Archivio categoria ‘Monumenti e Luoghi’

Lierna – la Cava di Grumo

martedì, Novembre 1, 2011 @ 09:11 PM
aggiunto da admin

Entrò in funzione nel 1867 e fin da allora venne definita “cava del marmo nero”.
La cava era di proprietà della famiglia Scanagatta che vi lavorò fino agli anni ’50.

Famiglia Scanagatta

Nonno di Giacomo Scannagatta, Giacomo Scannagatta bambino e nel 2008

L’estrazione delle rocce veniva effettuata a mano con martello e scalpello, poichè, data la vicinanza con l’attuale provinciale 72, non si potevano far brillare mine.

Le rocce si presentavano a strati, pertanto non era possibile estrarre blocchi di grandi dimensioni; inoltre non tutta la roccia era ugualmente sfruttabile a causa del diverso spessore degli strati, delle variazioni delle proprietà fisiche e per la presenza di discontinuità.

Il materiale estratto veniva scelto dai compratori sulla piazza di Lierna, in base alle richieste di mercato; se il pezzo era troppo grande si provvedeva a tagliarlo ulteriormente in cava, altrimenti veniva trasportato via lago a Varenna dove si procedeva alla sua levigazione e trasformazione nella forma voluta.

Anche la Fabbrica del Duomo di Milano fu interessata all’acquisto della cava che però la famiglia Scanagatta non volle mai vendere.

All’interno degli strati calcarei furono anche recuperati minerali allo stato cristallino e fossili; fu proprio alla cava di Grumo che nel 1933 venne ritrovato il fossile di un esemplare di Lariosauro.

Operai Cava di Grumo

Signori in visita alla Cava con gli abiti della festa e i Cavatori della Cava di Grumo

Le foto sono state fornite da Giuseppe Scanagatta

VARENNA – MONUMENTI

martedì, Novembre 1, 2011 @ 04:11 PM
aggiunto da Varenna

Il Castello di Vezio
castello di vezioSi trova in posizione superba a dominio del Centro Lago, di cui era uno dei principali punti di segnalazione. E’ un castello-recinto risalente al XII-XIII secolo, con torre quadrata attorniata da una cerchia di mura pentagonale con torri d’angolo. Anticamente una seconda cortina avviluppava l’insieme e scendeva a contenere eproteggere l’abitato di Varenna. Traccia di ciò si ha ancor oggi nelle mappe catastali: Vezio è frazione di Perledo mentre il Castello ricade nel comune di Varenna.

Fiumelatte
FiumelatteII Fiumelatte va annoverato tra i più brevi corsi d’acqua d’Italia con i soli 250 m. circa di sviluppo, dal punto d’origine al suo tuffo nel lago.
Precipita a valle con una pendenza media di 36° e per questa ragione le sue fragorose acque sono così spumeggianti, tra i ciclopici massi disseminati lungo il suo letto, da conferirgli un incredibile color bianco-latte, fenomeno da cui trae nome.
E’ un torrente temporaneo, con una stagionalità nella emissione delle acque: compare rapidamente verso fine marzo per poi scomparire quasi d’incanto ad ottobre. Periodi di attività o di secca “anomali” non sono però infrequenti e vanno ricondotti alla siccità o alla piovosità della stagione.
Questa sua particolare singolarità ha condotto gli studiosi ad ipotizzare che il Fiumelatt, che scaturisce da una sorgente carsica naturale, rappresenti un “troppo pieno” di un imponente bacino situato nelle viscere del retrostante circo glaciale di Moncodeno (Grigna Settentrionale).
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Villa Monasterovilla monastero

Villa Monastero, un tempo convento di monache cistercensi, ora di proprietà della Provincia di Lecco, è una delle principali attrattive della sponda orientale del lago di Como, per la sua posizione strategica, proprio a ridosso del lago. Il nucleo centrale è rappresentato dal complesso architettonico cinquecentesco , interamente accessibile al pubblico con il suo percorso espositivo che si sviluppa in 14 sale. Nel 2004 ha ottenuto il riconoscimento museale di Regione Lombardia come Casa museo.

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La chiesa di San Giorgio

6760464-Chiesa_di_San Giorgio_Varenna[1]La chiesa di San Giorgio è la chiesa principale di Varenna e sorge nel centro del paese. La chiesa ha origini medioevali, probabilmente realizzata tra 1250 e il 1300 e consacrata nell’anno 1313, la chiesa parrocchiale si sviluppa su tre navate, separate da pilastri cilindrici e archi acuti.

Di particolare interesse la facciata, che si erge sull’omonima piazza, dove si possono osservare i diversi stili architettonici susseguiti nel corso del tempo e dove troviamo un pregevole affresco del XVI secolo raffigurante San Cristoforo.
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MANDELLO – MONUMENTI E LUOGHI

martedì, Novembre 1, 2011 @ 04:11 PM
aggiunto da Mandello
CHIESA DI SAN GIORGIO
Appartenente al comune di Mandello, ma dipendente dalla parrocchia di Crebbio, la chiesa di San Giorgio è originaria probabilmente del 100 DC, anche se oggi appare nelle formedel XIII secolo.
L’acquasantiera in marmo del IX-X secolo e l’eccezionale complesso di affreschi raffiguranti temi come la misericordia, la salvezza e la dannazione ne fanno uno dei più affascinanti rilievi archeologici della zona orientale del lago.
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CHIESA DI DEBBIO
Chiesa di DebbioDi costruzione antica ma non databile con precisione (è citata gia nel’883 DC), è inizialmente dedicata a S. Stefano.
Nel 1434 viene eseguito un affresco rappresentante la Madonna del Latte e nel 1760 viede dedicata a Santa Maria Nascente.
Ubicata al confine tra i Comuni di Mandello e di Abbadia Lariana. è raggiungibile in pochi minuti percorrendo il tratto Debbio – S. Giorgio  o arrivando da Abbadia seguendo il “Sentiero del Viandante”.
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ARCIPRETALE DI SAN LORENZO MARTIRE

La chiesa è situata in zona lago,non lontana dal pontile del battello.
Già documentata nell’800, nel 1288 sede di Capitolo. La forma attuale si deve al rifacimento del 1613. Dell’antica struttura il campanile romanico (sec XI-XII). Affiancata dal complesso di Santa Marta, sacello a pianta quadrata con abside poligonale, sede di antica confraternita (1300).
Ricca decorazione barocca all’interno. Nel presbiterio tele (XVII sec) con Storie di San Lorenzo di Agostino Santagostino. Stucchi del presbiterio di Giacomo Scotti (XVII sec), stalli del coro ligneo di Paolo Lucini (1691). Altare maggiore pregevolissima opera in legno intagliato e dorato.
Organo Serassi (1764) scolpito e dorato. Decorazione della volta della navata con Trionfo della Pace di Luigi Tagliaferri (1915). Nell’andito che conduce da San Lorenzo a Santa Marta affresco dell’Addolorata, di origine antica, più volte ridipinto.
Dalla chiesa di Santa Marta si accede alla Grotta della Madonna di Lourdes.
Di fronte alla Chiesa l’antica Cappella dei Morti, a pianta ottagonale.

TORRE DI MAGGIANA (DETTA DEL BARBAROSSA)

La Torre di Maggiana “detta del Barbarossa” è una fortificazione di origine medievale risalente al XII secolo, il cui nome va ricondotto alla leggenda secondo cui  la famiglia Mandelli avrebbe offerto ospitalità all’imperatore Federico I (il Barbarossa) nel 1158. Della decorazione ad affresco che un tempo ornava i locali resistono alcuni lacerti rappresentanti trofei d’armi. Attualmente è sede del Museo di Arte Contadina il quale, allestito con cura dal Gruppo Amici di Maggiana, raccoglie manufatti del lavoro e dell’arte contadina. Sulla terrazza, in cima alla torre, si gode un bellissimo panorama sul lago e sulle montagne circostanti.Orari di apertura: Dalle 10:00 alle 12:00 nei seguenti giorni: Aprile: 9, 16 (Pasqua), 17, 23, 24, 25, 30.
Da Maggio a Settembre Sabato e Domenica.
Aperture straordinarie: 1 Maggio, 2 Giugno, 15 Agosto
www.museotorremaggiana.it

RONGIO – SAN GIACOMO

Documentata dal 1558 ma di fondazione più antica. Forma attuale frutto di un intervento di abbellimento e restauro del 1903. Dal 1913 il fonte battesimale. All’interno, sull’altare di marmo policromo intarsiato (1745), una nicchia accoglie la statua del Santo in abiti vescovili.Sulla volta del presbiterio La cena in Emmaus.Nello spessore di un pilastro che divide il presbiterio dalla navata, visibile affresco tardogotico raffigurante Madonna col Bambino con ramo di ulivo. Nella navata si apre la Cappella della Madonna del Rosario con bella statua della vergine. Copertura della navata con volta a crociera adue campate. In controfacciata, in posizione elevata, il coro.

RONGIO – SANT’ANTONIO DA PADOVA

Risale al 1654. Sopra l’altare maggiore una statua di Sant’Antonio con Gesù Bambino circondato da fanciulli. Sulle pareti del presbiterio 2 tele: a sinistra Sant’Antonio resuscita un morto; a destra fatto che narra l’origine della chiesa. Nella navata 2 nicchie con statue della Vergine Immacolata e di un Santo Guerriero. Due tele nella navata rappresentano Maria Immacolata che trionfa su un drago e il sacrificio di Isacco. Nelle lunette dipinti 2 miracoli di Sant’Antonio.

OLCIO – SANTA MARIA AL MONTE

A 661 metri s.l.m., su antica via di comunicazione che collegava Mandello alla Valsassina. La mulattiera che conduce alla chiesa parte dalla frazione di Somana
Sicuramente già esistente nel 1145, quando il santuario è citato in un privilegio papale.
Nel 1335 fu ospizio benedettino, con annessi locali edificati in epoca medievale.
Dal 1440 dipende dalla Parrocchia di Olcio.
Della primitiva costruzione romanica il campanile e la planimetria, ad aula unica con portico esterno.
L’altare maggiore conserva un quadro con Maria e Bambino tra i SS. Giuliano e Lorenzo.
Seriamente danneggiata da un disastroso incendio nel 1997, in seguito restaurata nelle forme attuali

OLCIO – SANTA EUFEMIA

Olcio - Sant'EufemiaSituata nella frazione di Olcio,sulla provinciale.
Sicuramente anteriore alla Parrocchia, costituita con atto notarile il 4 Novembre 1491, come attestano elementi del campanile di epoca romanica, sovrastato da cupola a cipolla appena accennata di epoca successiva.
L’aspetto attuale si deve a un rifacimento del XIX sec.
All’interno ricca decorazione ottocentesca con dipinti nella zona presbiteriale di Giovanni Maria Tagliaferri (1873). Sull’altare maggiore in marmo policromo è una pala con la Natività.
In controfacciata in posizione elevata pregevole organo Carnisi (1853)

SOMANA – SANT’ABBONDIO

Consacrata nel 1803 ed eretta parrocchia indipendente nel 1858. Struttura ad aula unica coperta da volta a botte. Facciata a capanna in cui si apre il portale centrale sormontato da un occhio. Il campanile termina con un’elegante cipolla.All’interno catino absidale decorato con affresco raffigurante il Sacro Cuore di Gesù benedicente tra schiere di Angeli musicanti. Sulla parete dell’abside riquadri con scene cristologiche. Nella volta affrescato il miracoolo di Sant’Abbondio che con la resurrezione di una bambina induce i pagani alla conversione.

SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DEL FIUME

Santuario della Beata Vergine del FiumeEdificio a pianta ottagonale con tamburo e portico esastilo realizzato in seguito al ritrovamento (1624) dell’immagine della Vergine ora sull’altare maggiore.
Fabbrica ultimata nel 1630, ma con rifacimenti successivi (portico rifatto nel 1742 e campanile nel 1912).
Cappelle esterne della Via Crucis realizzate tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800.
Decorazione all’interno tra i più felici esempi del barocco lariano.
Affreschi e tele del coro con Storie della Vergine di Agostino  Santagostino (XVII sec).
Ricca decorazione a stucco di Giacomo Scotti (XVIII sec).

SAN ZENONE IN TONZANICO

Chiesa San Zenone in TonzanicoDi origine medievale, ma rifatta nel XV sec.  Pianta dell’edificio a due navate di tipologia umanistica.
Nella navata a sud lacerti di affreschi tardogotici: Crocefissione, Sant’Antonio e San Bernardo, Martirio di Santa Caterina d’Alessandria e scene della Dormitio Virginis.
L’altare con la statua di San Zeno presenta un architettura dipinta in tromphe l’oeil.
Nella navata nord un Crocifisso e la statua di Maria Immacolata. Esternamente una colonna del 1654 ricorda i morti di peste del 1630.
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GROTTA FERRERA
La grotta Ferrera si trova in località Acqua Bianca.
Il livello orografico della grotta è 590 metri sopra il livello del mare ed ha un dislivello massimo di circa -37 metri.
La caverna è costituita essenzialmente da un’unica immensa sala lunga circa 175 metri e larga circa 50 metri. È percorsa per un breve tratto da un ruscello proveniente da una volta che forma una cascata.
L’accesso è estremamente facile, poiché si apre sul bordo di una mulattiera molto ben tenuta; anche la percorribilità interna è facile, tuttavia il suolo è coperto da fango scivoloso e costellato di crepacci.
La caverna è stata originata dalla dissoluzione di una parte di roccia più corrodibile seguita dal crollo di altri strati sovrastanti al fine di ristabilire l’equilibrio. Questo tipo di formazione è frequente nelle grotte della zone limitrofe.

CHIESETTA ALPINA DI ERA
eraCuriosità…

 

LIERNA – MONUMENTI E LUOGHI

martedì, Novembre 1, 2011 @ 04:11 PM
aggiunto da Lierna

Il Castello
Il Castello sorge su un promontorio naturale che ne accentua il carattere insulare e difensivo e presenta tuttora una cinta muraria con resti di epoca medioevale. Almeno fino al secolo XII possedeva anche una torre nella sua parte nord occidentale, la cui base è ancora in parte visibile in Piazzetta Dogali.
Tutto il complesso ha subito nel corso dei secoli molti rimaneggiamenti che ne hanno cambiato il volto e la funzione. Caduto in disuso come opera difensiva delle acque, assunse carattere di borgo residenziale e commerciale.
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La Chiesetta di SS. Maurizio e Lazzaro
All’interno del borgo sorge la chiesetta dei SS. Maurizio e Lazzaro appartenente nel 1147 al monastero di S. Dionigi di Milano.
Dedicata in un primo tempo solo a S. Maurizio, spesso patrono di località difensive come doveva essere il Castello in origine, venne poi dedicata anche a S. Lazzaro.
Alcune notizie riferiscono che la co-dedicazione dell’edificio derivò nel tardo Cinquecento dall’ordine cavalleresco intitolato ai due santi e fondato dai Savoia.
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L’Oratorio del Santo Crocifisso
Oratorio del Santo CrocifissoSorge presso la chiesa parrocchiale e presenta una struttura ottagonale.
Fu eretto nell’anno 1841 su disegno dell’ing. Amadeo di Bellano, per disposizione testamentaria del Sac. Ilarione Marcelli col concorso del popolo di Lierna.
Da molti anni non viene utilizzato per le funzioni sacre, mentre in passato era sede della Confraternita, vi si tenevano le lezioni di dottrina cristiana, le adunanze delle pie associazioni e vi si celebrava l’Ufficio della Beata Vergine tutte le feste. Si cantava la messa il giorno dell’Invenzione della S. Croce e si celebravano le messe per i legati dei sacerdoti Ilarione Marcelli ed Ercole Lampugnani.

 


L’abitato di Sornico

“Verso monte  entriamo in  Sornico attraverso il “Punt de la Ninì”, celebre arco sopra la mulattiera, quasi fosse la porta d’ ingresso di un’ antica città.
Qui le case appaiono molto più vetuste che nel resto del paese.
La via principale è stretta e rivestita da un acciottolato di sassi.
Fatti ancora pochi passi ci si pone dinanzi la chiesa di S. Michele.Dai documenti da noi consultati, l’ edificio appare molto antico. Viene infatti citato anche in alcune carte del XII secolo come bene immobile di proprietà del convento di S. Dionigi in Milano.La struttura attuale mostra evidenti tracce di rifacimenti e di restauri più o meno recenti.
La stradina che costeggia la chiesa va verso la “Valle di Sornico” dove sorge un lavatoio. Quindi si inerpica verso i boschi.”
Testo di Aurelio Goretti,  da“ Lierna, un paese tra lago e monti”

Sornico – San Michele
L’antico oratorio di San Miche a Sornico, di probabile  origine Longobarda e appartenente fino al 1202 al monastero di San Dionigi di Milano, come alri edifici religiosi liernesi aveva subito una riedificazione all’inizio del Seicento.
L’edificio conserva un aspetto lindo e campestre ed è ravvivato sulla facciata esterna da un piccolo affresco del 1826 rappresentante San Michele arcangelo.
A destra della porta di ingresso è posta una pregevole pila per l’acqua benedetta in pietra scolpita.
La sacrestia fu edificata nel 1731 e conserva un lavabo in marmo rosso, Sulle pareti ai lati dell’altare sono appese due tele a olio di grandi dimensioni, di cui una datata 1688 raffigurante S. Antonio con le anime purganti, l’altra rappresentante S. Luigi di Tolosa.
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La Chiesetta di San Martino a Grumo
Costituita da un semplice edificio con campanile, preceduto da un portico ornato da un  ingenuo affresco raffigurante le Anime Purganti.
Al di sopra delle due finestre che affiancano l’entrata, fino al 1950 circa, erano presenti due nicchie in cui erano collocate delle ossa umane che si diceva fossero state ritrovate nei campi circostanti in tempi molto lontani.
All’interno l’altare è costruito con marmi policromi e la pala affrescata rappresenta la Vergine con S. Martino e S. Ambrogio.
Al di sopra un affresco ottocentesco raffigura il Transito di S. Giuseppe.
La citazione più antica di questo luogo è  in un rogito notarile del 1436 riguardante un terreno appartenente alla chiesa di S. Martino di Lierna, in località Prato Grasso.
Dopo due secoli, alla fine del Seicento, il parroco di Lierna scrive che durante le processione delle Rogazioni si visitavano i resti dell’antico oratorio di S. Martino.
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Oratorio di S. Bernardo a Villa
La chiesetta di S. Bernardo, come altre in Lierna, era un edificio religioso di antica origine, nel tardo Cinquecento molto deteriorato o abbandonato, di cui si riprese la riedificazione in pieno clima di Controriforma, per ravvivare il sentimento religioso e il culto.
La sua ricostruzione, lunga e tormentata, durò circa duecento anni, con continue interruzioni.
Nel 1667 il vescovo Torriani annota che la costruzione era stata iniziata da molto tempo e che ogni prima domenica del mese ci si recava in processione con la Confraternita del Rosario.
Lodovico Venini, Nicola e Paolo Balbiani avevano già donato nel Seicento 35 scudi e 100 lire per la sua realizzazione, ma ancora nel 1712 l’Oratorio era incompleto, nonostante fosse méta regolare della processione del Rosario per commemorare la Vergine e il santo titolare.
Nel 1768 una processione vi si recava il giorno di S. Bernardo, nonostante l’edificio non fosse ancora terminato.
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L’Oratorio di Santa Caterina a Giussana
L’Oratorio di S.ta Caterina d’Alessandria a Giussana è ricordato solo da una cappellina votiva in mosaico (eseguito nel 1962 sopra un precedente affresco) sulla facciata di una casa privata, dove la santa è rappresentata con la ruota del martirio che le fu inflitto.
La chiesetta sorgeva fra le mura di questa abitazione e benché si parli anche di un convento con monache o frati, non se ne trova traccia nelle relazioni vescovili successive al 1593.
Nella prima metà del Seicento l’Oratorio era mantenuto da Francesco Georgi e fratelli che avevano fatto eseguire un’immagine a olio di S.ta Caterina da apporre sopra l’altare.
Un’unica finestrella dava luce all’interno e un vaso lapideo, sorretto da un pilastro in pietra, conteneva l’acqua benedetta.
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La Madonna del Rosario di Genico
La Madonna del Rosario a GenicoAl centro della frazione di Genico sorge una cappella ristrutturata da pochi anni, dedicata alla Madonna del Rosario. E’ rinchiusa da un cancello, dotata di altare e fino ad alcuni decenni fa di una bella statua lignea settecentesca, ora sostituita da una copia moderna. Il tempietto, in origine affrescato internamente con un cielo stellato, in passato era definito ironicamente “La Madòna di Capìtt”. Caduto in disuso come edificio religioso, veniva infatti utilizzato come deposito per i mazzi di funi e i capìtt (ganci o cappi in legno impiegati per  appendere la legna alle teleferiche ) adoperati abitualmente dai boscaioli di Genico. La sua origine, molto più spirituale, è invece legata alla presenza a metà del Settecento nella casa adiacente del sacerdote Giovanni Battista Panizza.
Costui era un semplice prete di campagna, nato nel 1728, che aveva studiato nel Seminario di Como e che esercitava le funzioni ecclesiastiche in  parte a Lierna e in parte a Olcio.
Si dedicava anche all’istruzione dei fanciulli della parrocchia e i suoi passatempi preferiti erano le partite a carte e la caccia.
La chiesina della Madonna del Rosario viene visitata regolarmente dalle processioni mariane del mese di maggio e occasionalmente è utilizzata per la celebrazione di messe.

I Mulini e Lavatoi lungo il torrente Buria
La passeggiata da Sornico a Grumo è accompagnata lungo tutto il percorso dalla valle del torrente Bùria che ha origine dai monti sopra i Saioli, scende e lambisce le frazioni meridionali di Lierna.

Benché attualmente la valle sia un luogo piuttosto trascurato e in molti punti cementificato, in passato le acque del torrente, che scorre impetuoso soltanto nei periodi piovosi, e dei suoi affluenti (Acqua del Gesso e Valle di Lembra) ebbero una grande importanza per la vita economica e quotidiana del nostro paese…
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Il Mulino Frantoio di Genico
il Mulino Frantoio di GenicoNelle vicinanze di Genico, lungo il sentiero che dal Bògn sale verso Somàca, è visibile un secolare mulino a ruota, restaurato e curato nei minimi particolari dai proprietari Lucia Panizza e Renzo Rompani.Nel Catasto Teresiano del 1756 lo stabile è citato come “mulino d’una sola ruota” appartenente a G. Battista Panizza fu Ambrogio di Genico. Costruito nella prima metà del Settecento per uso esclusivamente familiare, venne in seguito utilizzato per la macinazione del frumento e del granoturco prodotti in paese. Si aggiunse più tardi l’attività di frantoio per la spremitura delle olive.Rimangono i marchingegni originali in legno ancora funzionanti, il condotto in granito che portava l’acqua dall’invaso sovrastante, la ruota, un torchio, una raccolta di antichi misuratori e recipienti in rame per l’olio, una mastodontica madia per la farina, vecchi attrezzi agricoli e una stufa in muratura per il riscaldamento e la decantazione della sansa delle olive.Il mulino è sempre appartenuto ad un ramo della famiglia Panizza di Genico e abbiamo notizie dei primi mugnai settecenteschi: Giovanni Battista, Ambrogio e Vincenzo.L’attività venne continuata dai figli di quest’ultimo: Ambrogio e Amatore e poi dai nipoti Ortensio e Aristide. A fine Ottocento passò al discendente Ambrogio Panizza (Guérnu),che però cedette  il redditizio mulinoad un cugino pure di nome Ambrogio (Ambrusùn). Questi, già gestore di un frantoio a Fiumelatte, pensò di utilizzare il mulino soltanto per la spremitura dell’olio, attività che continuò suo figlio Amatore (Cecchìn) fino al 1970 circa.

La Cava di Grumo
Entrò in funzione nel 1867 e fin da allora venne definita “cava del marmo nero”.
La cava era di proprietà della famiglia Scanagatta che vi lavorò fino agli anni ’50.
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ESINO LARIO – LUOGHI E MONUMENTI

martedì, Novembre 1, 2011 @ 04:11 PM
aggiunto da Esino Lario

Chiesa parrocchiale di San Vittore
Esino - San VittoreMartire Goffredo da Bussero la menziona già dal secolo XII come esistente, posta sullo sperone roccioso che si erge in centro alla valle, era un tempo adiacente all’antico Castello di origine antica, ora scomparso.

Si raggiunge percorrendo il Viale della Croce sul promontorio della “Costa” tra la scoscesa boscosa della “Curaggia” a sinistra, e i prati a destra detti della “Scodegarda”, nome di chiara origine longobarda.
Conservata, a testimone dell’antica chiesa, è una tipica croce astile argentea di pieno Quattrocento.
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Il viale della Croce e Michele Vedani
Esino - Via CrucisLungo il costone morenico che collega il paese alla Chiesa Parrocchiale di San Vittore è possibile ammirare una delle opere artistiche più importanti di Esino Lario: La Via Crucis o Via della Croce.
Ad opera dello scultore Michele Vedani fu realizzata su formelle in bronzo negli anni ’40 dello scorso secolo incastonate nelle antiche cappellette originariamente affrescate.
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Chiesa sussidiaria di San Giovanni Battista
Esino - San Giovanni BattistaL’oratorio del Battista è situato nel centro storico di Esino Inferiore .
Dopo restauri ed ampliamenti, si presenta ora a tre campate con presbiterio a botte e coro poligonale e semplice fronte a capanna.
Ai lati del presbiterio, tra delicatissimi lavori di stucco del 1691, sono collocati due teleri con il Battesimo di Gesù e la Predicazione di Giovanni, così come appartiene al 1606 la tela dell’Addolorata, che prima del 1850 faceva da pala per l’altare laterale, dove fu posta allora la statua lignea tuttora molto venerata e ritenuta dai più miracolosa.
Da notare sono le tele secentesche della Morte di San Giuseppe e della Decollazione di San Giovanni ai lati, inoltre la Madonna dei Maniscalchi di chiara scuola veneta e in alto la graziosissima Natività.
Entrando sulla destra è conservata in parete la secentesca antica pala della Natività del Battista da poco scoperta e restaurata.

Museo delle Grigne
museo delle grigneIl Museo delle Grigne – museo civico di Esino Lario – racconta l’evoluzione del territorio esinese, dalle sue origini sino alla storia locale più recente.
All’interno della sezione geologica è possibile ammirare minerali della zona prealpina e alpina; fossili del periodo triassico mediano rinvenuti nella conca di Esino Lario, studiati dall’abate Antonio Stoppani e classificati dall’Istituto di Geologia dell’Università di Milano.
La sezione archeologica ha come fiore all’occhiello una freccia di selce eneolitica rinvenuta nella Rocca di Baiedo, il primo segno della presenza dell’uomo sulle pendici della Grigna; completano e arricchiscono la collezione oggetti, monili e armi trovati nelle tombe dei due nuclei abitativi di Esino Lario,
Cres di origine celtica e Psciach romana; utensili e strumenti di lavoro agricolo.
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Parco della Grigna Settentrionale
Esino Parco GrigneEsino Lario e’ il cuore del Parco Regionale della Grigna Settentrionale; la sua centralita’ nel territorio protetto ne fa il punto di osservazione piu’ interessante per eccellenza.
Il Parco si estende, oltre ad Esino, tra i comuni di Cortenova, Parlasco, Pasturo, Perledo, Primaluna, Taceno e Varenna, coprendo una superficie di ha. 5.548. Il territorio presenta massicci superbi, ora candidi di neve, ora sfoggianti i mille colori della primavera, dell’estate e dell’autunno, che si tuffano nelle dolci acque turchine del Lago di Como.
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DERVIO – MONUMENTI

martedì, Novembre 1, 2011 @ 04:11 PM
aggiunto da Dervio

Corenno Plinio
Corenno Plinio - panorama dal lagoFrazione del Comune di Dervio, si trova sulla sponda orientale del Lario ai piedi del monte Legnoncino, adagiato su una balsa rocciosa, in posizione dominante sul centro lago.
Fin dai primi documenti medioevali il borgo è denominato Corenno o Coreno: l’origine del toponimo è ignota, probabilmente celtica, anche se in passato gli Umanisti hanno voluto scorgere la radice greca corintum, pensando ai coloni greci inviati da Giulio Cesare sul lago.
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Castello di Dervio
Su uno sperone di roccia che domina la piana di Dervio, è ben visibile la torre del Castello di Orezia, anche se sarebbe più esatto chiamarlo mastio, dato che la fortificazione attorno alla torre era data dalle mura degli edifici circostanti.
Non si conosce l’origine del nome di Orezia, ma con tale nome la località era già citata alla fine del ’200 insieme alla vicina Chiesa di san Leonardo (In plebe deruio loco castrum goleza ecclesia sancti leonardi [2]). Nei documenti latini il nome aveva alcune varianti: orezia, oretia, horetia, holetia, olletia.
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Castelvedro
Dorio - CastelvedroIn località Mai (detta ad Mayum già nel ‘400), in posizione dominante su Dervio e il Lago di Como, sono ancora visibili i resti di un antico recinto (V-VI sec.).
Viene considerato parte del sistema di difesa creato sulle sponde del Lario a causa delle scorrerie di barbari dalla Rezia: tramite numerosi castelli, erano trasmesse segnalazioni da Colico a Como o a Lecco.
La fortificazione già all’epoca dello Statuto era considerata antica: in un atto di vendita del 1405 è indicato un bosco con molte piante di castagno posto ad castrum vetus. La storpiatura di questa dizione latina portò al nome di Castelvedro.
Si stima che coprisse circa 1500 metri quadrati, con a sud una muratura arrotondata, base di una torre da avvistamento. In alcuni tratti sono ancora visibili murature alte anche 4 metri.

Chiesa SS Pietro e Paolo
Dorio -  Chiesa SS Pietro e PaoloLa Chiesa dedicata agli apostoli Pietro e Paolo si trova nel Borgo di Dervio proprio di fronte alle sponde del lago di Como. La parrocchia risale al XI secolo, anche se la primitiva costruzione potrebbe risalire al VI secolo.
L’edificio attuale, di epoca romanica, è una basilica composta da tre navate e cinque campate, con tre absidi. Attorno al 1665 fu rinnovato l’altare della Madonna del Rosario, fu inserita la vasca battesimale e un confessionale entrambi in marmo nero.
All’esterno della chiesa rimangono tracce degli archetti e delle tre monofore a doppia strombatura; nel sopralzo è incisa la data 1613.
Le forme romaniche sono ancora evidenti nel campanile e nella cella campanaria.
Ai lati dell’altare si trovano due grandi tele del ‘600, opera dei pittori bergamaschi Giovanni e Francesco Cavagna, i quadri rappresentano il martirio di San Pietro e la conversione di San Paolo.
Di particolare pregio e interesse, il pulpito di legno intagliato e dorato, molto simile a quello che si trova nella chiesa di San Giacomo a Bellagio.
Nel 1670 e 1672 le famiglie Rubini e De Magni ottennero dalla Curia, il permesso di sepoltura in chiesa, furono predisposte solo semplici lapidi ancora visibili nelle navate laterali.
Riconducibile all’ XVI secolo la statua della Madonna col bambino.

Chiesa dei SS Quirico e Giuditta
Dervio - Chiesa SS Quirico e GiudittaCostruita a Dervio ai piedi della montagna sulla riva sinistra del Varrone, è dedicato ai due martiri del IV secolo ed è delle chiese più antiche della zona tanto che è menzionata in documenti risalenti all’anno 814.
L’interno presenta l’altare in marmo rosso di Varenna ed una pala del Settecento raffigurante il martirio dei due Santi.
Il campanile è di origine romanica (XI-XII secolo) ed è arricchito alla sommità da un piano di bifore, con un tipo di architettura non usuale per la zona lariana, attribuito al XI sec. e perfettamente conservato.
La Chiesa è stata dichiarata monumento nazionale per il pregevole campanile, fu invece ingrandita e trasformata successivamente e venne riconsacrata il 3 luglio 1628 dal vescovo di Bobbio, delegato dal Cardinale.
Normalmente viene associato alla presenza dei Franchi, dato che le parrocchie e le chiese della diocesi di Milano dedicate a questi santi sono concentrate sull’antica via francigena. A Dervio i santi Quirico e Giulitta erano festeggiati il 16 luglio; non si hanno informazioni precise sulla loro storia, ma circolò a lungo una leggenda che vedeva Quirico come un bambino di 3 anni e Giulitta come sua madre, martirizzati per non aver rinnegato la fede cristiana. Questa storia si ritrova anche nell’immagine presso l’altare della Chiesa: in primo piano S. Quirico e Giulitta come figlio e madre; alle loro spalle san Sebastiano e san Rocco.

Tomba di Avello
PDervio - Tomba di Avellooco discosta dalla strada che da Villa porta al Castello, venne rinvenuta nel 1968 una tomba scavata in una roccia affiorante dal terreno.
A questa antica testimonianza è stata falsamente attribuita una origine celtica, ma è da ritenersi di epoca successiva, tardo-romana o barbarica (attorno al V sec.).
E’ disposta tendenzialmente in direzione nord-sud (circa 10° verso est la parte settentrionale) con un bordo di circa 8-10 cm.
Non esiste più il coperchio, probabilmente rimosso da molto tempo.
Si notano sette incisioni di coppelle presso la parte meridionale.


Dorio: Monumenti e Luoghi

 

COLICO – MONUMENTI

martedì, Novembre 1, 2011 @ 03:11 PM
aggiunto da Colico

Chiesa di San Rocco a Villatico
La Chiesa di San Rocco a VillaticoL’oratorio di San Rocco sopra Villatico è una delle circa 30 chiese dedicate al santo, erette sul territorio lariano dall’epoca medioevale fino al 1600, a riprova della diffusione del culto a questo taumaturgo in epoche di frequenti e gravi epidemie che decimavano le popolazioni e i loro animali. La piccola chiesa sorge sulle pendici del Monte Legnone, ad una all’altezza di circa cinquecento metri, in una zona leggermente pianeggiante e boscosa quasi a metà strada tra i due torrenti che attraversano il territorio di Colico e che sfociano nel Lario: il Perlino e l’Inganna.
La località sembra che non sia mai stata abitata in forma permanente ma è attraversata da una antica importante via di comunicazione (ora denominata sentiero del viandante) che collegava tra loro i paesi della sponda orientale del Lario prima della costruzione da parte degli austriaci della strada militare della riviera nella prima metà dell’ottocento…
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Museo Cultura Contadina- Via Campione 21 – Colico

Conserva le testimonianze della vita contadina fra ‘800 e ‘900 con oggetti relativi alle attivita’ domestiche, artigianali, agro-silvopastorali, economiche, commerciali e al culto religioso.

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Abbazia di Piona
L’Abbazia di Piona, storicamente collegata a quella di Vallate, i cui suggestivi ruderi sono visitabili a pochi chilometri dal paese, in direzione di Morbegno, rappresenta uno dei complessi conventuali più suggestivi del luogo, sia per il fascino dell’ambiente naturale, sia per la presenza di testimonianze artistiche molto rilevanti. La chiesa, sorta nella metà del XI secolo, ma soggetta ad ampliamento già nel secolo successivo, presenta una facciata a capanna, con una grande finestra centrale a tutto sesto.
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Chiesa di San Rocco
La piccola chiesa, intitolata originariamente ai Santi Fabiano e Sebastiano, sorge fuori dall’abitato sulle pendici del Monte Legnone, quasi a metà strada tra il corso del Perlino e quello dell’Inganna, all’altezza di cinquecento metri. L’impianto è romanico, come evidenziato dall’abside semicircolare, ma a partire dal 1401 subì diversi rimaneggiamenti. Conserva, specialmente nell’abside, tracce pittoriche abbastanza consistenti, dovuto a un ignoto, ma capace pittore che dovrebbe aver operato nei primi anni del XV secolo. Particolarmente notevoli il Cristo in mandorla, o Pantocratore, ai cui lati stanno i profeti Geremia ed Isaia. Nel corso di una campagna di restauro svoltasi negli ultimi anni, è stato rinvenuto un’interessante affresco raffigurante l’Ultima Cena.

Tempietto di San Fedelino
San FedelinoIl tempietto di San Fedelino sorge sul posto dove, secondo la tradizione, fu martirizzato il santo durante l’impero di Massiminiano.
La località venne individuata da una pia donna in seguito ad una rivelazione divina; una volta dissepolte, le reliquie del martire furono portate a Como e il punto in cui vennero trovate fu consacrato con l’erezione di un tempietto.
La piccola struttura che presenta molti degli elementi fondamentali del romanico lombardo, è un vero e proprio gioiello in miniatura, una fra le più antiche testimonianze in Lombardia.
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Chiesa di San Miro
San MiroSan Miro nacque a Canzo nel 1345. Il Santo, dopo aver donato tutti i suoi averi ai poveri, condusse una vita solitaria, prima presso il suo paese, poi sui colli di Roma dove giunse dopo un lungo pellegrinaggio e infine a Sorico dove morì nel 1381.
La chiesa di San Miro è di origine romanica e risale presumibilmente al XII secolo.
È menzionata per la prima volta in un documento del 1286 conservato presso la collegiata di Chiavenna.
Originariamente era dedicata a S. Michele e dell’antico edi!cio rimangono nella navata destra alcuni affreschi trecenteschi e una monofora.
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Chiesa di san Bernardino (Villatico)
san bernardinoIl nome Villaricho appare per la prima volta in un atto di vendita del 1154. Alcuni documenti testimoniano, nel 1239, l’esistenza in territorio di Colico, di un mulino idraulico che ragionevolmente possiamo collocare in Villatico, lungo il tragitto della roggia molinara. Alla fine del XIII secolo di sicuro c’era a Villatico un piccolo tempio, perché le testimonianze affermano che a quell’antica comunità era assicurato un servizio religioso. Solo verso la fine del XV secolo la chiesa fu dedicata a San Bernardino, un predicatore senese che attraversò a piedi l’Italia predicando la riforma religiosa, la giustizia sociale e operando a favore della pace tra le città allora in conflitto.
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Forte Montecchio Nord
Costruito tra il 1911 ed il 1914, il Forte Montecchio è l’unico forte militare italiano della Grande Guerra che abbia conservato ancora intatto il suo armamento originario. Funzione principale del Forte era quella di controllare le strade dello Spluga, del Maloja e dello Stelvio nel caso che gli Imperi Centrali, violando la neutralità della Svizzera, avessero deciso di invadere il Nord Italia. Dati gli eventi bellici il forte, che costituiva il punto di forza di un complesso sistema di sbarramento che si prolungava fino al Monte Legnone, rimase inattivo durante tutta la Prima e la Seconda guerra mondiale.
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Forte Fuentes
Tra il 1603 ed il 1606, il conte di Fuentes, governatore di Milano, fece costruire sul Montecchio una fortezza a scopo di difendere il confine settentrionale del Ducato di Milano da francesi e Grigioni svizzeri, che all’epoca occupavano la Valtellina e la Valchiavenna. La piana del forte era allungata, con opere a corno nelle estremità, mentre l’andamento irregolare delle mura, che uscivano e rientravano come cunei, consentiva una migliore difesa della bastionata. Il forte si sviluppava su diversi livelli: in alto, ancora visibile, il palazzo del governatore, che però, a causa dell’insalubrità dell’aria, risiedeva a Gravedona; ai livelli più bassi i quartieri del soldati.
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Torre di Fontanedo
Torre di FontanedoAlle pendici del monte Legnone, lungo la sponda destra del torrente Inganna, su un poggio a circa 500 metri d’altitudine, sorgono i resti di un complesso fortiffcato noto come Torre di Fontanedo.
Si tratta di un piccolo borgo che segue l’orografia rocciosa del luogo ed è disposto su due livelli, una parte alta su cui si trova la torre e una parte più bassa, verso Colico, con una serie di edifici in linea.
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Torri Montecchio Nord
torri montecchio nordSullo sperone sud occidentale del Montecchio Nord, poco distante dalla foce del torrente Inganna, sorgono due piccole torri, distanti tra loro una trentina di metri e legate a tratti da una muraglia che farebbe pensare a un recinto di collegamento o a una cortina di difesa.
Alcuni storici avanzano l’ipotesi che sul colle vi fosse già una vedetta romana, in seguito occupata dai Longobardi.
Le torrette odierne farebbero parte della linea di fortificazione voluta da Bernabò Visconti nel 1357 a vigilare il passaggio sulla via del lago.
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Pian di Spagna
pian di spagnaSituato nel punto d’incontro della Valtellina e della Valchiavenna con il Lago di Como, il Pian di Spagna è una pianura alluvionale formata dai detriti portati nel corso dei secoli dai fumi Adda e Mera.
Si trova sul corridoio di migrazione dello Spluga, uno dei punti di attraversamento più breve dell’arco alpino, ed è una zona umida di interesse internazionale sia per dimensioni che per le caratteristiche del suo habitat naturale.
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BELLANO – MONUMENTI

martedì, Novembre 1, 2011 @ 03:11 PM
aggiunto da Bellano

L’Orrido di Bellano
orrido1Si tratta di una gola naturale creata dal fiume Pioverna circa 15 milioni di anni fa al tempo del disgelo del ghiacciaio dell’Adda le cui acque hanno modellato gigantesche marmitte e suggestive spelonche nel tratto tra Taceno e Bellano.
I tetri anfratti, il cupo rimbombo delle acque tumultuose che hanno ispirato moltissimi scrittori, hanno fatto dell’Orrido una delle località turistiche più note del Lario.
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Chiesa dei Santi Nazzaro e Celso
bellano chiesa nazzaro celsoLa chiesa parrocchiale di Bellano, monumento nazionale italiano, fu edificata dai maestri comacini, nella struttura attuale durante il 14° sec.
Infatti nel 1341 l’antica chiesa, che era dedicata a san Giorgio, venne parzialmente distrutta da un’esondazione del torrente Pioverna e venne successivamente ricostruita e dedicata ai santi Nazaro e Celso.
La prepositurale, come è ben visibile dall’esterno, presenta una struttura a tre navate absidate, tipica dello stile romanico, con quella centrale più alta e larga e quelle laterali più strette.
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Chiesa di Santa Marta
Bellano - Santa MartaNel centro del paese, dove la via Manzoni si allarga in una piccola e graziosa piazzetta, troviamo la Chiesa dedicata a S Marta.

La sua costruzione risale al XV secolo ma l’edificio presenta una sovrapposizione di stili.

Al suo interno si possono ammirare numerose opere di artisti lombardi tra cui spicca un prezioso gruppo lineo di nove statue a grandezza naturale raffigurante la Deposizione.
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ABBADIA LARIANA – MONUMENTI

martedì, Novembre 1, 2011 @ 02:11 PM
aggiunto da Abbadia

Di seguito sono elencati i monumenti ed i luoghi caratteristici che sono interessanti dal punto di vista architetturale, storico e paesaggistico.

CHIESA DI SAN LORENZO
Abbadia Lariana - Parrocchia di San Lorenzo
S. Lorenzo è ricca di storia e di arte: nel luogo dove sorge, esisteva, dal sec. VIII, un’abbazia benedettina dedicata a S. Pietro, che si ritiene fondata addirittura da Desiderio, re dei Longobardi.
Verso il sec. XII perse d’importanza, e il Tatti dice che “cadde e rovinò per decrepità“, nel 1788, i frati Serviti si trasferirono a Como, la chiesa fu ceduta alla parrocchia, in quanto più grande e in migliore stato della chiesa di S. Lorenzo, che si trovava nella località ora chiamata Chiesa rotta.
Così cambiò ancora il santo titolare: i SS. Vincenzo ed Anastasio cedettero il posto a S. Lorenzo.
Qui venne portato l’altare ligneo barocco, che ancora si può ammirare, il crocifisso, la beata Vergine della Cintura e l’altare di S. Apollonia.
Nel 1888 si incominciò un lavoro di ingrandimento e di restauro….
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CHIESA DI SAN MARTINO
E’ ubicata all’inizio del paese, ai piedi del monte Borbino, su un poggio panoramico rivolto verso Lecco.
Rinnovata nel 1400, e registrata già nel XIII secolo nel “Liber notitiae Sanctorum Mediolani” fra i 10 edifici religiosi appartenenti all’abbazia di San Vincenzo, la Chiesa di San Martino ha origini ben più antiche. La pianta rettangolare, una sola navata a copertura lignea e a capriate a vista, finestre medioevali e presbiterio con volta a crocera lo confermano.
Pur essendo intitolata a San Martino, al suo interno (non visibile) si trovano molti riferimenti alla Madonna.
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CASTELLO E CHIESA DI SAN BARTOLOMEO APOSTOLO
Il Castrum Abbis (o Castello, come lo conosciamo noi) è il colle sul quale sorgeva una piccola fortezza medioevale che intorno all’anno 800 diventa l’abitazione degli Abati Benedettini della Badia di San Pietro.
Dopo la chiesa di San Pietro, quella dedicata a San Bartolomeo è la prima in Abbadia. Fu voluta dall’Abate che ne voleva una accanto alla sua residenza. In seguito, nel 1600 e nel 1700 venne ampliata e arricchita con elementi barocchi, tipici dell’epoca.
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CHIESA DI SAN GIORGIO
Appartenente al comune di Mandello, ma dipendente dalla parrocchia di Crebbio, la chiesa di San Giorgio è originaria probabilmente del 100 DC, anche se oggi appare nelle formedel XIII secolo.
L’acquasantiera in marmo del IX-X secolo e l’eccezzionale complesso di affreschi raffiguranti temi come la misericordia, la salvezza e la dannazione ne fanno uno dei più affascinanti rilievi archeologici della zona orientale del lago.
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LA TORRACCIA
Rudere di torre medioevale, probabilmente resto di fortificazione del XII secolo a guardia di Lecco, di cui si sono perse le tracce delle mura con la costruzione dello svincolo della SS36.
Era il baluardo di tutta la sponda orientale del lago a difesa delle incursioni provenienti da sud, principalmente dal Ducato di Milano.
Rimangono intatte due pareti e in quella Nord si vedono in stretta diagonale due monofore e la scossalina esterna che serviva ad allontanare l’acqua dai muri; originariamente era suddivisa in vari piani con copertura a capanna e le falde rivolte verso nord e sud.
Il monumennto è stato restaurato nella seconda metà del secolo scorso costruendo dei possenti muri di cotto per contenere le pareti non più contrastate tra loro.
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BORBINO
Situato in una posizione strategica, sulle pendici del Monte Borbino, con ampia visuale sul lago e costeggiato dalla Via del Viandante, il piccolo centro è sempre stato di grande importanza per il territorio dell’antica Abbazia Benedettina. Non a caso, solo al suo interno si potevano contare ben tre chiese: San Martino, l’Immacolata e la Madonna della Neve. Le strette vie medioevali dell’abitato, si aprono sulla piazza in cui è stato recentemente restaurato lo splendido lavatoio utilizzato sino alla metà secolo scorso.

CIVICO MUSEO SETIFICIO MONTI
Intorno al 1868 Pietro Monti, setaiolo, dai territori a sud di Milano arrivò ad Abbadia. Trasformò l’antico follatura di panni con annessa roggia a ruota idraulica, in un filatoio per seta.
Nel 1998 si inaugurava il Civico Museo Setificio Monti ed inizia la sua apertura al pubblico. La struttura consiste in due edifici, uno adibito a filatoio-incannatoio, l’altro a filanda ed attività accessorie. Oltre ai resti ai alcune macchina ausiliarie, erano rimaste due ruote idraulica con la roggia. Oggi la ruota idraulica è stata completamente restaurata e si sta provvedendo al ripristino dell’antica roggia seicentesca
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L’Oratorio di Santa Caterina a Giussana

martedì, Novembre 1, 2011 @ 01:11 PM
aggiunto da admin

L’Oratorio di S.ta Caterina d’Alessandria a Giussana è ricordato solo da una cappellina votiva in mosaico (eseguito nel 1962 sopra un precedente affresco) sulla facciata di una casa privata, dove la santa è rappresentata con la ruota del martirio che le fu inflitto.
La chiesetta sorgeva fra le mura di questa abitazione e benché si parli anche di un convento con monache o frati, non se ne trova traccia nelle relazioni vescovili successive al 1593.
Alcuni decine di anni fa, durante i lavori di rifacimento dell’edificio, vennero alla luce le arcate del portone frontale della chiesa e una grossa chiave che poteva essere quella della chiesetta.
Negli anni Sessanta, quando venne demolita una vicina cascina, per far posto alla nuova piazza di Giussana, nell’intercapedine fra due antichi muri affiorarono alcuni affreschi raffiguranti  degli angeli, che però vennero immediatamente ricoperti dalle macerie.
Forse si trattava di uno stabile indipendente dalla chiesetta o di un insediamento religioso preesistente, infatti  la frazione era già abitata nel XV secolo.
E’ certo che il tempietto di S.ta Caterina già esisteva nel 1593 ed era stato fatto costruire dalla famiglia Georgi Bertola di Mandello, che provvedeva alla sua manutenzione e mantenimento detenendone il giuspatronato. A quel tempo non aveva né campanile né campane e, benché possedesse un adeguato altare, era privo dei paramenti per la celebrazione della messa, che venivano portati quando necessario.
Quando la famiglia si estinse l’edificio venne venduto e trasformato in abitazione, in epoca comunque successiva al 1785.

Nella prima metà del Seicento l’Oratorio era mantenuto da Francesco Georgi e fratelli che avevano fatto eseguire un’immagine a olio di S.ta Caterina da apporre sopra l’altare.
Un’unica finestrella dava luce all’interno e un vaso lapideo, sorretto da un pilastro in pietra, conteneva l’acqua benedetta.

Nel Settecento la chiesetta era toccata dalla processione delle Rogazioni. All’interno era semplicemente imbiancata, pavimentata in cemento e viziata da umidità.
Gli unici ornamenti dell’altare erano una croce e due candelabri lignei. Sopra era appesa una tela dipinta a colori con una cornice in legno elegantemente elaborata, rappresentante S.ta Caterina vergine e martire, con il corpo decollato sollevato in aria dagli angeli.
Vi era un’unica campana, eretta sul tetto, con corda pendente all’interno e finalmente erano presenti tutte le suppellettili per la celebrazione della messa.

Dopo il 1785 la chiesetta viene completamente ignorata dai religiosi, anche se alcune testimonianze orali parlano di  funzioni che ancora vi si svolgevano sporadicamente nella prima metà dell’Ottocento.

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