Archivio mese Novembre, 2011

VARENNA – TURISMO

martedì, Novembre 1, 2011 @ 04:11 PM
aggiunto da Varenna

VARENNA – TURISMO

VARENNA – PERCORSI

martedì, Novembre 1, 2011 @ 04:11 PM
aggiunto da Varenna

VARENNA – PERCORSI

ANELLO DEL CASTELLO DI VEZIO

Giunti nel centro di Varenna dirigersi oltre la Piazza San Giorgio fino ad arrivare davanti alla splendida Villa Monastero, celebre per il bellissimo giardino ricco di fiori e piante grasse. Imboccare via Roma, la strada asfaltata ad una sola corsia che conduce al Cimitero. Durante la salita, dove si potrà godere di una vista mozzafiato sul paesaggio circostante, si trovano le indicazioni per il percorso panoramico “Scabium”, che inizia dal parcheggio dell’ex Hotel Eremo Gaudio.  Si tratta di un antico itinerario che collega Varenna a Vezio di Perledo della durata di circa 30 minuti, e che fa parte del più noto Sentiero del Viandante.  Dislivello di circa 160 mt.  Questo percorso conduce alla piazzetta nel borgo di Vezio su cui si affaccia la Chiesa di S. Antonio Abate di Perledo. Passeggiando troverete un viottolo che conduce al cimitero e sale al colle fino al Castello di Vezio, dalla quale si accederà oltrepassando il cancello. Una volta terminata la visita al Castello, potete fare rientro in paese percorrendo una strada alternativa a quella dell’andata, solitamente usata per la salita, ma più ripida e meno panoramica. In meno di 30 minuti giungerete nuovamente a Varenna camminando su una mulattiera di ciottoli ombreggiata accanto all’Hotel Montecodeno (zona Olivedo), punto comodo per raggiungere l’imbarcadero o la stazione.  Nei pressi dell’imbarcadero trovate un piccolo parco giochi con altalena, scivolo e panchine vista lago. Da lì si imbocca la Passeggiata degli Innamorati di Varenna: una passerella ancorata alla roccia, a sbalzo sul lago, con la fotografatissima ringhiera rossa. Proseguire per il centro di Varenna, dove ritornerete in Piazza San Giorgio con le sue bellissime chiese- Chiesa di San Giorgio, Chiesa di San Giovanni Battista e Chiesa Santa Madonna delle Grazie.

SENTIERO DEL VIANDANTE VARENNA- BELLANO

Passeggiata breve ma molto suggestiva, che raccoglie nello spazio di poche ore il meglio dei caratteri paesaggistici di questa parte della Lombardia: panorami di prima grandezza, singolarità botaniche e geologiche, testimonianze della fede, luoghi dell’immaginario popolare, ritagli di campi, case contadine, vigne e oliveti. Il sentiero parte dal Castello di Vezio e durante il percorso potrete ammirare: le cave di marmo nero di Varenna, i muri a secco, la funicolare di Regoledo, i cippi confinari, un confine litologico e infine l’orrido di Bellano.

Tempo di percorrenza: 2h – 3h (considerando le possibili soste)
Periodo consigliato: autunno, primavera

SENTIERO DEL VIANDANTE VARENNA- LIERNA

Salendo dalla scala accanto al Cimitero di Varenna, conosciuto anche come il “Cimitero degli inglesi”, si imbocca un sentiero parallelo al lago che procede a mezza costa fino a superare la valle dove vi sono le sorgenti del Fiumelatte, il fiume più corto d’Italia. Il sentiero del Viandante procede in mezzo al bosco costeggiando la superstrada per poi inerpicarsi deciso fino alle baite Roslina e Coria, il punto più alto del percorso. Da qui inizia la ripida discesa che si conclude sulle rive del lago a Lierna.

Tempo di percorrenza: mezza giornata
Dislivello massimo in salita: 563 mt (tratto Varenna – Coria)
Periodo consigliato: inverno, primavera

SENTIERO DEL VIANDANTE VARENNA- LIERNA (variante alta)

Dal Castello di Vezio saliamo lungo lo stretto crinale del Monte Fopp fino alla Croce del Fopp e al Sass da Poo. Superata un’area di sosta il sentiero spiana e, lungo una strada bianca che costeggia le pendici del Monte Fopp, raggiungiamo Ortanella. Superiamo lo stagno del Pozzal e seguiamo la strada forestale fino alla chiesetta di San Pietro, punto panoramico con area sosta attrezzata. Da qui il sentiero inizia a scendere verso l’Alpe di Mezzedo e la Croce di Brentalone, oltre la quale percorriamo la discesa a scaloni fino a raggiungere la superstrada. Superiamo l’abitato di Genico ed entriamo a Lierna scendendo in breve fino alla stazione.

Tempo di percorrenza: una giornata (tenendo conto delle varie soste)
Periodo consigliato: autunno, primavera

SORGENTE DEL FIUMELATTE

Il Fiumelatte va annoverato tra i più brevi corsi d’acqua d’Italia con i soli 250 m. circa di sviluppo, dal punto di origine al suo tuffo nel lago. Le sue fragorose acque sono così spumeggianti da conferirgli un incredibile color bianco-latte, fenomeno da cui trae appunto il proprio nome. È un torrente temporaneo: compare rapidamente verso fine marzo per poi scomparire ad ottobre. Questa sua particolare singolarità ha condotto gli studiosi ad ipotizzare che il Fiumelatte rappresenti un “troppopieno” di un imponente bacino situato nelle viscere del retrostante circo glaciale di Moncodeno, nella Grigna Settentrionale. Il fiume ha suscitato nei secoli la curiosità di molti; fra i tanti Leonardo, che al “Fiumelaccio” accenna nel foglio 214 del Codice Atlantico. Per raggiungere la Sorgente da Piazza San Giorgio, a Varenna, si prosegue verso sud, imboccando in leggera salita Via Roma, adiacente il parcheggio multipiano. Raggiunto il cimitero, si prosegue sulla scalinata che si incontra a sinistra, al termine della quale ha inizio il vero e proprio sentiero che, correndo a mezza costa parallelo al lago, porta al Fiumelatte. Consigliamo di indossare scarpe comode, per percorrere agevolmente il sentiero, seppur non presenti grosse difficoltà. Per chi volesse sostare nei pressi della sorgente, una piccola ma ben attrezzata area pic-nic è situata proprio a bordo del fiume.

GREENWAY DEI PATRIARCHI

A passo lento, attraversando Varenna ed alcune delle sue più belle frazioni, lungo viuzze, sentieri o brevi tratti su rotabile per gustare scorci e panorami deliziosi, immersi in un contesto pieno di vita e bellezza: ecco a voi la Greenway dei Patriarchi. Ma chi sono i Patriarchi, innanzitutto? Da tempo immemore, i varennesi sono soprannominati “Patriarchitt” (ossia “i Patriarchini”, perché a suo tempo praticanti il rito religioso patriarchino di Aquileia); oggi i “Patriarchi” rappresentano le persone anziane di Varenna, quelle longeve e sagge. Ogni anno li si festeggia tutti assieme in una giornata dedicata totalmente a loro (che vivano o siano solo nati a Varenna, poco importa: in una bellissima giornata, ci si ritrova tutti assieme a festeggiare!) che si svolge a fine autunno nei saloni addobbati di Villa Cipressi. É pensando a loro – e volendoli ringraziare per la ricchezza che rappresentano per il nostro paese – che con gratitudine e affetto si è dedicato a loro questo nuovo percorso di mobilità dolce.

Tempo di percorrenza: 2 ore ca (sola andata)
Lunghezza totale: Km. 6,00 (sola andata)
Altitudine di partenza: metri 200,00
Altitudine Massima: metri 320,00

VARENNA – STORIA E GEOGRAFIA

martedì, Novembre 1, 2011 @ 04:11 PM
aggiunto da Varenna

Varenna, posta allo sbocco di una fertile valletta, è costruita su un promontorio roccioso sovrastato da un monte, sulla cui vetta si staglia la sagoma inconfondibile della torre di un antico castello. 

Come molti dei paesi della costa Lariana, anche Varenna ha un passato legato all’attività della pesca; per questo è stata scelta come luogo di dimora dalle prime popolazioni del lago.

È una località inconsueta: da una parte si propone come un vivace e attrattivo centro turistico con numerose strutture ricettive, dall’altra custodisce un passato medioevale che si offre oggi come uno dei meglio conservati della zona del Lago. 

CENNI STORICI

Le origini di Varenna si perdono nell’oscurità dei tempi. Si può affermare che la località dev’essere stata abitata fin dai tempi più remoti e fu fortificata dai Romani. Un segno importante nella storia del borgo risale al 1169, quando questo, che era uno sparuto villaggio di pescatori, diede ospitalità agli abitanti dell’Isola Comacina scappati dalla distruzione delle loro case da parte dei Comaschi, alleati del Barbarossa. Tutti gli anni, i Varennesi ricordano lo sbarco dei Comacini il primo sabato di Luglio, con una grandiosa festa culminante con spettacolari fuochi d’artificio. 

Etimologia del nome:

Deriva dal nome latino femminile di persona ‘Varena’.

Il centro si trova ad un’altitudine di 220 m, conta all’incirca 728 abitanti e si estende su una superficie di 12,6 km2 divise in 4 frazioni: Varenna, Olivedo, Fiumelatte e Località Pino.

Foto di Alberto Locatelli in esclusiva della Pro Varenna

varena2varena2varena2

MANDELLO – SPORT E TURISMO

martedì, Novembre 1, 2011 @ 04:11 PM
aggiunto da Mandello

Panorama Mandello

MANGIARE A MANDELLO
Ristorante “Il Giardinetto”
Rist. Riva Granda

Albergo Ristorante “Grigna”
Rist. Pizzeria Rosalba
Rist. Mamma Ciccia
Villa Confalonieri
Albergo Ristorante “Al Verde”
Agriturismo “La Selvaggia”
Rist. Pizzeria “La Tavernetta”
Osteria “Sali e Tabacchi”
Pizzeria “Al Ghezz”
Paninoteca “Bar Roma” – tel. 0341/732350
Ristorante Pizzeria “2184” (Piani Resinelli)- tel. 0341/590077

 

DORMIRE A MANDELLO
Hotel in Mandello
Albergo Ristorante “Grigna”
Albergo Ristorante “Al Verde”

B&B in Mandello
B&B La Tartaruga
B&B Antica Officina
B&B Lago Blu
B&B Acqua Bianca
B&B Mammamia
B&B Frontelago
B&B MammaCiccia
B&B Le Ortensie
B&B Alla Torre del Barbarossa
B&B Guzzi-Inn – tel/fax 0341/730861 e-mail

Camping in Mandello
Camping “Continental”

Altre strutture
Casa Vacanza Gelsomino – tel. 338/6578280
Motel “Nautilus” – tel. 0341/581373
“Residence Giardinetto” (case vacanze) – tel. 0341/731125
Agriturismo Crotto di Somana – cell. +39 338 4519777 – cell. +39 349 6887791

 

MUOVERSI A MANDELLO
In treno
In autobus
In battello

Se non ti vedi in questo elenco, vuoi aggiungere altre informazioni o vuoi modificare quelle presenti mandaci una mail cliccando qui

MANDELLO – PERCORSI

martedì, Novembre 1, 2011 @ 04:11 PM
aggiunto da Mandello

Viandanti.....

Vengono presentati 8 itinerari che permettono di effettuare alcune semplici e brevi escursioni all’aria aperta nei dintorni di Mandello. Sono in genere molto facili, adatti a tutti e si svolgono su sentieri larghi, ben tenuti e senza forti pendenze.

8 passi per Mandello – Carta di Riferimento

PERCORSI CONSIGLIATI CON DETTAGLI:

INTRODUZIONE AI PERCORSI

A – SOMANA – OLCIO
B – SOMANA – ACQUA DEL GESS
C – SOMANA – SANTA MARIA (ERA E GARDATA)
D – SOMANA – TORRENTE MERIA – RONGIO
E – RONGIO – PONTE DI FERRO – GROTTE ACQUA BIANCA
F – RONGIO – ZUCCO DELLA ROCCA – MAGGIANA
G – SAN GIORGIO – MAGGIANA – RONGIO
H – SAN GIORGIO – MAGGIANA – CASCATA DEL TORRENTE ZERBO

 

PERCORSI PER I RIFUGI CON DETTAGLI:

Rifugio

A – RIFUGIO BIETTI – BUZZI
B – RIFUGIO ELISA
C – RIFUGIO ROSALBA
D – RIFUGIO BRIOSCHI

 

ALTRI PERCORSI CONSIGLIATI:

A – ANELLO DI OLCIO

 

MANDELLO – MONUMENTI E LUOGHI

martedì, Novembre 1, 2011 @ 04:11 PM
aggiunto da Mandello
CHIESA DI SAN GIORGIO
Appartenente al comune di Mandello, ma dipendente dalla parrocchia di Crebbio, la chiesa di San Giorgio è originaria probabilmente del 100 DC, anche se oggi appare nelle formedel XIII secolo.
L’acquasantiera in marmo del IX-X secolo e l’eccezionale complesso di affreschi raffiguranti temi come la misericordia, la salvezza e la dannazione ne fanno uno dei più affascinanti rilievi archeologici della zona orientale del lago.
Per saperne di più…
 
CHIESA DI DEBBIO
Chiesa di DebbioDi costruzione antica ma non databile con precisione (è citata gia nel’883 DC), è inizialmente dedicata a S. Stefano.
Nel 1434 viene eseguito un affresco rappresentante la Madonna del Latte e nel 1760 viede dedicata a Santa Maria Nascente.
Ubicata al confine tra i Comuni di Mandello e di Abbadia Lariana. è raggiungibile in pochi minuti percorrendo il tratto Debbio – S. Giorgio  o arrivando da Abbadia seguendo il “Sentiero del Viandante”.
Per saperne di più…

ARCIPRETALE DI SAN LORENZO MARTIRE

La chiesa è situata in zona lago,non lontana dal pontile del battello.
Già documentata nell’800, nel 1288 sede di Capitolo. La forma attuale si deve al rifacimento del 1613. Dell’antica struttura il campanile romanico (sec XI-XII). Affiancata dal complesso di Santa Marta, sacello a pianta quadrata con abside poligonale, sede di antica confraternita (1300).
Ricca decorazione barocca all’interno. Nel presbiterio tele (XVII sec) con Storie di San Lorenzo di Agostino Santagostino. Stucchi del presbiterio di Giacomo Scotti (XVII sec), stalli del coro ligneo di Paolo Lucini (1691). Altare maggiore pregevolissima opera in legno intagliato e dorato.
Organo Serassi (1764) scolpito e dorato. Decorazione della volta della navata con Trionfo della Pace di Luigi Tagliaferri (1915). Nell’andito che conduce da San Lorenzo a Santa Marta affresco dell’Addolorata, di origine antica, più volte ridipinto.
Dalla chiesa di Santa Marta si accede alla Grotta della Madonna di Lourdes.
Di fronte alla Chiesa l’antica Cappella dei Morti, a pianta ottagonale.

TORRE DI MAGGIANA (DETTA DEL BARBAROSSA)

La Torre di Maggiana “detta del Barbarossa” è una fortificazione di origine medievale risalente al XII secolo, il cui nome va ricondotto alla leggenda secondo cui  la famiglia Mandelli avrebbe offerto ospitalità all’imperatore Federico I (il Barbarossa) nel 1158. Della decorazione ad affresco che un tempo ornava i locali resistono alcuni lacerti rappresentanti trofei d’armi. Attualmente è sede del Museo di Arte Contadina il quale, allestito con cura dal Gruppo Amici di Maggiana, raccoglie manufatti del lavoro e dell’arte contadina. Sulla terrazza, in cima alla torre, si gode un bellissimo panorama sul lago e sulle montagne circostanti.Orari di apertura: Dalle 10:00 alle 12:00 nei seguenti giorni: Aprile: 9, 16 (Pasqua), 17, 23, 24, 25, 30.
Da Maggio a Settembre Sabato e Domenica.
Aperture straordinarie: 1 Maggio, 2 Giugno, 15 Agosto
www.museotorremaggiana.it

RONGIO – SAN GIACOMO

Documentata dal 1558 ma di fondazione più antica. Forma attuale frutto di un intervento di abbellimento e restauro del 1903. Dal 1913 il fonte battesimale. All’interno, sull’altare di marmo policromo intarsiato (1745), una nicchia accoglie la statua del Santo in abiti vescovili.Sulla volta del presbiterio La cena in Emmaus.Nello spessore di un pilastro che divide il presbiterio dalla navata, visibile affresco tardogotico raffigurante Madonna col Bambino con ramo di ulivo. Nella navata si apre la Cappella della Madonna del Rosario con bella statua della vergine. Copertura della navata con volta a crociera adue campate. In controfacciata, in posizione elevata, il coro.

RONGIO – SANT’ANTONIO DA PADOVA

Risale al 1654. Sopra l’altare maggiore una statua di Sant’Antonio con Gesù Bambino circondato da fanciulli. Sulle pareti del presbiterio 2 tele: a sinistra Sant’Antonio resuscita un morto; a destra fatto che narra l’origine della chiesa. Nella navata 2 nicchie con statue della Vergine Immacolata e di un Santo Guerriero. Due tele nella navata rappresentano Maria Immacolata che trionfa su un drago e il sacrificio di Isacco. Nelle lunette dipinti 2 miracoli di Sant’Antonio.

OLCIO – SANTA MARIA AL MONTE

A 661 metri s.l.m., su antica via di comunicazione che collegava Mandello alla Valsassina. La mulattiera che conduce alla chiesa parte dalla frazione di Somana
Sicuramente già esistente nel 1145, quando il santuario è citato in un privilegio papale.
Nel 1335 fu ospizio benedettino, con annessi locali edificati in epoca medievale.
Dal 1440 dipende dalla Parrocchia di Olcio.
Della primitiva costruzione romanica il campanile e la planimetria, ad aula unica con portico esterno.
L’altare maggiore conserva un quadro con Maria e Bambino tra i SS. Giuliano e Lorenzo.
Seriamente danneggiata da un disastroso incendio nel 1997, in seguito restaurata nelle forme attuali

OLCIO – SANTA EUFEMIA

Olcio - Sant'EufemiaSituata nella frazione di Olcio,sulla provinciale.
Sicuramente anteriore alla Parrocchia, costituita con atto notarile il 4 Novembre 1491, come attestano elementi del campanile di epoca romanica, sovrastato da cupola a cipolla appena accennata di epoca successiva.
L’aspetto attuale si deve a un rifacimento del XIX sec.
All’interno ricca decorazione ottocentesca con dipinti nella zona presbiteriale di Giovanni Maria Tagliaferri (1873). Sull’altare maggiore in marmo policromo è una pala con la Natività.
In controfacciata in posizione elevata pregevole organo Carnisi (1853)

SOMANA – SANT’ABBONDIO

Consacrata nel 1803 ed eretta parrocchia indipendente nel 1858. Struttura ad aula unica coperta da volta a botte. Facciata a capanna in cui si apre il portale centrale sormontato da un occhio. Il campanile termina con un’elegante cipolla.All’interno catino absidale decorato con affresco raffigurante il Sacro Cuore di Gesù benedicente tra schiere di Angeli musicanti. Sulla parete dell’abside riquadri con scene cristologiche. Nella volta affrescato il miracoolo di Sant’Abbondio che con la resurrezione di una bambina induce i pagani alla conversione.

SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DEL FIUME

Santuario della Beata Vergine del FiumeEdificio a pianta ottagonale con tamburo e portico esastilo realizzato in seguito al ritrovamento (1624) dell’immagine della Vergine ora sull’altare maggiore.
Fabbrica ultimata nel 1630, ma con rifacimenti successivi (portico rifatto nel 1742 e campanile nel 1912).
Cappelle esterne della Via Crucis realizzate tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800.
Decorazione all’interno tra i più felici esempi del barocco lariano.
Affreschi e tele del coro con Storie della Vergine di Agostino  Santagostino (XVII sec).
Ricca decorazione a stucco di Giacomo Scotti (XVIII sec).

SAN ZENONE IN TONZANICO

Chiesa San Zenone in TonzanicoDi origine medievale, ma rifatta nel XV sec.  Pianta dell’edificio a due navate di tipologia umanistica.
Nella navata a sud lacerti di affreschi tardogotici: Crocefissione, Sant’Antonio e San Bernardo, Martirio di Santa Caterina d’Alessandria e scene della Dormitio Virginis.
L’altare con la statua di San Zeno presenta un architettura dipinta in tromphe l’oeil.
Nella navata nord un Crocifisso e la statua di Maria Immacolata. Esternamente una colonna del 1654 ricorda i morti di peste del 1630.
Per saperne di più…

GROTTA FERRERA
La grotta Ferrera si trova in località Acqua Bianca.
Il livello orografico della grotta è 590 metri sopra il livello del mare ed ha un dislivello massimo di circa -37 metri.
La caverna è costituita essenzialmente da un’unica immensa sala lunga circa 175 metri e larga circa 50 metri. È percorsa per un breve tratto da un ruscello proveniente da una volta che forma una cascata.
L’accesso è estremamente facile, poiché si apre sul bordo di una mulattiera molto ben tenuta; anche la percorribilità interna è facile, tuttavia il suolo è coperto da fango scivoloso e costellato di crepacci.
La caverna è stata originata dalla dissoluzione di una parte di roccia più corrodibile seguita dal crollo di altri strati sovrastanti al fine di ristabilire l’equilibrio. Questo tipo di formazione è frequente nelle grotte della zone limitrofe.

CHIESETTA ALPINA DI ERA
eraCuriosità…

 

MANDELLO – STORIA E GEOGRAFIA

martedì, Novembre 1, 2011 @ 04:11 PM
aggiunto da Mandello

GEOGRAFIA
Altitudine: 203 metri s.l.m. Superficie: km2 41,77
Posizione geografica: Ramo orientale del lago di Como (ramo di Lecco) – Il territorio è diviso in due porzioni, separate dal lago: la maggior parte del territorio comunale si estende sulla riva orientale del lago e giunge fino alla cima della Grigna Settentrionale (m 2.410). La parte restante si trova sulla riva occidentale ed è costituita dalla frazione Moregge e dal versante est del monte Moregallo (m 1.275).
Frazioni: Maggiana, Olcio, Rongio, Somana con Sonico
Vecchi Nuclei: Mandello (Borgo a lago), Gorlo, Luzzeno, Molina, , Motteno, Mulini, Olcio, Rongio, Somana (Bornico), Sonvico, Tonzanico, Zeno.

CENNI STORICI
Si ritiene che il suolo su cui sorge la cittadina sia formato dalla pianura alluvionale che il torrente Meria ha creato trasportando a valle, verso la foce, grandi quantità di detriti, massi, ciottoli e ghiaia.
Su questa pianura, circondata da fertili colli, alla fine del VII sec. a.C. si stabilirono i Celti (come confermato da reperti archeologici rinvenuti nei dintorni). Dopo la vittoria dei Romani sui Celti a Casteggio (PV) Mandello venne assogettato dal condottiero romano Marco Claudio Marcello e, insieme ad altre località del lago, divenne un Pagus romano.
Nonostante il borgo sia di fondazione preromana, si ipotizza che il nome della cittadina sia di origine romana e che derivi dal nome «Mandella», di una famiglia aristocratica romana o dal nome proprio «Amandello».

Le prime menzioni scritte che riguardano Mandello risalgono all’epoca dei Longobardi dai quali fu classificata «corte regia», ossia terra di proprietà reale.
Nel 603 il papa Gregorio I, probabilmente a seguito di una contesa con il re longobardo Agilulfo, cedette al conte di Angera tutte le corti regie del Comitato di Milano, fra le quali figurava anche Mandello.
Successivamente Mandello divenne comune rurale dell’alto milanese, «feudo comitale e residenza dei Conti di Mandello» o «Mandelli» che trassero, come di consuetudine ai tempi, il cognome di famiglia dal nome del borgo.

Nel 1117, durante la guerra tra Como e Milano, i Mandellesi si schierarono con i Comaschi a fianco del papa Urbano II, contro i Milanesi appoggiati dall’imperatore Enrico IV. Nel 1126, nel corso della guerra durata ben 10 anni, il borgo di Mandello fu saccheggiato ed incendiato da parte dei Lecchesi e dei Milanesi.

Nel 1154 Federico Barbarossa, sulla via del ritorno verso la Germania dopo la sua prima discesa in Italia, affidò la custodia del paese e della Torre di Maggiana ad Alcherio Bertola, ricco signore del luogo fedelissimo alla causa imperiale.

Nel 1160, quando le città italiane pensarono a rendersi indipendenti dall’impero e si formarono i comuni, Mandello fu tra i primi borghi del lago ad accogliere la novità amministrativa e si costituì in Comune, con consoli, assemblee e magistrati propri.
Durante la lotta tra Visconti e Torriani Mandello, coerente con la sua posizione guelfa, parteggiò per questi ultimi.

Nel 1311 Mandello fu invaso dalle truppe di Cressone Crivelli ed a lui l’imperatore Enrico VII concesse in feudo Lecco e le zone limitrofe.

Nel 1336 Lecco e Mandello passarono sotto il governo di Azzone Visconti; sotto il suo dominio la vita pubblica conobbe un periodo di ordine e di buona amministrazione.
Sul finire del XIV secolo vennero promulgati ufficialmente gli statuti per il borgo e la sua popolazione; il primo podestà, Giovanni De Bombelli, fu eletto il 13 febbraio 1398. Nel 1429 il duca Filippo Maria Visconti concesse alla terra di Mandello alcuni privilegi che vennero confermati ed accresciuti da Francesco Sforza nel 1450.

Durante la guerra tra Milano e Venezia, Mandello resistette alla Repubblica Veneta che, nel 1453, aveva già occupato la Valsassina e minacciava anche Bellano e la riviera orientale del lago.
E’ in questo periodo che il borgo venne ulteriormente fortificato e fu concluso il vallo attorno all’abitato.

Il 23 ottobre 1537 l’imperatore Carlo V concesse il feudo di Mandello e riviera al senatore cremonese Francesco Sfondatri. Gli Sfondatri mantennero l’investitura fino al 1788, anno in cui i Serbelloni fecero domanda per ottenere il «Contado della Riviera» (a cui apparteneva anche Mandello), ma l’anno successivo le leggi napoleoniche abolirono ogni vincolo feudale.

Successivamente Mandello subì il dominio dei Francesi e degli Austriaci almeno fino al 1848, quando le idee rivoluzionarie presero piede ed in paese fu istituito un «Comitato Risorgimentale».

Mandello fu il primo comune lariano su cui sventolò la bandiera italiana.

APPROFONDIMENTI

Mandello: Alla ricerca di tracce medioevali nel borgo antico

Mandello: Archivio Comunale della Memoria Locale

LIERNA – TURISMO

martedì, Novembre 1, 2011 @ 04:11 PM
aggiunto da Lierna

LIERNA – TURISMO

LIERNA – PERCORSI

martedì, Novembre 1, 2011 @ 04:11 PM
aggiunto da Lierna

Cartina Sentieri Lierna


SENTIERO n° 71 – GENICO-MEZZEDO-ALPE DI LIERNA-B. CALIVAZZO

Quota 1420 m. dislivello 1200 m. difficoltà = E percorrenza : ore 3
Itinerario lungo ma vario, panoramico e caratteristico, non troppo faticoso e di notevole soddisfazione.

Dall’Ufficio Turistico (Stazione FS) si scende, e si risale a sinistra passando sotto il ponte della ferrovia. Si segue la strada asfaltata, ad un bivio (Uff. postale) , prendere a sin. (direzione Genico) e dopo una grande curva, a sin. Cartelli indicatori. Si segue un viottolo, e dopo una larga scalinata ed un tratto asfaltato si giunge ad un bivio, con una fontanella e cartelli indicatori. (a sin. variante n° 71a – più diretta e ripida), e si sale per boschi fino alla suggestiva forra del Fosso Brentalone, e poco più sopra si giunge alla Croce di Brentalone (punto panoramico e tavolo pic-nic-653 m).
Proseguendo in costa, si giunge ai soleggiati prati dell’Alpe Mezzedo (868 m).
Si incontra poco dopo il bivio per la deliziosa chiesetta romanica di San Pietro e orfanella, e si continua sulla destra lungo la costa della montagna, per giungere alla Forcella dell’Alpe (1132 m).
Il sentiero prosegue nei boschi, incontrando dopo poco la strada sterrata di servizio che sale all’alpe (1249 m-ore 2, 30). Si continua in leggera salita lungo tracce attraverso i prati e ci si addentra poi più ripidamente a destra in un bosco di larici.
Ad un bivio poco marcato (ometto) si lascia a destra il sentiero che sale ripido alla Bocca Palagia (dove arriva il sentiero n°73) e si sale con pendenza meno accentuata alla Bocca di Calivazzo.
Qui grandioso panorama della Grigna Settentrionale. Cartelli segnaletici. Da qui si dipartono numerosi sentieri, sia verso l’alto (Monte Pilastro, Bocca di Prada), sia verso il basso (Alpe di Calivazzo, Bocca di Verdascia).

SENTIERO  n° 72 – SOMACA-CALANCA-B.PALAGIA-ALPE DI LIERNA
Quota 1378 m    dislivello 1153 m    difficoltà = EE   percorrenza : ore 2,30
Questo sentiero, panoramico ed interessante, nella parte superiore è soggetto alla caduta di sassi. Pur non presentando particolari difficoltà , data la severità del luogo ed i pericoli oggettivi è da considerarsi riservato ad escursionisti esperti.
Si raccomanda la massima prudenza (evitare in giornate di forte vento, nelle ore di disgelo, durante o subito dopo le precipitazioni piovose ed in presenza di animali.)

Dall’Uff. Turistico come per l’ it.n° 71 fino al bivio con la fontanella. Qui a ds. Salire fino ad una curva. Sulla ds. per un ripido viottolo acciottolato che passa presso il vecchio torchio (visibile la ruota a pale), si passa sotto la superstrada e giunge a un crocicchio (fontanella con acqua della Fonte di Val Onedo). Qui cartelli indicatori, bacheca con cartina ed inizio segnalazioni con bandierine. Su dritti per una bella mulattiera badando alle segnalazioni che deviano due volte verso sin. Proseguire per bei boschi fino ad una teleferica nei pressi di una baracca. Qui il bosco va diradandosi, e dopo un tratto ripido si sbuca sui prati alti, con suggestiva visione delle pareti sovrastanti. Il sentiero continua in debole pendenza fino ad un bivio, dove riprende a salire verso ds. (ore 1,00). (Proseguendo invece dritti in falsopiano ci si trova sul sent. n° 72b che con un percorso piacevole in ambiente selvaggio superando Val Camosci e Val Pì scende per cenge panoramiche, boschi e canali alla Croce di Brentalone, sul sentiero n° 71 (v.).
Il sentiero della “calanca” prosegue costeggiando il fianco della montagna, tra un susseguirsi di canali e cenge in un panorama mozzafiato, con sopra immani pareti dolomitiche che lo sovrastano e sotto ripidissimi prati, balze di rocce, e verdi boschi che scendono fino all’azzurro lago. Proseguendo la salita, continua ma mai ripida, si incontra, al riparo di uno sperone di roccia il “casel del Bais” : un minuscolo ricovero, memoria di tempi non troppo lontani in cui questi ripidissimi prati venivano tagliati per ricavare fieno. (ore 1,50). Di proprietà privata, è stato recentemente recuperato dal duro lavoro di numerosi volontari (tutto è stato portato in loco a spalla!). E’ aperto ed accessibile in caso di bisogno (si raccomanda la massima cura e pulizia, e di non lasciare rifiuti di ogni genere!). Si prosegue la salita lungo un costone erboso e poco dopo ci si raccorda al sent. n° 73 che giunge da ds. e per esso (v.) lungo i ripidi prati finali raggiunge Bocca Palagia (ore 2, 30).

SENTIERO  n° 73 – SORNICO-PREDANE’-GARZE’-BOCCA PALAGIA
Quota 1378 m    dislivello 1153 m    difficoltà = E    ore : 2, 15
Salita diretta, ripida e faticosa, ideale per raggiungere gli itinerari verso la Grigna Settentrionale e ottimo allenamento per fare gambe e fiato.

Dall’Uff. Turistico scendere a sinistra e risalire, passando sotto il ponte della ferrovia e proseguire dritti fino alla chiesa. Dietro di essa prendere una strada che sale ripida, passando a fianco del campo sportivo, e proseguire fino al caratteristico nucleo di Olcianico. Mantenendo la sinistra si passa sotto un arco e lungo una strada acciottolata attraversare il nucleo di Sornico fino ad una cappelletta. Cartelli indicatori. (poco oltre è visibile la chiesetta di San Michele).
L’ itinerario inizia con una bella mulattiera lastricata, che diventa presto un sentiero profondamente incassato che raggiunge le case di Predanè. Qui il sentiero prosegue tra fitti boschi sino ad un costone che porta ad imboccare un largo canalone con a destra la vista su una impressionante parete di rocce rossastre. Con pendenza sempre crescente il sentiero si inerpica per il canalone, lungamente e faticosamente, su fino ad un delizioso belvedere con vista su Lierna, al cospetto delle dirupate balze della vetta e di una cresta rocciosa che il sentiero contorna sulla destra. (poco dopo da sin. sbuca il sentiero che sale dalla “Calanca”n° 72). Si prosegue su ripidi prati (massima attenzione con neve e ghiaccio), con qualche betulla e cespugli, e per tracce e sentiero sempre ripido si sale zigzagando fino a raggiungere la larga ed erbosa Bocca Palagia. (cartelli con segnalazioni vedi sent. n° 71).
Da qui è possibile salire a sin. al Monte Cucco, e a ds. in lieve salita un sentiero porta alla Bocca di Calivazzo (v. sent. 71)

SENTIERO  n° 74 – GIUSSANA-NERO-CORIA-ORTANELLA
Quota 958 m    dislivello 733 m    difficoltà = E    ore : 1, 45
Sentiero in parte tra i boschi ed in parte panoramico, che ben ricompensa lo sforzo che richiede. Fa parte del Sentiero del Viandante. (segnaletica)

Dall’Uff. Turistico scendere e prendere la strada a destra (via Ducale) fino ad un crocicchio con cappelletta. Voltare a destra risalendo la stradetta asfaltata, fino ad incrociare una larga strada (belvedere con cartelli segnaletici). Attraversarla in salita e al bivio immediatamente successivo salire il viottolo a sinistra (inizio bandierine segnaletiche), costeggiare in lieve discesa un muro di cemento, e ruderi dei cantieri della superstrada, e ad una ringhiera in legno troviamo l’inizio del sentiero, che prosegue quasi piano. (Dal crocicchio con cappelletta si può proseguire diritti fino alla strada provinciale- località Castello di Lierna, che avendo tempo è raccomandabile visitare- e costeggiando una villa con una fonte di acqua ferruginosa giungere alla cappelletta di S. Anna.
Da qui salire a destra per una lunga e caratteristica scalinata di pietra fino all’itinerario precedente.).
Si prosegue fino ad un masso che segna il confine tra il comune di Lierna e quello di Varenna. Qui il sentiero si impenna, e si perviene in breve ad un suggestivo belvedere sul Castello. Si continua incontrando poi l’Alpe di “Nero” e i suoi bei prati, e dopo un tratto quasi piano, il sentiero riprende a salire ripido e panoramico. Dopo qualche serpentina si supera un vallone e si entra in un bosco che porta rapidamente all’Alpe Coria. Lasciamo a sinistra il sentiero che scende a Fiumelatte (sentiero del Viandante basso) e proseguiamo sulla destra sempre in salita fino ai soleggiati prati di Ortanella. E’ consigliabile raggiungere la deliziosa chiesetta romanica di S.Pietro ai bordi di un vasto prato con ampio panorama sul centro lago.
(da qui è possibile raggiungere il sentiero 71 all’ Alpe Mezzedo, oppure risalire la Val Ontragno e raggiungere l’Alpe di Lierna. Sentieri evidenti ma non segnalati.)

Presso l’Uff. Turistico è disponibile una dettagliata relazione di questo itinerario sia nella variante bassa (Nero-Coria-Fiumelatte-Varenna) che nella variante alta (Nero-Coria-Ortanella-Vezio-Varenna)

SENTIERO  n° 75 – SORNICO-SAIOLI
difficoltà = T          percorrenza : ore 0, 30
Piacevole passeggiata in quota, mai faticosa, facente parte del Sentiero del Viandante, che dopo la località Saioli prosegue per Somana e Mandello.

Dall’Uff. Turistico (stazione FS) scendere a sinistra, risalire passando sotto il ponte della ferrovia e proseguire lungo un viale alberato fino alla chiesa. Dietro ad essa prendere una strada che sale ripida, passando a fianco del campo sportivo, e proseguire fino al nucleo di Olcianico. Mantenendo la sin. si passa sotto un arco e lungo una strada acciottolata si attraversa il caratteristico nucleo di Sornico fino ad una cappelletta (da qui si diparte a sin. il sent. 73). Proseguire passando presso la chiesetta di San Michele, superare un ponte e quindi in salita lungo la stretta strada carrozzabile, prima di acciottolato, poi sterrata o in cemento, che si affaccia di tanto in tanto sulla superstrada, fino a giungere un crocicchio in località Saioli dove sorge una cappelletta ed il caratteristico “albero del poeta”, un albero dove il poeta Elio Cantoni appende i suoi versi ora poetici, ora satirici, all’attenzione del viandante, che con la loro lettura e sedendo presso una panca sotto la cappelletta potrà ristorare il corpo, la mente e lo spirito. Da qui (cartelli) l’ itinerario diventa sentiero e prosegue un po’ panoramico ed un po’ tra boschi fino a sbucare su una strada asfaltata che scende a Somana. (Mandello)

DIFFICOLTA’ ESCURSIONISTICHE
T = TURISTICO : itinerario su stradine, mulattiere o larghi sentieri con percorsi ben evidenti e segnalati, generalmente non lunghi. Richiede comunque conoscenza dell’ ambiente montano e preparazione fisica alla camminata.
E = ESCURSIONISTICO : itinerario che si svolge su sentieri di ogni genere oppure su evidenti tracce di passaggio, di solito con segnalazioni. Richiede senso dell’orientamento, conoscenza dell’ambiente alpino, allenamento alla camminata, calzature ed equipaggiamento adeguati.
EE = PER ESCURSIONISTI ESPERTI : si tratta di un itinerario segnalato, ma che implica la capacità di muoversi su qualsiasi terreno, sentieri o tracce in zone infide ed impervie ed in ambiente severo. Necessitano esperienza di montagna, passo sicuro ed assenza di vertigini, oltre ad equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguate.
TEMPI DI PERCORRENZA : Si intendono con buone condizioni atmosferiche e di terreno (senza neve o ghiaccio) al netto delle soste, per escursionisti allenati e con normale equipaggiamento.

SCARICA L’OPUSCOLO

LIERNA – MONUMENTI E LUOGHI

martedì, Novembre 1, 2011 @ 04:11 PM
aggiunto da Lierna

Il Castello
Il Castello sorge su un promontorio naturale che ne accentua il carattere insulare e difensivo e presenta tuttora una cinta muraria con resti di epoca medioevale. Almeno fino al secolo XII possedeva anche una torre nella sua parte nord occidentale, la cui base è ancora in parte visibile in Piazzetta Dogali.
Tutto il complesso ha subito nel corso dei secoli molti rimaneggiamenti che ne hanno cambiato il volto e la funzione. Caduto in disuso come opera difensiva delle acque, assunse carattere di borgo residenziale e commerciale.
Per saperne di più…

La Chiesetta di SS. Maurizio e Lazzaro
All’interno del borgo sorge la chiesetta dei SS. Maurizio e Lazzaro appartenente nel 1147 al monastero di S. Dionigi di Milano.
Dedicata in un primo tempo solo a S. Maurizio, spesso patrono di località difensive come doveva essere il Castello in origine, venne poi dedicata anche a S. Lazzaro.
Alcune notizie riferiscono che la co-dedicazione dell’edificio derivò nel tardo Cinquecento dall’ordine cavalleresco intitolato ai due santi e fondato dai Savoia.
Per saperne di più…

L’Oratorio del Santo Crocifisso
Oratorio del Santo CrocifissoSorge presso la chiesa parrocchiale e presenta una struttura ottagonale.
Fu eretto nell’anno 1841 su disegno dell’ing. Amadeo di Bellano, per disposizione testamentaria del Sac. Ilarione Marcelli col concorso del popolo di Lierna.
Da molti anni non viene utilizzato per le funzioni sacre, mentre in passato era sede della Confraternita, vi si tenevano le lezioni di dottrina cristiana, le adunanze delle pie associazioni e vi si celebrava l’Ufficio della Beata Vergine tutte le feste. Si cantava la messa il giorno dell’Invenzione della S. Croce e si celebravano le messe per i legati dei sacerdoti Ilarione Marcelli ed Ercole Lampugnani.

 


L’abitato di Sornico

“Verso monte  entriamo in  Sornico attraverso il “Punt de la Ninì”, celebre arco sopra la mulattiera, quasi fosse la porta d’ ingresso di un’ antica città.
Qui le case appaiono molto più vetuste che nel resto del paese.
La via principale è stretta e rivestita da un acciottolato di sassi.
Fatti ancora pochi passi ci si pone dinanzi la chiesa di S. Michele.Dai documenti da noi consultati, l’ edificio appare molto antico. Viene infatti citato anche in alcune carte del XII secolo come bene immobile di proprietà del convento di S. Dionigi in Milano.La struttura attuale mostra evidenti tracce di rifacimenti e di restauri più o meno recenti.
La stradina che costeggia la chiesa va verso la “Valle di Sornico” dove sorge un lavatoio. Quindi si inerpica verso i boschi.”
Testo di Aurelio Goretti,  da“ Lierna, un paese tra lago e monti”

Sornico – San Michele
L’antico oratorio di San Miche a Sornico, di probabile  origine Longobarda e appartenente fino al 1202 al monastero di San Dionigi di Milano, come alri edifici religiosi liernesi aveva subito una riedificazione all’inizio del Seicento.
L’edificio conserva un aspetto lindo e campestre ed è ravvivato sulla facciata esterna da un piccolo affresco del 1826 rappresentante San Michele arcangelo.
A destra della porta di ingresso è posta una pregevole pila per l’acqua benedetta in pietra scolpita.
La sacrestia fu edificata nel 1731 e conserva un lavabo in marmo rosso, Sulle pareti ai lati dell’altare sono appese due tele a olio di grandi dimensioni, di cui una datata 1688 raffigurante S. Antonio con le anime purganti, l’altra rappresentante S. Luigi di Tolosa.
Per saperne di più…

La Chiesetta di San Martino a Grumo
Costituita da un semplice edificio con campanile, preceduto da un portico ornato da un  ingenuo affresco raffigurante le Anime Purganti.
Al di sopra delle due finestre che affiancano l’entrata, fino al 1950 circa, erano presenti due nicchie in cui erano collocate delle ossa umane che si diceva fossero state ritrovate nei campi circostanti in tempi molto lontani.
All’interno l’altare è costruito con marmi policromi e la pala affrescata rappresenta la Vergine con S. Martino e S. Ambrogio.
Al di sopra un affresco ottocentesco raffigura il Transito di S. Giuseppe.
La citazione più antica di questo luogo è  in un rogito notarile del 1436 riguardante un terreno appartenente alla chiesa di S. Martino di Lierna, in località Prato Grasso.
Dopo due secoli, alla fine del Seicento, il parroco di Lierna scrive che durante le processione delle Rogazioni si visitavano i resti dell’antico oratorio di S. Martino.
Per saperne di più…

Oratorio di S. Bernardo a Villa
La chiesetta di S. Bernardo, come altre in Lierna, era un edificio religioso di antica origine, nel tardo Cinquecento molto deteriorato o abbandonato, di cui si riprese la riedificazione in pieno clima di Controriforma, per ravvivare il sentimento religioso e il culto.
La sua ricostruzione, lunga e tormentata, durò circa duecento anni, con continue interruzioni.
Nel 1667 il vescovo Torriani annota che la costruzione era stata iniziata da molto tempo e che ogni prima domenica del mese ci si recava in processione con la Confraternita del Rosario.
Lodovico Venini, Nicola e Paolo Balbiani avevano già donato nel Seicento 35 scudi e 100 lire per la sua realizzazione, ma ancora nel 1712 l’Oratorio era incompleto, nonostante fosse méta regolare della processione del Rosario per commemorare la Vergine e il santo titolare.
Nel 1768 una processione vi si recava il giorno di S. Bernardo, nonostante l’edificio non fosse ancora terminato.
Per saperne di più…

L’Oratorio di Santa Caterina a Giussana
L’Oratorio di S.ta Caterina d’Alessandria a Giussana è ricordato solo da una cappellina votiva in mosaico (eseguito nel 1962 sopra un precedente affresco) sulla facciata di una casa privata, dove la santa è rappresentata con la ruota del martirio che le fu inflitto.
La chiesetta sorgeva fra le mura di questa abitazione e benché si parli anche di un convento con monache o frati, non se ne trova traccia nelle relazioni vescovili successive al 1593.
Nella prima metà del Seicento l’Oratorio era mantenuto da Francesco Georgi e fratelli che avevano fatto eseguire un’immagine a olio di S.ta Caterina da apporre sopra l’altare.
Un’unica finestrella dava luce all’interno e un vaso lapideo, sorretto da un pilastro in pietra, conteneva l’acqua benedetta.
Per saperne di più…

La Madonna del Rosario di Genico
La Madonna del Rosario a GenicoAl centro della frazione di Genico sorge una cappella ristrutturata da pochi anni, dedicata alla Madonna del Rosario. E’ rinchiusa da un cancello, dotata di altare e fino ad alcuni decenni fa di una bella statua lignea settecentesca, ora sostituita da una copia moderna. Il tempietto, in origine affrescato internamente con un cielo stellato, in passato era definito ironicamente “La Madòna di Capìtt”. Caduto in disuso come edificio religioso, veniva infatti utilizzato come deposito per i mazzi di funi e i capìtt (ganci o cappi in legno impiegati per  appendere la legna alle teleferiche ) adoperati abitualmente dai boscaioli di Genico. La sua origine, molto più spirituale, è invece legata alla presenza a metà del Settecento nella casa adiacente del sacerdote Giovanni Battista Panizza.
Costui era un semplice prete di campagna, nato nel 1728, che aveva studiato nel Seminario di Como e che esercitava le funzioni ecclesiastiche in  parte a Lierna e in parte a Olcio.
Si dedicava anche all’istruzione dei fanciulli della parrocchia e i suoi passatempi preferiti erano le partite a carte e la caccia.
La chiesina della Madonna del Rosario viene visitata regolarmente dalle processioni mariane del mese di maggio e occasionalmente è utilizzata per la celebrazione di messe.

I Mulini e Lavatoi lungo il torrente Buria
La passeggiata da Sornico a Grumo è accompagnata lungo tutto il percorso dalla valle del torrente Bùria che ha origine dai monti sopra i Saioli, scende e lambisce le frazioni meridionali di Lierna.

Benché attualmente la valle sia un luogo piuttosto trascurato e in molti punti cementificato, in passato le acque del torrente, che scorre impetuoso soltanto nei periodi piovosi, e dei suoi affluenti (Acqua del Gesso e Valle di Lembra) ebbero una grande importanza per la vita economica e quotidiana del nostro paese…
Per saperne di più…

Il Mulino Frantoio di Genico
il Mulino Frantoio di GenicoNelle vicinanze di Genico, lungo il sentiero che dal Bògn sale verso Somàca, è visibile un secolare mulino a ruota, restaurato e curato nei minimi particolari dai proprietari Lucia Panizza e Renzo Rompani.Nel Catasto Teresiano del 1756 lo stabile è citato come “mulino d’una sola ruota” appartenente a G. Battista Panizza fu Ambrogio di Genico. Costruito nella prima metà del Settecento per uso esclusivamente familiare, venne in seguito utilizzato per la macinazione del frumento e del granoturco prodotti in paese. Si aggiunse più tardi l’attività di frantoio per la spremitura delle olive.Rimangono i marchingegni originali in legno ancora funzionanti, il condotto in granito che portava l’acqua dall’invaso sovrastante, la ruota, un torchio, una raccolta di antichi misuratori e recipienti in rame per l’olio, una mastodontica madia per la farina, vecchi attrezzi agricoli e una stufa in muratura per il riscaldamento e la decantazione della sansa delle olive.Il mulino è sempre appartenuto ad un ramo della famiglia Panizza di Genico e abbiamo notizie dei primi mugnai settecenteschi: Giovanni Battista, Ambrogio e Vincenzo.L’attività venne continuata dai figli di quest’ultimo: Ambrogio e Amatore e poi dai nipoti Ortensio e Aristide. A fine Ottocento passò al discendente Ambrogio Panizza (Guérnu),che però cedette  il redditizio mulinoad un cugino pure di nome Ambrogio (Ambrusùn). Questi, già gestore di un frantoio a Fiumelatte, pensò di utilizzare il mulino soltanto per la spremitura dell’olio, attività che continuò suo figlio Amatore (Cecchìn) fino al 1970 circa.

La Cava di Grumo
Entrò in funzione nel 1867 e fin da allora venne definita “cava del marmo nero”.
La cava era di proprietà della famiglia Scanagatta che vi lavorò fino agli anni ’50.
Per saperne di più…

storia e geografia

notizie storiche e geografiche del territorio

monumenti e luoghi

alla scoperta del territorio

sport e turismo

soggiornare nel territorio