Archivio mese Novembre, 2011

8 Passi per Mandello: Percorso C
Somana – Santa Maria (Era e Gardata)

martedì, Novembre 1, 2011 @ 07:11 PM
aggiunto da Mandello

Somana-Santa_MariaVia medievale per la Valsassina
In generale: Tracciato in gran parte in salita e su mulattiera a gradini comodi e ben tenuti. Percorribile in tutte le stagioni. Vista sulla Val Meria, sulla traversata alta dalla Grigna settentrionale alla Grigna meridionale e sul rifugio Rosalba.
Tempo totale: Circa 3 ore (a S. Maria).
Difficoltà: Percorso facile, di medio impegno.
Pendenze: Massimo dislivello circa 100 mt. Totalmente in salita
Fondo: Strade urbane e mulattiere ben tenute.
Punti di ristoro:
Somana: bar, la domenica aperto.
Era: fonte.
Attrezzatura: Scarpe comode, con suole antiscivolo (tipo da mezza montagna). Zainetto e borraccia. Indumenti secondo la stagione.

Raggiunta la piazza di Somana (vedi itinerari pedonali per le frazioni), si sale a sinistra seguendo il segnavia CAI N°15 per Santa Maria.
All’uscita dal paese inizia una bella mulattiera a gradoni, lungo la quale si incontrano le croci delle stazioni della Via Crucis. Si giunge alla Cappella di S.Preda, a circa 600 mt. di altitudine, recentemente restaurata, che sorge su un piccolo pianoro da cui si possono ammirare la Grigna e la Grignetta con il rifugio Rosalba.
Il sentiero diventa più stretto ma sempre agevole e, dopo un breve tratto pianeggiante, si inerpica verso S. Maria di Olcio (mt. 664 s.m.), posta in splendida posizione dominante la Val Meria e Mandello.
Antichissimo ospizio dei Benedettini, assai fiorente già nell’undicesimo secolo, fungeva da posto di ristoro sulla principale via di comunicazione tra Mandello, sede della Pretura Giudiziaria, e la Valsassina. La chiesa venne ristrutturata nel 1600, ma conserva ancora un bel campanile romanico.
Il punto di ristoro è stato distrutto nell’incendio dell’aprile 1997.
Si ritorna per lo stesso itinerario dell’andata.
Volendo, si può proseguire sul sentiero, che diventa un po’ più impegnativo ed alterna tratti ripidi a tratti pianeggianti, fino ad arrivare in circa un’ora all’Alpe di Era, situata in una ridente conca.
All’inizio dell’alpeggio è stata edificata una chiesetta; poco oltre, sulla destra, si trova una fonte.
Il ritorno si può effettuare per la stessa via oppure, proseguendo per la Gardata (seguire i segnavia CAI), e quindi, seguendo l’itinerario “E”, si scende a Rongio e di nuovo a Mandello.
Possibilità di escursioni riservate a persone allenate ed esperte seguendo sentieri ben segnalati dal CAI che si incontrano nella salita.

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Chiesa di San Giorgio a Mandonico

martedì, Novembre 1, 2011 @ 07:11 PM
aggiunto da Dervio

L’ambiente
La chiesa si trova appena oltre la orrida Valle dei Mulini e a monte del nucleo di Dorio, da cui ugualmente si può giungere in pochi minuti.
Sorge biancheggiante su una piazzuola erbosa poco sotto un gruppo di splendidi edifici rustici in grezza pietra locale costruiti fra il sec. XVI e il XIX, i quali costituivano il luogo di Mandònico, ora disabitato.

L’architettura
La chiesa esisteva nel 1412 ed era munita di un portico antistante dove si radunava la comunità di Dorio.
Era retta da un beneficiale della comunità che nel 1506 ottenne la dignità parrocchiale, durata fino al 1677 quando venne trasferita in Dorio.
La veste attuale risale appunto alla seconda metà del Seicento, con ulteriori modifiche del 1804 concernenti la facciata, nella quale si osservano fenestrature di diversa epoca e l’elegante portale di inizio Seicento.
La piccola navata di circa 5 m per 12,5 ha un soffitto piano e, dopo gli arconi dello stretto presbiterio con volta a botte, mantiene l’abside semicircolare della più antica struttura, risalente probabilmente al sec. XIII.

Gli affreschi del 1492
Un tempo l’interno era riccamente dipinto, ma ora rimangono solo alcuni freschissimi riquadri affrescati sulla parete settentrionale, restaurati nel 1983, racchiusi da un raffinato fregio laterale a clipei circolari e ramificazioni foglia-te. Nel registro superiore un S. Giorgio a cavallo soccorre una fanciulla e trafigge il drago nello sfondo di un paesaggio di lago, colline, rocce, castelli; accanto una Vergine sta assisa in trono col Bimbo il quale stringe un uccellino. Inferiormente sono ritratte le figure stanti di S. Michele in armatura che calpesta il demonio e con la tradizionale bilancia per la pesature del bene delle anime; S. Antonio abate accompagnato dal maialino; la Madonna che in trono mostra un fiore; S. Gottardo patrono dei mercanti, dei febbricitanti e dei viandanti. Nelle iscrizioni frammentarie delle fasce orizzontali bianche si legge la data 1492. Le opere parlano con alta qualità dell’incantevole mondo tardogotico lombardo, in evidente richiamo all’atmosfera del Bergognone; vengono avvicinate alla produzione di Bernardino de Rossi, attivo a Milano e Pavia, oppure di Battista da Musso, attestato più tardi in dipinti di Crémia, Garzeno e Gravedona. Sull’altare si trova un curioso globo marmoreo col serpe demoniaco, probabile resto di una statua, e un Crocifisso emergente da un secco Calvario ligneo.

8 Passi per Mandello: Percorso B
Somana – Acqua del Gess

martedì, Novembre 1, 2011 @ 07:11 PM
aggiunto da Mandello

Panorama sul centro lago e monti di Tremezzo
In generale
: Tracciato facile, adatto a tutti, ben segnalato, senza forti pendenze, percorribile in tutte le stagioni, ombreggiato durante l’estate.
Ottimo panorama su Mandello, Olcio, Lierna e centro lago con monti di Tremezzo.
Tempo totale: Circa 3 ore.
Difficoltà: Percorso facile, per tutti.
Pendenze: Massimo dislivello in salita: 100 m.
Non presenta forti salite.
Fondo: Sempre buono. Parte iniziale su strada asfaltata.
Percorso rimanente su mulattiera acciottolata e su comodi sentieri.
Punti di ristoro:
Somana (bar, aperto la domenica)
Piano di Vicc (sorgente), 1 ora da Somana
Acqua del Gess (sorgente), 1,45 ore da Somana.
Attrezzatura
:
Scarpe comode con suola di gomma. Zainetto o borsa grande con borraccia. Pullover o giacca a vento secondo la stagione.

Raggiunta la chiesa di Somana (vedi itinerari pedonali per le frazioni) si prosegue per il cimitero e quindi per la località Poada. Di fronte all’entrata di un grande allevamento di conigli si segue il segnavia CAI N.17 C- Acqua del Gesso – Bocchetta di Verdascia.
Al primo bivio si prende a destra (segno rosso su muro a secco) e, continuando a salire, si segue il tubo dell’acqua proveniente dalla «Fonte del Gess» fino ad incontrare una croce in memoria di un caduto in montagna.
Subito dopo si salgono delle scalette con parapetto: questo è un bel punto panoramico su Mandello, Olcio ed il lago; la vegetazione è molto varia.
Si entra poi in un bosco di castagni, lasciando la condotta che prosegue in terreno privato e seguendo i bollini rossi dipinti sui sassi (via Mister) si esce in un pianoro con cascinale da cui si gode uno splendido panorama di Lierna, del centro lago e, di fronte, dei monti di Tremezzo.
Sempre seguendo il segnavia 17C si giunge al «Pian di Vecc», agglomerato di caselli dove si trovano la cappelletta della «Madonna del Gess» ed una sorgente d’acqua a fil di terra.
Imboccando il sentiero che sale a destra della cappelletta in pochi minuti si giunge alla sorgente «Acqua del Gess» (bollini rossi sui sassi – 530 mt. s.l.m.).
Al ritorno si ripete la strada fino alla cappelletta dove, invece di girare a sinistra, si tiene la destra fino ad incontrare un altro sentiero che conduce a Lierna.
Si prende allora a sinistra e si scende alla cappelletta dei Saioli (del 1919 – dedicata alla vittoria) A sinistra si segue il Sentiero del Viandante in direzione Somana
(segnavia 17C), uscendo poco sotto l’allevamento di conigli.
Da qui si prende di nuovo la strada asfaltata per Somana e Mandello.

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8 Passi per Mandello: Percorso A
Somana-Olcio

martedì, Novembre 1, 2011 @ 06:11 PM
aggiunto da Mandello

Belvedere sul lago
In generale: Anello dal tracciato facile, panoramico. Per metà su strade urbane, poco trafficate
Tempo totale: Circa 3 ore.
Difficoltà: Percorso facile, per tutti.
Pendenze: Massimo dislivello circa 100 mt.
Fondo: Strade urbane e comodi sentieri.
Punti di ristoro:
Somana: bar, la domenica aperto.
Olcio, zona a lago: bar – gelateria.
Mandello: bar sul percorso.
Attrezzatura: Scarpe comode, da passeggio, con suole antiscivolo.

 

Raggiunta la piazza della chiesa in frazione Somana (vedi itinerari pedonali per le frazioni), si prosegue in salita verso il cimitero.
Oltrepassato il parcheggio antistante, dopo pochi metri, in prossimità di una cappella, si incontra a sinistra la deviazione per Olcio (segnavia CAI n.15).
Inizia ora uno stretto sentiero che, scendendo a gradini tra prati coltivati, perde velocemente quota e si trasforma più avanti in una larga e ben lastricata mulattiera con belle vedute sul lago fino alla punta di Bellagio.
Si attraversano terrazzamenti coltivati a olivi e viti e si raggiungono le prime case della frazione di Olcio, tutta stretta fra lago e monti con le sue tipiche viuzze. Tenendo la sinistra, si imbocca via per Somana che conduce alla bella chiesa di S. Rocco.
Si scende la piccola scalinata e si percorre la strada asfaltata, praticamente senza traffico, che conduce alla strada provinciale 72, in prossimità di un’antica cappelletta dell’Immacolata.
Si prosegue per Via Gioberti che corre alta, parallela alla provinciale e che permette di raggiungere senza i pericoli del traffico automobilistico lo stabilimento della Gilardoni
raggi X.
Voltando a destra e transitando davanti all’ingresso della ditta, si arriva al lago e lo si costeggia lungo una stradina sterrata pedonale.
Oltrepassata la zona campeggio, si arriva al rione dei Mulini e quindi al campo sportivo.
Superato il ponte sul torrente Meria, si svolta a sinistra in via Maestri Comacini, raggiungendo la chiesa della Madonna del Fiume, a ricordo del ritrovamento di un pezzo di muro intatto con l’immagine della Madonna e del Bambino, resto di una cappella travolta dallo straripamento del Meria.
Da qui, in breve, si torna alla stazione ferroviaria.

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8 Passi per Mandello – Itinerari Pedonali per le Frazioni

martedì, Novembre 1, 2011 @ 06:11 PM
aggiunto da Mandello

Sono i percorsi per raggiungere le frazioni da cui partono gli itinerari de scritti nelle pagine seguenti pertendo dalla stazione ferroviaria e richiedono ognuno circa 1/2 ora.
Sono tutti estremamente facili.
Questi percorsi sono indicati in giallo sulla cartina di riferimento.
Vi ricordiamo di portare con voi una fotocamera o una cinepresa e di seguire i consigli per le attrezzature e l’abbigliamento necessario per le escursioni.
Buona strada!

BIBLIOGRAFIA:
«Camminare* – ed. Rotary – Lecco
«Sentiero del Viandante* – Azienda Promozione Turistica del Lecchese e Comunità Montana del Lario Orientale «Il Leggicittà* – ed. Weka s.p.a. – Milano
«Carta Turistica e Stradale* – Comune, Pro Loco e A.N.A. di Mandello «Carta Gruppo delle Grigne* – Touring Club Italiano

MANDELLO – SOMANA
Lasciando alle spalle la stazione ferroviaria, si scende a destra e si attraversa il sottopassaggio ferroviario.
Si prosegue diritto attraversan¬do via Parodi e si segue via Eritrea fino a piazza della Vittoria dove sorge l’antica chiesa di S.Zeno. Si prose¬gue per via S. Zenone (con¬trada Motteno), via Dan te, piazza IV Novembre (con¬trada Mo lina) e, dopo aver attraversato il ponte sul fiume Me ria, si sale per la stretta via Colombo che porta in piazza della Fontana.
Percorrendo la con-trada Palanzo si in- crocia via dei Parti- giani di fronte ad una antica mulattiera a
gradini (strada del Sasso – indicazioni alpinistiche su un palo) che porta aSomana, alla chiesa di S. Abbondio.

MANDELLO – S.GIORGIO – MAGGIANA
Dalla stazione si costeggia la strada provinciale in direzione Lecco sino ad uno slargo in corrispondenza del Centro Sportivo.
Si imbocca a sinistra una ripida strada selciata sino alla chiesetta di S. Giorgio, piccolo gioiello del ‘200 a picco sul lago, con interessanti affreschi del XV secolo (per la visita rivolgersi al Parroco di Crebbio – Tel. 73.02.78).
Si sale a sinistra per un sentiero fra i giardini seguendo l’indicazione “Sentiero del Viandante” sino ad incrociare la superstrada 36, che si attraversa su un cavalcavia.
Dopo il ponte si svolta subito a sinistra e, dopo 20 metri, a destra, su un sentiero che conduce al cimitero di Maggiana, dove si esce sulla strada asfaltata.
A sinistra si scende verso il nucleo di Maggiana e la piazza della chiesa.

MANDELLO – RONGIO
Arrivati in contrada di Molina (vedi percorso per Somana), non si attraversa il ponte sul Meria, ma si imbocca, a destra, la strada per Luzzeno, all’inizio larga ed asfaltata, poi larga mulattiera acciottolata.
A Luzzeno si incrocia la strada asfaltata per Rongio, la si percorre fino al primo tornante, dove si prende a sinistra la vecchia mulattiera che conduce alla piazza di Rongio (chiesa di S. Abbondio).

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Ricettario – Cavolatte

martedì, Novembre 1, 2011 @ 06:11 PM
aggiunto da admin

Bevanda energetica usata dai nostri antenati: visto che la quantita di zuccheri e grassi contenuti non è da poco, è meglio avere del movimento da fare per smaltirli

Ingredienti

½ litro di latte
2 rossi d’uovo
2 cucchiai di zucchero
cannella
scorza di limone

Preparazione

Portare a bollore il latte, se fa la pellicina eliminarla, mentre il latte si scalda sbattiamo i rossi d’uovo con i due cucchiai di zucchero (come dose ogni rosso d’uovo 1 cucchiaio di zucchero) facendo uno zabaglione che andremo ad amalgamare con il latte ancora caldo, aggiungiamo quindi mezza stecca di cannella  e poca scorza di limone (per la quantità di cannella e limone ognuno si regola a proprio piacimento, il sottoscritto ha indicato le dosi che ha usato).

Il cavolatte si può bere caldo o freddo.

Ritorna al ricettario

Ricettario Gastronomia Lariana

martedì, Novembre 1, 2011 @ 06:11 PM
aggiunto da admin

La Cucina Montana e Valligiana

martedì, Novembre 1, 2011 @ 05:11 PM
aggiunto da admin

Le valli che confluiscono nel lago di Como, nei secoli hanno ricevuto influssi culturali dall’esterno: Veneto, Grigioni, pianura Padana. L’agricoltura non è mai stata ampiamente praticata nella zona.
Infatti il territorio era per lo più lasciato incoltivato per il pascolo o per ricavarne il foraggio invernale per il bestiame, e solo i piccoli terrazzamenti a mezza montagna erano utilizzati per la coltivazione del mais, delle patate e dei cereali resistenti ai climi rigidi come orzo, grano saraceno, segale, miglio e avena.

Altro alimento importante delle popolazioni locali era la castagna, che veniva consumata come tale o utilizzata per produrre la farina.
L’attività principale era dunque l’allevamento del bestiame che forniva latte, formaggi, salumi e condimenti, ovvero gli elementi di base della gastronomia della zona.

Basti pensare che fino alla fine dell”800 l’olio era pressoché sconosciuto e perfino l’insalata era condita con il burro, che in alcune preparazioni era sostituito da pancetta fritta.
In pratica ogni famiglia provvedeva al proprio sostentamento alimentare in un’economia di sola sussistenza, testimoniata dalla grande frugalità della pietanze.

Con l’introduzione nell’area alpina di mais e grano saraceno, i cibi primitivi come il macco o la puls di castagne, furono sostituiti dalla polenta che divenne il piatto principale di tutte le mense, consumata da sola (pulenta santa o pulenta e spüda) o accompagnata da latticello, formaggio, salame e anche da frutta o insalata.
L’alternativa alla polenta era rappresentata dalle zuppe, preparate con verdure, fagioli, talvolta castagne, miglio e panico pestati o orzo anche non pilato; oppure con polentina morbida di grano saraceno, mais o frumento, che in qualche caso veniva tostata nel burro e diluita con latte o acqua.

L’alimentazione della piccola nobiltà locale si discostava da quella delle classi meno abbienti sia per l’abbondanza delle portate sia per la presenza di cacciagione, pesci d’acqua dolce, lumache e gamberi di fosso. Oltre che dalla grande varietà di preparazioni ottenute con pochi ingredienti, la cucina era caratterizzata dalla povertà dei mezzi di cottura.

Infatti i pastori durante gli alpeggi estivi in alta montagna disponevano solo di un paiolo e di un bastone per rimestare le pietanze (taracc o taraj), mentre nelle case a fondo valle e delle famiglie benestanti la “batteria” di pentole comprendeva anche una pentola di bronzo per la trippa e le lunghe cotture delle minestre d’orzo, una padella di ferro per i kisciö e i cicc (schiacciate di farina nera e formaggio), e una pentola di pietra ollare (lavécc) tipica della Valmalenco ma prodotta anche in Valchiavenna fin dall’epoca romana, divenuta il simbolo della cucina locale.

Vai alla home gastronomia

La Cucina del Lago

martedì, Novembre 1, 2011 @ 05:11 PM
aggiunto da admin

Il territorio lariano presenta tradizioni e usi alimentari abbastanza omogenei, incentrati su alcuni fattori ambientali e climatici (il lago, la montagna) che hanno influenzato un peculiare orientamento verso lo sfruttamento di specifiche risorse.
In questa vicenda anche la storia ha giocato un ruolo affatto trascurabile: la frequente opposizione verso i milanesi, il fatto che le grandi vie di commercio verso il Nord Europa passavano un tempo (e ancora oggi) di qui, e, in tempi più recenti, l’attrattiva turistica delle aree lacustri, hanno determinato il radicamento di stili gastronomici piuttosto stratificati e differenziati dal resto delle aree lombarde.

Rispetto a molte tradizioni alimentari dell’Italia Settentrionale, la razione tipica lariana, pur conservando una generale impronta pauperistica, è molto più varia: per le basi amilacee, oltre al riso, al mais e alle patate, si fa ampio ricorso ai cereali minori (miglio, orzo, segale, avena), al grano saraceno e alle castagne; fra le carni, la preferenza va a quelle bianche o di selvaggina, con inferiore insistenza verso quelle bovine e, soprattutto, di maiale; il pesce di acqua dolce non è una presenza sporadica; gli ortaggi sono ampiamente rappresentati e, insieme alle erbe selvatiche, vanno ad arricchire le minestre e le zuppe più povere; la stessa frutta (grazie alla benevolenza del clima) è presente in buona varietà.

Ma è soprattutto nei condimenti che la cucina tipica lariana assume connotati originali: all’impero del burro e del lardo (una costante dei moduli padani) si contrappone il ricorso abbondante all’olio di oliva (di produzione locale, e dotato di una caratteristica leggerezza) e agli oli vegetali (di linosa, di noci, di ravizzone).

Nemmeno il ricorso al burro o al consumo di formaggi grassi è così dominante come si potrebbe pensare sulla base della locale specializzazione produttiva: questi prodotti erano per lo più commercializzati nella più ricca Milano, mentre sulla mensa lariana restavano, come ingredienti, gli scarti della lavorazione casearia: siero e latticello.

Non è un caso, fra l’altro, che le persistenti carestie che hanno afflitto l’area padana e la Brianza (e le malattie conseguenti, soprattutto la pellagra dovuta all’alimentazione monomaidica), hanno in parte risparmiato le popolazioni lariane, per la saggezza nel comporre formulazioni sì povere ma nutritivamente equilibrate.

Vai alla home gastronomia

Abbadia Lariana – Strutture Ricettive Lago

martedì, Novembre 1, 2011 @ 04:11 PM
aggiunto da Abbadia

Di seguito sono le diverse atrezzature disponibili sulla riva del lago:

Ristoranti e Pizzerie:



Attico Lariano
Via Nazionale 141
Fax.  0341.731889
Matteo 334.8681750
Carmelo 328.3239950
http://atticolariano.wordpress.com/
info@atticolariano.it
Ristorante da Piero
piazza Stazione
tel. 0341 731542
chiuso il lunedì e il martedì


Pizza Pace
consegna a domicilio
Via Nazionale, 101
tel. 0341 1847005
cell. 338 3019351
orari: 11.00-14.30/17.30-23.00
Pizzeria Ristorante La Smorfia
Via Centrale, 2
tel. 0341 700793
chiuso il martedì


Bar



Bar Garden
via Nazionale, 142/a
tel. 0341 701397
chiuso il lunedì
Bar Gelateria-Pasticceria Galdin
via Nazionale, 99
tel. 0341 731357
chiuso il lunedì


Bar Pausa Caffè
via Nazionale, 110
tel. 0341 730490
chiuso la domenica

Alberghi e Campeggi



Camping spiaggia
via al Campeggio, 5
tel. 0341 731621
fax 0341 1880114
aperto da aprile a settembre
www.campingspiaggia.com
info@campingspiaggia.com
Park Hotel
via Nazionale 144
tel. 0341 703193
fax 0341 703194
www.parkhotelabbadia.com
mb.vice@libero.it


 Bed&Breakfast



B&B BIOHAUS
via della Corona 22
Tel. 0341 700873
cell. 347 0750005
Fax. 0341 700873
mamazza@libero.it
B&B Cambiodaria
Via dei Mulini, 22
Tel. 0341701043
cell. 331 7839054
www.cambiodaria.it
info@cambiodaria.it


B&B Contrada Lunga
Via alla Chiesetta, 10
Cell. +39.335.6443223
www.contradalunga.it
info@contradalunga.it
B&B Il Portone
Vicolo del Portone, 8 – Loc. Crebbio
Tel.  0341 702118
cell.  328 7699175
zahn.s@alice.it


B&B Le Colombine
via per Linzanico 13
Tel.  0341 700816
cell.  333 9071899
www.beblecolombine.it/
info@beblecolombine.it



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