Archivio categoria ‘Storia’

Immagini della devozione Mariana in Abbadia nei secoli scorsi

domenica, Dicembre 3, 2017 @ 05:12 PM
aggiunto da admin

La Pro Loco di Abbadia Lariana continua nell’opera di digitalizzazione  delle pubblicazioni riguardanti il proprio territorio.

Questa è la volta di una pubblicazione molto interessante volta alla ricostruzione storica del lungo cammino di devozione alla Madonna che gli Abbadiesi hanno avuto attraverso i secoli.

Questa opera, edita dall’associazione LA BADIA, è frutto delle ricerche della signora Camilla Candiani che  si ringrazia per aver messo a disposizione il materiale pubblicato.

Crebbio – In un dipinto la fotografia del nostro territorio nel XVII secolo

domenica, Ottobre 8, 2017 @ 02:10 PM
aggiunto da admin

Nella chiesa di Sant’Antonio di Crebbio è conservato un dipinto, olio su tela, 150 per 130 cm, databile alla metà del secolo XVII. Non è un’opera di grande valore artistico, tuttavia ha più volte attirato l’attenzione di alcuni studiosi di storia locale.
Infatti vi è raffigurato il territorio nel quale si trova questa parrocchia.
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Colico: Sulle Orme del Viandante 2017 Prima Tappa

martedì, Agosto 22, 2017 @ 12:08 PM
aggiunto da Colico

Colico – Torre di Fontanedo

Domenica 3 Settembre 2017

Tempo totale cammino: 6 ore ca.
Totale percorso: 8-9 km ca.
Difficoltà: principiante
Si consiglia abbigliamento da trekking.

ore 8,15 – ritrovo presso l’ufficio turistico di Colico con parcheggio gratuito
– iscrizioni e pausa caffè
ore 9,30 – partenza da piazza Garibaldi da dove si raggiungerà la località “acqua la fevra” in circa 1,5- 2 ore. Piccola sosta.
ore 11,00 – Partenza in direzione della Torre Viscontea di Fontanedo.
ore 11,30 – 14,00 Visita al nucleo della Torre dove una guida ne illustrerà la storia e le origini. Pranzo al sacco a cura dei partecipanti.
ore14,00 – partenza per San Rocco, dove si prevede l’arrivo per le ore 15,00.
ore 15,00 – Visita guidata alla Chiesa di San Rocco. Rinfresco offerto dalla Proloco Colico.
ore 16,30-17,00 rientro previsto

Quota di partecipazione: € 10,00 (gratuito per i minori :fino a 14 anni)
La quota comprende gli eventuali trasferimenti, il rinfresco e una sorpresa a fine passeggiata.
Il pranzo al sacco è a cura dei partecipanti e verrà consumato lungo il tragitto.

PRENOTAZIONI ENTRO: VENERDI 1 SETTEMBRE
Per INFO e prenotazioni: se possibile, inviare una e-mail indicando generalità e provenienza.

turismocolico@libero.it
Ufficio Turistico: 0341 930 930
Sergio: 349 1527899


Scarica la locandina in formato PDF

Vai alla presentazione generale della Manifestazione

SULLE ORME DEL VIANDANTE TRA LIERNA E ESINO

sabato, Settembre 5, 2015 @ 11:09 AM
aggiunto da Lierna

MAPPA CIRCUITO VIANDANTE

Rimandata al 11 Ottobre

Domenica 11 Ottobre è in programma la seconda tappa del percorso SULLE ORME DEL VIANDANTE organizzato dal coordinamento delle Pro Loco della riva lecchese del lago. La manifestazione nel suo complesso propone il percorso guidato del sentiero in 5 tappe domenicali, in cui i partecipanti saranno accompagnati dalle Pro Loco per meglio cogliere gli aspetti paesaggistici e storico/culturali più suggestivi. La qualità della proposta ormai è garantita dall’esperienza maturata dagli organizzatori, e dal gradimento dichiarato dai partecipanti nei 6 anni che hanno preceduto questa VII edizione.
La “LIERNA – ORTANELLA – LIERNA” che caratterizza la tappa del 13 settembre, è infatti un’idea messa a punto dalla Pro Loco di Lierna, che sfruttando la biforcazione del “Viandante” nelle varianti alta e bassa, ha realizzato un circuito ad anello.

Non solo questo ha permesso di valorizzare un tratto della variante bassa (quella che porta a Varenna passando per Fiumelatte) meno noto e meno battuto, ma offre agli escursionisti l’opportunità di una passeggiata che riporta al punto di partenza, percorrendo strade diverse, cogliendo così aspetti e scorci differenti. Senza contare la comodità di terminare la camminata dove si è lasciata la macchina con il cambio, o di ripartire dalla stessa stazione ferroviaria.

La manifestazione è aperta a tutti, ma dalla Pro Loco Lierna raccomandano oltre ad abbigliamento e scarpe adatti alla montagna, anche un minimo di allenamento: si percorre infatti un dislivello di circa 700 metri salendo dal Castello di Lierna in riva del lago, ai pascoli di Ortanella di Esino a quota 900 mt slm. con una salita, e una discesa al ritorno, pressoché costanti. Si tratta infatti della tappa più impegnativa delle 5 che si snodano lungo il percorso del Viandante, con un tempo di percorrenza, senza contare le soste, di circa 5 ore. Insomma, una tappa “ per molti ma non per tutti”. Queste le caratteristiche che fanno del circuito Lierna-Ortanella-Lierna una proposta diversa dalle altre tappe offerte dal “Viandante”.

Per motivi organizzativi è richiesta la prenotazione telefonica, l’iscrizione prevede infatti una colazione alla partenza e uno spuntino a base di prodotti locali

Mezzedo - panorama PANORAMA SU RIVA BIANCA E CASTELLO

Sorpresa e stupore sono stati gli ingredienti che hanno assaporato i 125  novelli Viandanti che hanno partecipato alla quarta tappa quando, arrivati nei pressi del Borgo Fortificato noto come Torre di Fontanedo, si sono catapultati nella magica atmosfera della vita cinquecentesca della corte di Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti.
Gli ospiti partiti dall’imbarcadero di Colico seguendo il segnavia del CAI hanno raggiunto e visitato il Montecchio sud per prendere poi la strada che porta  a San Rocco per la visita all’omonima chiesa, dove Mauro Branchini della Parrocchia di Villatico ha illustrato la storia ed il restauro della chiesetta.
Dopo la pausa pranzo direzione Fontanedo per ammirare la chiesa appena restaurata di Sant’Elena dove la professoressa Elena Fattarelli ha spiegato la storia e l’ampio lavoro di restauro che ha portato anche alla scoperta di antiche tombe a conferma del vecchio nucleo abitativo.
Infine direzione Borgo fortificato con la visita alla Torre di Fontanedo e qui la sorpresa di trovare i Castellani a ricevere personalmente gli ospiti ai quali e’ stata offerta una merenda in stile medioevale sotto l’occhio vigile del comandante della guardia e dei suoi armigeri. Un tuffo nel passato grazie anche all’atmosfera così ricreata con musiche dell’epoca e con gli splendidi costumi realizzati proprio per questa manifestazioni dalle mani sartoriali delle collaboratrici della Pro Loco Colico.
Un lungo applauso ha concluso questa giornata dove con le foto ricordo di un panorama mozzafiato i nostri ospiti hanno portato a casa un pezzetto di Colico.
gruppo partenza viand.2014
viandante 2014 1
viandante 2014

Lierna, 3a Tappa di “SULLE ORME DEL VIANDANTE”

mercoledì, Settembre 10, 2014 @ 11:09 PM
aggiunto da Lierna

Domenica 14 Settembre da Lierna parte la terza tappa della  manifestazione che, sul finire dell’estate, ogni domenica porta escursionisti e appassionati alla scoperta (o riscoperta) di una tappa dell’antico itinerario che collega i territori dei Comuni della sponda Orientale del lago.      

La tappa è organizzata dalla Proloco di Lierna e dalla Proloco di Esino.

Il percorso proposto nell’occasione è quello che si può definire il “Circuito del Viandante” e che sale da Lierna a San Pietro di Ortanella in comune di Esino, per poi ridiscendere a Lierna.  Si percorrono infatti due tratti del “Viandante” nell’unico punto in cui il sentiero si divide tra la cosiddetta variante bassa e la variante alta.

Alle ore 8,30 ritrovo alla stazione di Lierna

Alle ore 9 colazione a Castello di Riva Bianca offerta dalla Pro Loco Lierna

Alle ore 10 partenza della passeggiata lungo il primo tratto della variante bassa,  per un arrivo previsto a Ortanella con assaggi gastronomici offerti dalla Pro loco Esino sul prato panoramico di San Pietro.

Dopo la pausa si ridiscende dalla variante alta, raggiungendo l’antico nucleo rurale di Genico e poi, percorrendo il tratto del Sentiero che  attraversa Lierna, si giunge al limite territoriale opposto del paese, la frazione di  Sornico, verso il confine con i Mandello, per ritornare infine alla stazione.       

Con i suoi 700 metri di dislivello e le sue 5 ore circa di tempo, non si tratta di un percorso difficile, ma che richiede “gamba e fiato” nonchè un abbigliamento adatto a salite e discese e anche alle imprevedibili variazioni meteorologiche di questa estate.  

In caso di maltempo la tappa sarà rinviata alla prima domenica libera dopo le date già programmate.

Quota di partecipazione euro 7,00 (gratuita per i minori di 14 anni).

Prenotazione entro il 12 settembre 2014.

Per prenotare:  

email:    lierna@prolocolario.it  esino@prolocolario.it

Tel.        338.2046991

mappa circuito viandante

Abbadia Oggi: 30 anni della nostra storia

sabato, Marzo 15, 2014 @ 01:03 PM
aggiunto da admin

La Pro Loco di Abbadia Lariana è lieta di pubblicare la raccolta completa del periodico locale

abbadia oggi1982 – 2010

Nel quale il lettore può trovare notizie non solo degli avvenimenti locali del periodo, ma soprattutto la storia del territorio e dei suoi monumenti.

Si coglie l’occasione per ringraziare la signora Camilla Candiani, direttore della rivista, per aver messo a disposizione il materiale che la nostra associazione ha provveduto a digitalizzare e rendere pubblico.

Abbadia Oggi – 1982 Abbadia Oggi – 1990 Abbadia Oggi – 2000
Abbadia Oggi – 1983 Abbadia Oggi – 1991 Abbadia Oggi – 2001
Abbadia Oggi – 1984 Abbadia Oggi – 1992 Abbadia Oggi – 2002
Abbadia Oggi – 1985 Abbadia Oggi – 1993 Abbadia Oggi – 2003
Abbadia Oggi – 1986 Abbadia Oggi – 1994 Abbadia Oggi – 2004
Abbadia Oggi – 1987 Abbadia Oggi – 1995 Abbadia Oggi – 2005
Abbadia Oggi – 1988 Abbadia Oggi – 1996 Abbadia Oggi – 2006
Abbadia Oggi – 1989 Abbadia Oggi – 1997 Abbadia Oggi – 2007
  Abbadia Oggi – 1998 Abbadia Oggi – 2008
  Abbadia Oggi – 1999 Abbadia Oggi – 2009
    Abbadia Oggi – 2010

Inserti Abbadia Oggi:

I nostri primi 5 anni – dal 1982 al 1984 – parte prima
I nostri primi 5 anni – dal 1985 al 1987 – parte seconda
La chiesa parrocchiale di S. Lorenzo (Chiesa Rotta)

Abbadia: Chiesa Rotta

domenica, Gennaio 26, 2014 @ 07:01 PM
aggiunto da admin
Chiesa Rotta in una fotografia del 1976

Chiesa Rotta in una fotografia del 1976

La Chiesa di S. Lorenzo, o Chiesa Rotta, sorta in epoca imprecisata e già parrocchiale nel 1495, descritta nel 1559 da Paolo Giovio,  oggetto di diverse visite pastorali, fu posta in vendita nel 1788.
Il passaggio di proprietà avvenne 1’11 novembre del 1789, quando le chiavi della Chiesa vennero consegnate al nuovo proprietario, il notaio Antonio Bianchi: da quel momento non solo l’antica chiesa, ma tutta la zona circostante, verrà chiamata ufficialmente “chiesa soppressa” o, popolarmente, “chiesa rotta”.
Il paese contava allora 600 anime, e il parroco Antonio Butti scriveva che mancavano i soldi per ripararla o per farne una nuova.
Fu per volontà di Giuseppe II che la Chiesa dei Padri Serviti, nel frattempo trasferitisi a Como per ricongiungersi con i confratelli del convento di S. Gerolamo, potè essere utilizzata come nuova parrocchiale.

per ulteriori informazioni:
“La chiesa parrocchiale di S. Lorenzo (Chiesa Rotta)”
Supplemento al n. 6 di Abbadia Oggi del novembre 1989.

Il fascino del Sentiero del Viandante

lunedì, Giugno 17, 2013 @ 02:06 PM
aggiunto da admin

Il fascino del Sentiero del Viandante
di Roberto Pozzi

Il Sentiero del Viandante dopo BorbinoIl sentiero del Viandante” si snoda lungo la sponda orientale del Lario: a volte risale nelle vallate, altre volte scende fino a lambire il lago, altre ancora si muove pianeggiante all’ombra dei boschi di castagni e penetra nei vecchi borghi montani.

Il percorso collega Lecco a Colico sui crinali prospicienti il lago per proseguire attraverso la Valtellina e le valli d’Oltralpe ed è lungo 40 km. con dislivelli tra 400 e 1000 metri; lo si può percorrere in quattro-cinque tappe, per un t,otale di 16 -17 ore.

Pur essendo stato riscoperto solo da alcuni decenni, affascina un numero sempre maggiore di escursionisti di tutte le età.
Da anni le Pro Loco del Lario orientale, nelle Domeniche di Settembre organizzano gite con supporto di guide e di punti di ristoro per percorrerlo interamente in cinque tappe: il numero dei partecipanti è stato sempre in crescita.

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Colico Ieri e Oggi

lunedì, Aprile 1, 2013 @ 06:04 PM
aggiunto da admin

I primi insediamenti in età Neolitica hanno lasciato tracce sul Montecchio Nord, dove veniva estratto rame, dall’età del bronzo ci sono pervenute incisioni su massi (coppelle) ancora da studiare, dalle popolazioni liguri e celtiche alcuni toponimi (Olgiasca, Montecchio) e forse il nome stesso di Colico (Co-lèk).

In epoca romana emerge l’importanza strategica del lago, che costituisce la più importante via di comunicazione tra la ricca e popolosa pianura padana con gli altrettanto importanti paesi d’oltralpe attraverso i valichi alpini di Maloja, Septimer, Spluga, Julier.
La zona è inglobata in epoca imperiale nel Municipium Novum Comum, dove ha sede la flotta imperiale, terza per importanza: il lago è navigabile fino a Samolaco, da dove si prosegue via terra verso i valichi alpini, sulla sponda occidentale viene aperta l’unica via percorribile con carri, la Via Regina.
I terreni agricoli sono suddivisi con la centuriazione da cui il toponimo Centoplagio che ricorre spesso nei documenti.

Con la diffusione del Cristianesimo, si diffonde anche il culto di San Fedele, soldato romano martire del IV secolo, che forse approdò a Laghetto per cercare scampo alle persecuzioni.
Colico fa parte della diocesi di Como e della pieve di Olonio, sede anche di un mercato di fama internazionale.
Nel 617 il vescovo scismatico Agrippino fa costruire a Piona l’oratorio di Santa Giustina, primo nucleo della futura chiesa di San Nicolò.

Durante la dominazione di Franchi e Longobardi, sec. VIII-IX, ai piedi del monte Lineone (citato in un documento del 879) vivono comunità rurali con beni comuni o concilia, organizzate in aziende agricole o curtis, da cui toponimi Corte a Laghetto e i termini dialettali gudàz = padrino, scusàa = grembiule e gaggio = bosco di derivazione longobarda.
Grazie a donazioni e lasciti, si estendono le proprietà di chiese e monasteri di Gravedona e di Como.

Il nome Colego compare per la prima volta in un documento del 931, ma in numerosi atti notarili del tempo compaiono i toponimi Fameliarca, Curtis, Curte de Centoplagio (1204), Burgonuovo de Colgo, Rubianiga Olzasca, Fosato, Vilaricho (1154) e si parla di attività agricole, estesi vigneti, di mulini in località Vilaricho (1239).
Nel 1200 è documentata la formazione in Colico di un libero comune, retto da un’assemblea di Estimati o proprietari terre, diviso in 4 squadre o frazioni (Colico piano, Curcio, Villatico, Laghetto; Olgiasca, comune autonomo, sarà accorpato da Napoleone), e con estesi boschi e pascoli che erano beni della Comune cioè della comunità Nel XIV secolo Colico diventa feudo dei Visconti, viene assegnato alla famiglia Sanseverino e poi ai Quadrio di Tirano, col titolo imperiale di Conti dal 1550.
In quello stesso periodo un’alluvione del torrente Inganna distrugge l’insediamento originario di Colico piano, la roccaforte o castrum de Colego citato nei documenti, che viene trasferito in un’altra insenatura del lago.

Dal XII secolo, per le continue guerre fra Impero, Comuni e Papato, e in particolare fra Como e Milano che coinvolgono tutte le comunità lariane, nella zona alto lago vengono costruite una rete di torri di avvistamento e difesa con cinta muraria, per proteggere le popolazioni rurali dalle frequenti incursioni.
Ne rimangono tracce nei toponimi Murata, Portone a Curcio, Torre a Laghetto, nelle case-torri ormai scomparse a Olgiasca, Corte e a Curcio, ma di cui possiamo vedere due esemplari sul Monteggiolo.
Possiamo ancora ammirare nella sua imponenza quella di Fontanedo, a guardia dell’omonimo, antico, nucleo abitato.

Fin dal Medioevo è documentata una fitta rete di sentieri, ancora in gran parte percorribili, utilizzati per gli spostamenti locali, ma anche per mettere in comunicazione la zona rivierasca con la Valvarrone, la Valsassina, la Val Gerola, la Valtellina.
Sentieri acciottolati, a mezza costa costituivano, fino a due secoli fa, l’unica via lungo tutta la sponda orientale del lago, per viandanti e carri che volessero recarsi da Milano-Lecco nei paesi d’Oltralpe, e viceversa.
Su questa direttrice fu edificata nel XIV secolo la chiesetta di San Rocco.

L’importanza strategica di Colico si accresce, suo malgrado, nel XVI secolo, quando l’alto lago diventa uno dei campi di battaglia tra le superpotenze dell’epoca, Francia e Spagna, per il predominio dell’Europa: Colico viene invaso dapprima dai Grigioni, che devono poi arretrare fino a Piantedo, viene saccheggiato dai soldati francesi e infine occupato dagli Spagnoli, che mantengono il loro infelice dominio fino al 1714, quando subentrano gli Austriaci.
È un periodo di decadenza economica e di sofferenze per la popolazione, dovute a cause naturali (i terreni della Piana di Colico e l’intero Pian di Spagna si impaludano, e si diffonde la malaria) ma anche storiche e politiche.

Colico diventa “terra di confine” fra due stati in guerra anche religiosa: il Milanesado spagnolo baluardo del cattolicesimo e i Grigioni che hanno aderito al Protestantesimo e controllano la Valtellina (dovranno abbandonarla in seguito alla rivolta del 1620 nota come Sacro Macello).
Sul montecchio più vicino al confine, il Governatore di Milano Don Pedro Enriquez de Acevedo, conte di Fuentes fa erigere in gran fretta nel 1603 una fortezza che tenga a bada i Grigioni e una torretta che controlli la via per la Valtellina.

Durante la guerra dei 30 anni, che devasta l’Europa, le truppe mercenarie dei Lanzichenecchi nel 1629 scendono dalla Germania dirette a Mantova in aiuto degli Spagnoli, fanno tappa a Colico, saccheggiano e diffondono la peste che spopola il paese.
Solo nel XVIII secolo, con il governo “illuminato” di Maria Teresa d’Austria che impone tasse più eque e favorisce gli investimenti in agricoltura, la comunità di Colico comincia a riprendersi e la sua popolazione aumenta anche per l’immigrazione di braccianti e massari.

Il Catasto teresiano del 1722 mostra estese proprietà di enti ecclesiastici ma anche di nobili milanesi e industriali della seta che investono in redditizie aziende agricole nel territorio di Colico.
Si coltivano mais, cereali, castagni per il consumo familiare, numerose viti per pagare le tasse e i fitti, lino e canapa che insieme alla lana vengono filati e tessuti in casa dalle donne.
I contadini allevano anche mucche, pecore, capre, maiali per il consumo familiare, vivono in edifici rurali e praticano la transumanza stagionale sui monti e sugli alpeggi.

Nel secolo successivo estendono le piantagioni di gelsi, per allevare i bachi da seta sempre più richiesti dall’industria serica in espansione.
Nell’alto lago, lungo i corsi d’acqua, vengono impiantati setifici e filatoi; a Colico saranno attivi fino agli inizi del ‘900 tre “incannatoi” per la seta, dove lavoreranno soprattutto donne e bambine.

Le zone pianeggianti lungo il lago e l’intero Pian di Spagna sono però paludosi e improduttivi, la malaria continua a mietere vittime e costringe gli abitanti di Colico a trasferirsi d’estate in luoghi elevati e salubri, seguendo il bestiame sui monti e perfino in Valle Spluga, a Teggiate, Andossi luoghi d’origine di molte famiglie.
Vi crescono solo erbe palustri, caréch, vi nidificano varie specie di uccelli che richiamano anche dal milanese compagnie di cacciatori in cerca di selvaggina.
La frazione più popolosa sede dell’unica parrocchia, rimane Villatico, che gode di un ambiente più salubre e ospita attività produttive quali mulini, forni, torchi, segherie e a metà ‘800 la prima scuola.

Solo agli inizi del XIX secolo, grazie all’impegno dell’ingegnere francese Giacomo Rousselin e del medico varesino Luigi Sacco ha inizio tra molte diffcoltà la bonifica della Piana di Colico: si scavano canali, si aprono strade (per Piantedo), si estrae torba, si coltivano le terre prima acquitrinose.

Gli Austriaci realizzano importanti opere pubbliche, incanalano in un alveo rettilineo il corso dell’Adda nel 1858, potenziano la rete stradale per scopi militari, aprendo nel 1809 la Colico-Sondrio che poi proseguirà fino a Bormio e allo Stelvio, nel 1822 la Colico-Chiavenna che continua fino a Coira attraverso lo Spluga.
Queste opere pubbliche richiamano ed impiegano mano d’opera, Colico acquista una grande importanza nella rete viaria del tempo e si avvia ad uno sviluppo economico e sociale anche grazie alla costruzione del porto nel 1818.

Da qui passano tutte le merci da e per i paesi d’Oltralpe e, con l’avvento dei battelli a vapore, esso diventa il punto d’attracco più importante dell’alto lago.

Aumenta la popolazione sia nelle frazioni, che si costituiscono in parrocchie autonome intorno alle nuove chiese:
• Parrocchia di San Nicola di Bari in Olgiasca, eretta presumibilmente nel 1252
• Parrocchia di San Bernardino in Villatico, eretta intorno al 1500
• Parrocchia di San Fedele in Laghetto, eretta nel 1857
• Parrocchia di San Giorgio in Colico Piano, eretta nel 1914
• Parrocchia dei Santi Angeli Custodi in Curcio, eretta nel 1934

Ma si amplia soprattutto Colico Piano, che si avvia a diventare il centro del comune grazie alla sua posizione, ai servizi, al porto, alle strade che favoriscono la circolazione di merci, persone e idee.

Le idee mazziniane animano l’azione di Michele Ghisla e di altri patrioti che partecipano alle lotte risorgimentali per l’indipendenza, combattono al seguito di Garibaldi, si organizzano per affermare il diritto al voto (circolo repubblicano, suffragio universale), all’istruzione (più scuole, corsi per adulti), all’assistenza e alla pensione (Società Operaia di Mutuo Soccorso, 1864). Il lago di Como diventa sempre più meta di turisti: dai viaggiatori tedeschi del XVI secolo che ci hanno lasciato i loro appunti di viaggio, agli amanti del “Gran Tour” affascinati dalle rovine del Forte, dall’Orrido di Bellano, dalle ville.

A fine secolo iniziano le escursioni alpinistiche sul Monte Legnone (2609 m) e a Colico sorgono, accanto ad attività artigianali e a piccoli opifici (cartiera, incannatoi), numerosi alberghi.
Colico vede confermato il suo ruolo strategico nella rete delle comunicazioni con la costruzione della linea ferroviaria per Sondrio 1885, Chiavenna 1886 e Lecco 1894, che verranno elettrificate nel 1902 e favoriranno lo sviluppo della sponda orientale del lago.

La crisi dell’agricoltura, che rimane la principale attività lavorativa, costringe però molti colichesi ad emigrare, soprattutto negli Stati Uniti, nell’America Latina, in Australia, spesso definitivamente.
Nei primi decenni del XX secolo sono ancora molti i colichesi che migrano oltreoceano, ritornano dopo alcuni anni e con i piccoli capitali raggranellati possono acquistare appezzamenti di terra suffcienti per diventare da massari o fittavoli piccoli proprietari indipendenti.
Le rimesse degli emigranti rendono possibile una ridistribuzione della terra e una certa mobilità sociale.

Le tensioni internazionali, i preparativi bellici che contrappongono la Triplice Alleanza, di cui l’Italia fa parte fino al 1914, alla Triplice Intesa, con cui si schiera all’entrata in guerra nel 1915, spingono lo Stato italiano a costruire un’imponente linea difensiva per fermare un eventuale attacco dal fronte alpino: la Linea Cadorna.

La partecipazione alla prima guerra mondiale manda al fronte i giovani, braccia maschili valide indispensabili per l’agricoltura.
Numerosi sono i morti nelle trincee del fronte orientale, e più ancora quelli che fanno ritorno invalidi e mutilati; alla crescita del paese, così compromessa, non contribuiscono certo la politica autarchica e militarista del ventennio fascista.

La partecipazione alla seconda guerra mondiale, che ne costituisce il naturale epilogo e ne decreta la fine, vede morire sul fronte russo, africano e nei mari decine di giovani colichesi.
Soprattutto la ritirata di Russia apre gli occhi a molti giovani che, nonostante l’indottrinamento di un ventennio, dopo l’8 settembre rifiutano di continuare a combattere a fianco dei nazisti e si rifugiano in montagna, dove organizzano la lotta partigiana.

Colico, data la sua posizione strategica, è presidiata da truppe della RSI e tedesche, la popolazione è divisa.
La Resistenza non si realizza solo con azioni militari: sono molti i civili e le donne che sostengono, aiutano, nascondono i partigiani e i fuggiaschi, e anche la repressione è feroce (incendiate per rappresaglia case di Fumiarga, esecuzioni).

A Colico trovano ospitalità molti “sfollati” da Milano, sfuggiti ai bombardamenti, e si verificano episodi di solidarietà e generosità che si contrappongono alla barbarie della guerra, ma anche qui le bombe lanciate sul nodo ferroviario provocano morti civili e distruzioni.

La ricostruzione del dopoguerra vede una faticosa ma costante crescita del paese, che elegge come primo sindaco, dopo la Liberazione e il ritorno alla democrazia, lo storico professor Martino Fattarelli, a cui è stata dedicata la nuova biblioteca.

Negli anni ‘50 si assiste a un progressivo abbandono dell’agricoltura, che sopravvive come lavoro integrativo accanto a quello in fabbrica.
Uomini e donne trovano lavoro nelle industrie di Dervio (Redaelli), Bellano (cotonificio Cantoni), Mandello (Moto Guzzi), Abbadia (tubettificio), Lecco (Badoni), Talamona (Nuova Pignone) che raggiungono ogni giorno con i treni dei pendolari.

Solo con la costruzione della nuova SS36, completata con l’attraversamento di Colico, si mettono le basi per la creazione in paese di un’area industriale, che in breve offre possibilità di lavoro non solo ai colichesi ma richiama anche lavoratori da fuori.

Il resto è presente … e futuro da costruire! Colico è gemellata con la cittadina tedesca di Wolfegg.

Testo a cura di Giovanna Zugnoni

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