È concepito con due distinte vasche poste entro due nicchie voltate: una a botte ed una ad arco ribassato. Il progettista è lo stesso della fontana come pure il periodo storico della sua costruzione.
Nonostante oggi appaia come un’opera povera, scevra di ogni interesse artistico, costituisce una delle prime opere di urbanizzazione del borgo, unitamente al sagrato della chiesa, alla fontana pubblica, al molo e alla continua e capillare manutenzione che fu attuata per ordinare e mantenere le strade di Corenno in acciottolato, ordinato in spianate e cordonate (scalotte).

La cappelletta de la dosa
La strada provinciale che da Dervio si snoda verso Corenno, dopo aver curvato sulla destra, prosegue in linea retta sino alle prime case del paese. È su questa curva, lato a lago, che sorge una cappelletta votiva, detta Gisöö de la dosa, innalzata nel 1695. Il toponimo le venne attribuito per la sua collocazione al bordo di un dosso, sporgente a picco sul lago sottostante. Da qui si ammira la pittoresca veduta del porticciolo del paese, sovrastato da antiche case. La cappella si presenta con un’apertura ad arco ribassato, arretrato nella parete e affiancato da semplici piedritti. Il tetto è in piote, caratteristiche lastre di pietra locale che un tempo ricoprivano le case del lago. Internamente esiste ancora la mensa di un rustico altare in muratura. Le pareti, fino a poco tempo fa, recavano consistenti resti di affreschi: su quella di fondo una bella annunciazione, a destra San Carlo benedicente e sulla volta la raffigurazione di Dio contornato da nuvole e angioletti, che appoggia una mano sul mondo. Resti di cornici floreali legavano gli spazi dipinti. Lo stile delle pitture ricorda certe figure di Orazio Gentileschi, ma certamente appartengono alla mano di qualche pittore locale, che peregrinava lungo itinerari provinciali, accettando commissioni occasionali da parroci e confraternite e che si accontentava di modesti compensi e ospitalità.

Rimane comunque al viandante la soddisfazione di fare sosta in questo bellissimo punto panoramico, celebrato da vecchie e numerose stampe d’epoca per la sua pittoresca posizione e di volgere il pensiero a quei devoti corennesi che secoli or sono vollero esprimere, per gratitudine, la loro fede in modo così tangibile e duraturo. (Riduzione da Gian Luigi Uboldi)
Roberto Pozzi

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Chiesa di Corenno Plinio: La Madonna in trono tra San Rocco e San Sebastiano

sabato, Gennaio 28, 2012 @ 08:01 PM
aggiunto da admin

Chiesa di Corenno Plinio: madonna in trono

L’affresco cinquecentesco rappresenta la Madonna assisa su un monumentale trono mentre regge su un ginocchio il piccolo Gesù benedicente. È affiancata dai due santi protettori per eccellenza: Rocco e Sebastiano. Una turba di angioletti a coppie festeggia la solennità della scena. Se ne possono ammirare sette: due sorreggono le estremità di una grande tela panneggiata simile al conopeo o padiglione di un altare che funge da sfondo al trono, altri due angioletti inginocchiati e con abiti svolazzanti sostengono la corona sopra il capo di Maria, un’altra copia inginocchiata sul bordo superiore del trono è in atteggiamento di preghiera, infine un angioletto con lo sguardo trasognato suona solitario uno strumento a corde seduto sul gradino ai piedi della Vergine.

San Rocco è rivolto verso la Madonna: porta sul petto la veronica (velo con l’immagine del volto di Cristo) e le conchiglie di Santiago di Compostela, simbolo dei pellegrini di cui è il protettore. Il suo cappello è fissato al bordone. (cfr. approf. 6). Il culto a san Rocco come protettore contro le pesti e le epidemie si diffuse presto nel nord d’Italia e soppiantò lentamente il culto dell’atletico soldato romano san Sebastiano. Nell’affresco il santo è rappresentato a sinistra del trono addossato come un giovane ignudo legato a una colonna e con frecce conficcate nel petto, nel ventre e in una gamba.

chiesa di Corenno Plinio: Madonna in trono - dettaglioL’affresco è contenuto in una nicchia quadrilatera le cui pareti sono leggermente strombate. L’insieme è impreziosito da colonne (trompe d’oeil) pure decorate da finte marmorizzazioni e da clipei che contengono un cherubino. A sua volta la nicchia è contornata da una incorniciatura a carattere architettonico: due colonne laterali, decorate con ricercatezza, poggiano ognuna su un plinto e reggono la fastosa trabeazione, secondo un tipico gusto di un maturo Rinascimento. Sopra la trabeazione corre un complesso fregio culminante con due puttini che sostengono un tondo con lo stemma degli Andreani. Al centro è dipinto un cartiglio con un’iscrizione su quattro righe: “Sigismondo Andrianus, medico (fisicus) eresse questo nell’anno 1538”. Lo stemma[1] degli Andreani, composto dal leone rampante dorato verso sinistra, castello d’argento e pali rossi e blu, è stranamente presentato a forma di testa di cavallo. Questo affresco era l’unico visibile nella chiesa prima dei restauri del 1966. È possibile che il volto di san Rocco sia proprio quello del committente.

Chiesa di Corenno Plinio: Fregio Andreani

Si osservino una serie di dettagli dell’affresco:

  • La Madonna indossa un mantello blu con orlo dorato su un semplice vestito rosso. Il bianco velo che incornicia il volto fa risaltare maggiormente la dolcezza dello sguardo rassicurante che accompagna il devoto in qualsiasi parte si collochi. È singolare che questa tecnica, divenuta famosa nel celebre quadro della Gioconda, compaia in questo ben più modesto affresco corennese. Il visitatore di oggi non può che pensare agli innumerevoli sguardi supplichevoli dei devoti che si sono soffermati sugli occhi penetranti di questa Madonna. Maria si presenta con il suo gesto materno di sorreggere amorevolmente con la destra il corpo del bimbo e con la sinistra il suo piccolo piede. Si ha l’impressione che questa giovane donna, nonostante la corona piuttosto lontana dal suo capo e una semplice aureola, rappresenti e sia percepita dalle altre donne come la “sorella di tutte le madri”.
  • Il Bambino Gesù paffutello e riccioluto con la destra benedice il devoto e con la sinistra regge un lembo del suo vestito. Non ha l’aureola a differenza del fanciullo dell’Adorazione, ma una collana di perle attorno al collo.
  • Chiesa di Corenno Plinio: madonna in trono - dettaglio angeloMentre lo sguardo dell’osservatore si alza per fissare gli occhi di Maria si imbatte nella leggiadra noncuranza dei delizioso angioletto intento a suonare il liuto seduto sui gradini del trono. Da notare anche il tappeto di tipo orientale che sale fino al trono con disegno safawide, il preciso disegno a marmorizzazione delle architetture del trono della vergine e delle colonne e la struttura a intarsi marmorei policromi dell’architrave.

Significato teologico/ religioso
L’affresco commissionato dal medico Sigismondo Andreani probabilmente voleva da una parte presentare la Vergine in trono ma ancor più i due santi tradizionalmente “alleati” dei medici per curare coloro che erano colpiti dalla peste. Nel visione del cattolicesimo la Vergine e i santi in quanto hanno vissuto l’avventura umana e sono dotati di fisicità possono comprendere maggiormente i bisogni del credente e svolgere il ruolo di intercessori presso Dio. L’affresco è eseguito nel 1500 quando sul nostro territorio si diffondono numerose pesti. Da notare che spesso le epidemie erano collegate ai peccati della comunità e quindi l’invocazione della Madonna e dei santi era orientata a ottenere il perdono come salvaguardia del castigo divino.

Giudizio estetico
L’opera presenta una certa preziosità anche se la concezione non è geniale. L’insieme molto accurato si presenta armonioso e ben equilibrato sia nei personaggi che negli elementi decorativi. L’affresco è in grado di trasmettere un senso di pace e di portare il devoto a un dialogo con il mondo trascendente.

Roberto Pozzi

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[1] Stemma: di rosso, al leone rampante d’oro, sinistrato da un castello d’argento torricellato di due pezzi, aperto e finestrato del campo; la campagna palata di rosso e di azzurro, i pali del secondo bordati d’argento, l’ultimo con la bordura solo a destra; la bordura dello scudo composta alternativamente d’argento, d’azzurro, d’argento e di rosso (De Andrianiis, Codice Carpani).

Chiesa di Corenno Plinio: Affresco Santa Apollonia e San Gottardo

Di fronte alla rappresentazione trecentesca dell’Adorazione dei Magi, sulla parete destra prima del presbiterio sono stati riscoperti nell’ultimo restauro del 1966 altri affreschi quattrocenteschi. Nel riquadro maggiore, quello meglio conservato, è visibile nella parte alta, sulla destra il supplizio di Sant’Apollonia e dinnanzi a lei il santo vescovo Gottardo.

Apollonia, un’africana proveniente da Alessandria d’Egitto come Sant’Antonio abate: era invocata per lenire il dolore dei denti. La santa è distesa su una tavola di legno disposta obliquamente, a cui è completamente legata con una grossa fune. Indossa una lunga tunica rossa trapuntata di stelle. Prega con le mani giunte e gli occhi rivolti al cielo. Il suo sguardo è sereno perché è confortata dalla mano benedicente di Dio che spunta dall’alto nell’angolo destro sopra la sagoma dell’antica monofora romanica. Il carnefice è un nano malvagio che stringe con entrambe le mani una tenaglia in atto di strapparle i denti. Reca inoltre altri due strumenti di tortura: una sorta di piccola mazza infilata nella cintura e un arpione nella scollatura delle vesti. È tipico dell’iconografia cristiana rappresentare gli uomini cattivi come bassi di statura e sgraziati.

Accanto ad Apollonia si erge la figura ieratica di Gottardo santo proveniente dall’area tedesca. Prima divenne abate benedettino e lavorò per la riforma dell’ordine, poi nominato vescovo di Hildesheim in Baviera nel 1022, governò per quindici anni la sua diocesi e morì nel 1038. Durante il Medioevo fu considerato un grande pedagogo e architetto. Da noi era invocato come protettore dalla febbre, dalla podagra, dall’idropisia, dalle malattie dei bambini, dalle difficoltà del parto. A lui i devoti si rivolgevano anche per scongiurare la grandine e altri flagelli naturali. Il suo culto era molto diffuso in questa zona del lago.

Nell’affresco Gottardo è rappresentato rivestito da ricchi paramenti liturgici vescovili: porta sul capo nimbato la mitra; indossa il pallio (stola lunga e stretta ornata da croci nere), regge con la destra guantata un pastorale e con la sinistra un grosso volume chiuso per indicare la sua attività di maestro. Il santo guarda compassionevolmente verso la santa martire. I due santi pur essendo vissuti in periodi e luoghi molto diversi, sono uniti dalla devozione popolare in un unico riquadro, il cui bordo segue la sagoma dell’antica finestrella romanica.

Sotto queste due santi appaiono due personaggi: uno adulto rivolto verso un fanciullo che indossa un aderente costume a bande verticali e che esce da un edificio. A fianco vi è un personaggio di cui se vede solo la veste rossa. Quest’ultima scena assomiglia a quella di san Leonardo intento a liberare un giovane prigioniero nel frammento sotto l’affresco dell’adorazione dei magi.

In alto a sinistra ci sono altri due santi: un religioso tonsurato che stringe un pastorale: può essere abate l’abate sant’Antonio. Un altro che indossa un prezioso mantello e alza la destra in segno di benedizione rappresenta un papa con il caratteristico triregno (tiara ornata di tre corone sovrapposte) in testa. Potrebbe essere san Gregorio Magno al quale è stato dedicato un oratorio nel vicino paese di Dervio.

Significato teologico/religioso
La rappresentazione di questi due santi come quella di Francesco e di san Cristoforo ci riporta al culto dei santi particolarmente diffuso in quel periodo nel mondo cristiano. I santi con la loro “presentia” e la loro “potentia” sono gli intermediari, gli intercessori tra i devoti e la divinità, un legame tra il cielo e la terra. Ognuno con una determinata funzione protettiva era invocato in momenti di grave difficoltà. In una comunità umana in balia dei flagelli naturali, delle epidemie, dei soprusi dei potenti, il santo protettore offriva una certa sicurezza e accresceva la coesione e il “capitale sociale” della comunità. La corte dei santi ha sostituito per tanti secoli, almeno nelle aspettative e nell’immaginario collettivo, le politiche pubbliche per garantire l’assistenza e il benessere dei cittadini. (cfr. approf. 5)

Giudizio estetico
Anche questa scena del martirio risale al 1400. È meno stilizzata e di un livello artistico sicuramente più elevato rispetto alle raffigurazioni sottostanti. Il pittore riesce a trasmettere un drammaticità nella scena del martirio contemperata però dalla serenità del volto della santa che esprime la sua fiducia nel Signore che sta per accogliere il suo spirito.

Roberto Pozzi

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