Archivio mese Gennaio, 2012

Dervio: La Passione di Gesù

mercoledì, Gennaio 11, 2012 @ 02:01 PM
aggiunto da admin
passione di cristoManifestazione che negli anni é andata sempre più crescendo d’interesse coinvolgendo ben un centinaio di comparse, tutti con costumi molto curati e fedeli all’epoca in cui si fa risalire l’evento che attraverso le vie del paese, rappresentano la settimana di passione con la crocifissione di Gesù Cristo.
Il venerdì santo, partendo dalla piazza della chiesa parrocchiale, viene rappresentata la domenica delle palme con l’ingresso di Gesù a cavallo di un asino in Gerusalemme. Si prosegue poi fino al parco Boldona dove si svolge l’ultima cena con la distribuzione del pane e del vino ai dodici apostoli. Di seguito sul lungolago degli ulivi si assiste al tradimento di Giuda e l’arresto di Gesù nell’orto dei Getsemani. Si prosegue poi verso il palazzo comunale dove viene rappresentata la condanna da parte del popolo e la fustigazione di Gesù da parte dei soldati romani agli ordini di Pilato. Da qui,  spogliato, incatenato e caricato della croce, Gesù, seguito dagli altri personaggi, si avvia lungo un’impervia mulattiera che porta alla frazione Castello sopra  Dervio. E proprio questa parte della drammatizzazione catalizza l’attenzione del pubblico. Gli effetti sonori dei tuoni, il bagliore delle torce e la croce con il Cristo che si staglia nel cielo ormai scuro rendono appieno l’idea di un dramma che si rivive da almeno due millenni.
Alla serata partecipa un grande pubblico, non più ormai solo derviese e questo dimostra l’ottimo lavoro profuso da tutti i componenti della Proloco e dai volontari.

Dervio: Collegamenti

mercoledì, Gennaio 11, 2012 @ 02:01 PM
aggiunto da Dervio

Il territorio, fra i più interessanti dell’Alto Lario, è posto a ca. 30 Km a Nord di Lecco e a ca. 80 Km da Milano. Si raggiunge facilmente con la superstrada 36, da Lecco a Colico, uscendo allo svincolo di Dervio (apertura nel 2006) oppure, per gustarsi il paesaggio, seguendo la strada provinciale 72 che attraversa i centri abitati della riviera orientale del lago. Per raggiungere i paesi della Valvarrone si utilizza la provinciale 67 che partendo da Dervio raggiunge i comuni di Vestreno, Sueglio, Introzzo e Tremenico per poi proseguire sino a Pagnona e Premana nell’alta Valvarrone.Altro collegamento è ottenuto con i mezzi pubblici, tramite la ferrovia della linea Milano – Sondrio, la stazione ferroviaria si trova nel centro di Dervio e Dorio ed un servizio bus raggiunge i quattro paesi della Valvarrone.

Collegamenti verso Dervio

Statuto Pro Loco Dervio

mercoledì, Gennaio 11, 2012 @ 11:01 AM
aggiunto da admin

Statuto Pro Loco Dervio

 
L’anno duemiladue, addì 31 del mese di Ottobre, nella Sala Consigliare sita in Dervio piazza IV Novembre nr.6 alle h.21.00 – in seconda convocazione – si è svolta l’Assemblea Generale Straordinaria dei Soci della Pro Loco Dervio con all’ordine del giorno la variazione dello Statuto Sociale per l’adeguamento alla Legge Regionale 25 ottobre 2001 nr. 16. Qui di seguito si riporta l’atto che, così come letto, è stato approvato all’unanimità.

1) COSTITUZIONE

L’Associazione denominata “Pro Loco Dervio” è stata costituita il 15, Maggio 1972 avanti il Notalo Dott. Luigi Annoni del Collegio Notarile di Lecco (vds. Atto nr.13.965 di Repertorio, registrato a Lecco il 20-05-1972 al nr.69 ). La sua Sede Sociale è ubicata in piazza IV Novembre e l’eventuale trasferimento non comporta modifiche al presente Statuto.

2) CARATTERISTICHE

a) L’Associazione è apolitica, aconfessionale e non ha scopo di lucro;

b) si avvale in modo determinante e prevalente delle prestazioni personali, volontarie e gratuite del propri aderenti;

c) può assumere lavoratori dipendenti o avvalersi di prestazioni di lavoro autonomo esclusivamente nei limiti necessari al suo regolare funzionamento oppure a qualificare o specializzare l’attività da essa svolta;

d) svolge l’attività di volontariato mediante strutture proprie o, nelle forme e nei modi previsti dalla legge, nell’ambito di strutture pubbliche o con queste convenzionata.

3) DURATA E LIMITI GIURISDIZIONALI

La durata della Pro Loco Dervio è illimitata ed i limiti giurisdizionali coincidono con quelli del Comune di Dervio Comunque, esclusivamente per l’eventuale realizzazione di progetti e/o interventi sovracomunali, può operare anche fuori dal territorio comunale in cui è costituita, a condizione però che intercorrano preventivi accordi con le Pro Loco coinvolte nei progetti e/o Interventi, ovvero – ove trattasi di territori sprovvisti di Pro Loco – con i Comuni interessati.

4)SCOPI

Gli scopi istituzionali della Pro Loco Dervio sono di promuovere in ogni forma e con ogni mezzo la conoscenza, la tutela, la valorizzazione, la fruizione in termini di conservazione delle realtà e delle potenzialità turistiche, naturalistiche, culturali, artistiche, storiche, sociali ed enogastronomiche del territorio in cui opera e della comunità che su di esso risiede, onde promuovere la crescita sociale. In via esplicativa e non esaustiva rientrano quindi nei compiti della Pro Loco Dervio:

a) svolgere opera di aggregazione delle persone e degli Enti che, a titolo volontaristico, condividono i principi, e le finalità dell’Associazione e intendono impegnarsi per la loro realizzazione;

b) svolgere e/o promuovere ricerche atte ad approfondire la conoscenza e latutela delle risorse del territorio della collettività insediatavi, diffondendone i risultati per una loro rispettosa fruizione;

c) fare opera di educazione e di formazione sui temi della storia, della geografia, delle usanze, delle tradizioni, dell’arte, della cultura locale, ivi compresa la collaborazione alla crescita di idonee professionalità;

d) organizzare manifestazioni in genere e, in particolare, convegni, incontri, fiere, escursioni e gare sportive a livello amatoriale, il tutto finalizzato alla promozione della comunità e del suo sviluppo sociale, incentivando la consapevolezza a partecipare alla vita collettiva;

f) operare per la diffusione delle problematiche ambientali e per la formazione di una specifica sensibilità, con particolare riferimento alle realtà locali; tali azioni saranno rivolte specialmente ai giovani in collaborazione anche con le istituzioni scolastiche;

g) sensibilizzare la collettività verso lo sviluppo e la crescita dell’attività turistica, rivolta sia all’ambito locale che alle realtà esterne, soprattutto in termini di qualità, attivandosi anche per l’istituzione di Uffici Informazioni e Accoglienza Turistica;

h) promuovere e partecipare ad azioni di tutela in ogni sede e in ogni grado, ivi comprese le sedi amministrative e giudiziarie.

5) SOCI

a) L’iscrizione alla Pro Loco è aperta a tutti i cittadini residenti nel Comune ed a coloro che, non residenti, operino per il raggiungimento delle finalità di cui al precedente punto 4).

b) Si distinguono in “Soci Onorari”, “Soci Fondatori”, “Soci Vitalizi”, “Soci Benemeriti’, “Soci Effettivi” e “Soci Aggregati”.

SOCI ONORARI

La qualifica di “Socio Onorario” può essere conferita a quelle persone eminenti nelle discipline ambientali, architettoniche, urbanistiche, mediche, giuridiche ed economiche cui la Pro Loco Dervio, su delibera del Consiglio di Amministrazione, crede conveniente tributare tale investitura.

Possono essere “Soci Onorari”:

Ø alte personalità, insigniti per pubblico riconoscimento;

Ø persone che abbiano reso segnalati servigi alla Pro Loco Dervio

I “Soci Onorari” sono esenti dal pagamento di qualsiasi contributo, non hanno voto deliberativo nelle Assemblee e non sono eleggibili a cariche sociali.

SOCI FONDATORI

La qualifica di “Socio Fondatore” viene acquisita da chi si è fattivamente adoperato per la costituzione dell’Associazione, partecipando alla costituzione dell’originario fondo di dotazione della stessa. I “Soci Fondatori” risultano nell’elenco generale del Soci.

SOCI VITALIZI

La qualifica di ” Socio Vitalizio” viene acquisita da chi, intervenendo per gli oneri dell’Associazione in unica e relativa consistente erogazione, non è soggetto a qualsiasi altra forma di contribuzione facendone parte vita natural durante. I “Soci Vitalizi” risultano nell’elenco del Soci.

SOCI BENEMERITI

La qualifica di “Socio Benemerito” viene acquisita da coloro che effettuano versamenti ritenuti di particolare rilevanza dal Consiglio di Amministrazione. I “Soci Benemeriti” risultano nell’elenco generale dei Soci.

SOCI EFFETTIVI

La qualifica di “Socio Effettivo” viene acquisita all’atto del normale versamento della quota associativa stabilita annualmente dall’Assemblea dei Soci su proposta del Consiglio di Amministrazione. Detta quota deve essere versata – pena la decadenza dell’iscrizione – entro 30 (trenta) giorni dalla richiesta d’iscrizione all’Associazione o, per i rituali rinnovi, entro il 31 marzo di ogni anno sociale.

SOCI AGGREGATI

Gli studenti universitari e gli studenti delle scuole medie superiori, anche se minorenni, possono essere ammessi come “Soci Aggregati” ove dimostrino interesse agli scopi della Pro Loco Dervio. Essi fanno parte dell’Associazione sotto la diretta responsabilità di un “Socio Effettivo” presentatore, non hanno diritto di voto nelle Assemblee e non pagano alcun contributo, salvo quelli stabiliti in quanto frequentatori di lezioni, seminari e simili.

a) L’adesione all’Associazione è a tempo indeterminato e non può essere disposta per un periodo temporaneo.

b) Chi intende aderire all’Associazione deve rivolgere espressa domanda al Consiglio di Amministrazione recante la dichiarazione di condividere le finalità che l’Associazione si ripropone e l’impegno di approvarne e osservarne lo Statuto e Regolamenti.

c) Entro 60 (sessanta) giorni dal loro ricevimento, il Consiglio di Amministrazione deve provvedere in ordine alle domande di ammissione; in assenza di un provvedimento di accoglimento della domanda entro il termine predetto, si. intende che essa è stata respinta. In caso di diniego espresso, il Consiglio di Amministrazione non è tenuto ad esplicitare le motivazioni di detto diniego.

d) Chiunque aderisca all’Associazione può in qualsiasi momento notificare la sua volontà di recedere dal novero dei partecipanti all’Associazione stessa; tale recesso ha efficacia dall’inizio del secondo mese successivo a quello nel quale il Consiglio di Amministrazione riceva la notifica della volontà di recesso.

e) In presenza di gravi motivi, oltre che per mancato o ritardato pagamento della quota associativa, il Socio può essere escluso con deliberazione del Consiglio di Amministrazione. L’esclusione ha effetto dal trentesimo giorno successivo alla notifica del provvedimento di esclusione, il quale deve contenere le motivazioni per le quali l’esclusione sia stata deliberata. Nel caso che l’escluso non condivida la ragione dell’esclusione, egli ha diritto di far riesaminare la sua posizione dall’Assemblea Generale dei Soci. In tal caso l’efficacia della deliberazione di esclusione è sospesa fino alla pronuncia dell’Assemblea.

f) L’appartenenza alla Pro Loco Dervio ha carattere libero e volontario, incompatibile quindi con qualsiasi forma di lavoro subordinato, e autonomo; le prestazioni fornite dal Soci sono gratuite, gli stessi sono tenuti al rispetto del presente Statuto e delle risoluzioni prese dagli organi rappresentativi secondo, le competenze statutarie, oltre che da un comportamento corretto sia nelle relazioni interne che con altri Soci che con terzi.

6) ORGANI DELL’ASSOCIAZIONE

Sono organi della Pro Loco Dervio:

Ø l’Assemblea del Soci

Ø il Presidente

Ø il Vice Presidente

Ø il Segretario

Ø l’Economo Cassiere

Ø il Consiglio di Amministrazione

Ø il Collegio Revisore dei Conti.

7) L’ASSEMBLEA DEI SOCI

a) L’Assemblea dei Soci, organo sovrano dell’Associazione, è composta da tutti gli aderenti alla Pro Loco Dervio risultanti in regola con il pagamento della quota associativa relativa all’anno in cui l’Assemblea viene convocata.

b) Hanno diritto di partecipare all’Assemblea, sia “ordinaria” che “straordinaria”, i Soci “Effettivi”, “Onorari”, “Fondatori”, “Vitalizi”, “Benemeriti” e “Aggregati”.

c) Hanno diritto di voto e ad essere eletti: i “Soci Effettivi” a condizione che all’atto della convocazione dell’Assemblea abbiano almeno 6 (sei) mesi di anzianità di iscrizione e abbiano compiuto iI 18° anno di età; i “Soci Fondatori”, i “Soci Vitalizi” ed i “Soci Benemeriti”. Anche per i “Soci Fondatori”, i “Soci Vitalizi” ed i “Soci Benemeriti” vale la condizione che abbiano compiuto il 18° anno di età.

d) L’Assemblea si riunisce almeno una volta l’anno, entro il 31 gennaio, per l’approvazione del bilancio consuntivo e del bilancio preventivo. Inoltre, sia in sede “ordinaria” che “straordinaria” è convocata dal Presidente ogni qualvolta ne ravvisa la necessità o quando ne è fatta richiesta motivata da almeno un decimo degli associati, ovvero da almeno la metà più uno dei Consiglieri in carica, ovvero ancora dal Collegio dei Revisori dei Conti.

e) In sede “ordinaria” l’Assemblea è regolarmente costituita – in prima convocazione – con la presenza di almeno la metà più uno dei Soci aventi diritto di voto; in seconda convocazione, da tenersi almeno un’ora dopo, è valida qualunque sia il numero degli aventi diritto di voto. Sia in prima convocazione che in seconda convocazione, l’Assemblea delibera a maggioranza di voti.

f) In sede “straordinaria” l’Assemblea è regolarmente costituita – in prima convocazione – con la presenza di almeno la metà più uno dei Soci aventi diritto di voto e delibera a maggioranza di voti; in seconda convocazione, da tenersi almeno un’ora dopo, è valida la presenza di almeno un terzo dei Soci aventi diritto di voto e delibera con la metà più uno dei voti espressi.

g) Sono ammesse deleghe di voto da conferirsi per iscritto esclusivamente ad altro Socio; è vietato il cumulo delle deleghe nel numero superiore a due e non sono ammessi voti per corrispondenza.

h) Normalmente l’Assemblea vota per alzata di mano; su decisione del presidente e per argomenti dl particolare importanza, la votazione può essere effettuata a scrutinio segreto. In tal caso il Presidente può scegliere tre scrutatori tra i presenti.

i) All’Assemblea spettano i seguenti compiti:

Ø in sede “ordinaria” provvedere alla nomina del Consiglio di Amministrazione, e del Collegio dei Revisori dei Conti, ivi compresi quelli supplenti;

· fissare, su proposta del Consiglio di Amministrazione, l’entità delle annuali quote associative;

·delineare gli indirizzi generali dell’attività dell’Associazione;

· approvare i regolamenti che disciplinano lo svolgimento dell’attività dell’Associazione;

· deliberare sull’eventuale destinazione di utili o avanzi di gestione comunque denominati, nonché di fondi, riserve o capitale durante la vita dell’Associazione stessa, qualora ciò sia consentito dalla legge e dal presente Statuto;

· deliberare sui bilanci consuntivi e preventivi;

· deliberare ogni altro argomento di carattere ordinario sottoposto alla sua approvazione dal Consiglio di Amministrazione;

Ø in sede “straordinaria”

· deliberare sulle modifiche del presente Statuto;

· deliberare sullo scioglimento e la liquidazione dell’Associazione e la devoluzione del suo patrimonio;

· deliberare ogni altro argomento di carattere straordinario sottoposto alla sua approvazione dal Consiglio di Amministrazione.

j) Sia l’Assemblea “Ordinaria” quanto quella “Straordinaria” è convocata con un preavviso di almeno 20 (venti) giorni, mediante invito da inviarsi a tutti i Soci a mezzo del normale servizio postale: In caso di comprovata urgenza, il termine ai preavviso può essere ridotto a 10 (dieci) giorni.

k) Delle riunioni assembleari viene redatto verbale, debitamente firmato dal Presidente e dal Segretario, ed eventualmente dagli scrutatori qualora vi siano state votazioni a scrutinio segreto.

l) Le delibere assembleari saranno rese note a tutti gli associati previa affissione nella Sede Sociale.

8 ) IL PRESIDENTE

a) Il Presidente, eletto dal Consiglio di Amministrazione nel suo seno, rappresenta legalmente la Pro Loco Dervio di fronte a terzi e anche in giudizio. Dura in carica 4 (quattro) anni ed è rieleggibile. Su deliberazione del Consiglio di Amministrazione, conferisce sia a Soci che a terzi procure speciali o ad negotia per determinati atti o categorie di atti.

b) In caso di delega, assenza o impedimento è sostituito dal Vice Presidente o, in sua assenza o impedimento anche di quest’ultimo, dal Consigliere più anziano di associazione.

c) Al Presidente, sulla base delle direttive emanate dal Consiglio di Amministrazione, al quale comunque riferisce circa l’attività compiuta, compete l’ordinaria amministrazione dell’Associazione; in casi eccezionali di necessità e urgenza, il Presidente può anche compiere atti di straordinaria amministrazione, ma in tal caso deve contestualmente convocare il Consiglio di Amministrazione per la notifica del suo operato.

d) Il Presidente convoca e presiede l’Assemblea ed il Consiglio di Amministrazione, ne cura l’esecuzione delle relative deliberazioni, sorveglia sul buon andamento amministrativo dell’Associazione, verifica l’osservanza dello Statuto e dei Regolamenti, ne promuove la riforma ove se ne presenti la necessità.

e) Il Presidente cura la predisposizione del bilancio consuntivo e preventivo da sottoporre per l’approvazione al Consiglio di Amministrazione e poi all’Assemblea dei Soci, corredando detta documentazione di Idonee relazioni.

f) Ove in corso di mandato intenda rinunciare al proprio incarico dovrà darne – per iscritto – tempestiva comunicazione al Consiglio di Amministrazione competente ad esprimersi – a maggioranza – circa l’accettazione o meno. Detta rinuncia ha comunque effetto solo dopo l’ufficiale nomina del subentrante da parte dell’Assemblea dei Soci.

g) Pertanto, sino ad avvenuto avvicendamento e conseguente regolare consegna a mani del subentrato di tutta la documentazione sociale nonché di un rendiconto delle operazioni economico-finanziarie compiute nella frazione di esercizio di competenza, il Presidente dimissionario continuerà ad assolvere a tutte le incombenze di ordinaria amministrazione.

9) IL VICE PRESIDENTE

Il Vice Presidente, eletto dal Consiglio di Amministrazione nel suo seno, sostituisce il Presidente in ogni sua attribuzione ogni qualvolta questi sia impedito all’esercizio delle proprie funzioni. II solo intervento del Vice Presidente costituisce per i terzi prova dell’impedimento del Presidente.

10)IL SEGRETARIO

Il Segretario, eletto dal Consiglio di Amministrazione nel suo seno, svolge la funzione di verbalizzazione delle adunanze dell’Assemblea e del Consiglio di Amministrazione; coadiuva il Presidente ed il Consiglio di Amministrazione nell’espletamento delle attività esecutive che si rendano necessarie o opportune per il funzionamento dell’amministrazione dell’Associazione. Cura la tenuta del libro verbali dell’Assemblea, del Consiglio di Amministrazione, nonché del libro degli aderenti all’Associazione.

11)L’ECONOMO CASSIERE

L’Economo Cassiere, eletto dal Consiglio di Amministrazione nel suo seno, cura la gestione della cassa dell’Associazione e ne tiene la contabilità, effettua le relative verifiche, controlla la tenuta dei libri contabili, predispone – dal punto di vista contabile – il bilancio consuntivo e quello preventivo accompagnandoli con idonee relazioni contabili.

12)IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

a) La Pro Loco Dervio è amministrata da un Consiglio di Amministrazione composto, a scelta dell’Assemblea su proposta della stesso Consiglio di Amministrazione, da un minimo di 12 a un massimo di 20 membri, compreso il Presidente.

b) Dura in carica 4 (quattro) anni; i Consiglieri sono rieleggibili e da tale nomina non consegue alcun compenso, salvo il rimborso delle spese documentate per ragioni dell’ufficio ricoperto.

c) In caso di dimissioni o decesso di un membro del Consiglio di Amministrazione subentra il Socio che nell’ultima Assemblea elettiva ha riportato il maggior numero di voti. Nel caso di due o più Socl a parità di voti la scelta cadrà sul Socio che vanta maggiore anzianità di iscrizione all’Associazione. In mancanza di questo, il Consiglio di Amministrazione provvederà a cooptare un nuovo membro sottoponendo la decisione a ratifica della successiva Assemblea Ordinaria.

d) Il Consiglio di Amministrazione si riunisce, con sedute pubbliche e sempre in unica convocazione con la presenza di almeno la metà più uno dei facenti parte, possibilmente una volta al mese e comunque ogni qualvolta il Presidente lo ritenga necessario o quando lo richieda almeno un terzo dei componenti il Consiglio stesso.

e) Per quanto concerne le modalità per la convocazione del Consiglio, salvo che non sia prevista una determinata periodicità, si provvederà a darne avviso ai diretti interessati – con congruo anticipo – a mezzo del normale servizio postale.

f) Le sedute e le deliberazioni del Consiglio di Amministrazione sono fatte constare dal processo verbale sottoscritto dal Presidente e dal Segretario che lo redige.

13) IL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

a) Eletti dall’Assemblea e scelti anche tra i non Soci, il Collegio dei Revisori dei Conti si compone di 3 (tre) membri effettivi e di 2 (due) supplenti (questi ultimi subentrano in ogni caso di cessazione di un membro effettivo).

b) Nella seduta di insediamento, indetta dal Presidente della Pro Loco, il Collegio elegge nel suo seno il proprio Presidente.

c) Vigila sull’andamento della gestione economico-finanziaria dell’Associazione.

d) Esegue, anche da parte di singoli suoi membri, verifiche di cassa e contabili individuando tipi, destinatari e documenti giustificativi della spesa, nonché eventuali scostamenti dal budgets approvati.

e) Con apposite relazioni collegiali, riferisce al Consiglio di Amministrazione almeno in sede di approvazione dei bilanci.

f) Cura la tenuta del libro delle adunanze del Collegio stesso, partecipa di diritto alle adunanze dell’Assemblea e del Consiglio di Amministrazione con facoltà di parola ma senza diritto di voto.

g) L’incarico di Revisore dei Conti è incompatibile con la carica di Consigliere.

h) Per la durata in carica, la rieleggibilità e il compenso valgono le norme dettate nel presente Statuto per i membri del Consiglio di Amministrazione.

 

14) PATRIMONIO ED ENTRATE DELL’ASSOCIAZIONE

a) Il patrimonio della Pro Loco Dervio è costituito dai beni mobili e immobili che pervengono all’Associazione a qualsiasi titolo, dagli avanzi netti di gestione, dal ricavato dell’organizzazione di raccolte pubbliche di fondi effettuate occasionalmente.

b) La Pro Loco Dervio trae le risorse economiche per il suo funzionamento e per lo svolgimento della sua attività:

Ø dalle quote associative annualmente stabilite e/o dai contributi straordinari degli associati;

Ø dai contributi dei privati;

Ø dai contributi dello Stato, di Enti o di Istituzioni pubbliche;

Ø dai contributi di organismi internazionali;

Ø dai rimborsi derivanti da convenzioni;

Ø da entrate derivanti da attività commerciali e produttive marginali.

e) Fermo restando che l’adesione alla Pro Loco Dervio non comporta obblighi di finanziamento o di esborsi ulteriori rispetto alla prevista quota annua, è comunque facoltà dei Soci elargire contributi straordinari finalizzati alla realizzazione di eventuali particolari iniziative che richiedono disponibilità eccedenti quelle del bilancio ordinario.

f) Le quote associative e le elargizioni di cui al precedente punto b), ad eccezione dei trasferimenti a causa di morte, sono intrasmissibili, non rivalutabili ed a fondo perduto; in nessun caso, e quindi nemmeno in caso di scioglimento dell’Associazione ne di estinzione, di recesso o di esclusione dall’Associazione stessa, può pertanto farsi luogo alla ripetizione di quanto versato.

g) Il versamento non crea altri diritti di partecipazione e, segnatamente, non crea quote indivise di partecipazione trasmissibili a terzi, né successione a titolo particolare né per successione a titolo universale.

15) BILANCIO CONSUNTIVO E PREVENTIVO

a) Gli esercizi della Pro Loco Dervio chiudono il 31 dicembre di ogni anno.

b) In tempo utile, comunque nei termini previsti dal precedente art. 7 – lett.

c) il Consiglio di Amministrazione è convocato per la predisposizione del bilancio consuntivo dell’esercizio precedente e del bilancio preventivo del successivo esercizio, da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea.

d) I bilanci, dai quali devono risultare i beni, i contributi e i lasciti ricevuti, debbono restare depositati presso la Sede dell’Associazione nei 15 (quindici) giorni che precedono l’Assemblea convocata per la loro approvazione, a disposizione di tutti coloro che abbiano motivato interesse alla loro lettura.

16) AVANZI DI GESTIONE

a) All’Associazione è vietato distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione comunque denominati, nonché fondi, riserve o capitale durante la vita dell’Associazione stessa, a meno che la destinazione o la distribuzione non siano imposte per legge.

b) L’Associazione ha l’obbligo di impiegare gli utili o gli avanzi di gestione per la realizzazione delle attività istituzionali ovvero di qualunque altra attività eventualmente esercitata.

17) SCIOGLIMENTO E LIQUIDAZIONE

a) Lo scioglimento della Pro Loco Dervio non potrà essere pronunciato che dall’Assemblea Straordinaria dei Soci che delibera – in prima convocazione –

b) con la metà più uno dei Soci aventi diritto di voto e a maggioranza di voti; in seconda convocazione – trascorsa un’ora – con la presenza di almeno un terzo dei Soci aventi diritto di voto e la metà più uno dei voti espressi.

c) I beni acquisiti dall’Associazione con il concorso finanziario specifico e prevalentemente della Regione o di altro Ente Pubblico sono devoluti ad altra Associazione avente gli stessi fini, ovvero all’ente od organismo turistico eventualmente subentrante o – in difetto – alla civica Amministrazione Comunale.

18) REGOLAMENTO INTERNO

Particolari norme di funzionamento e di esecuzione del presente Statuto

verranno disposte con regolamento Interno da elaborarsi a cura del Consiglio di Amministrazione ed approvato dall’Assemblea dei Soci.

19) RINVIO

Per tutto quanto non espressamente previsto dal presente Statuto si fa rinvioalle norme di legge e ai principi dell’ordinamento giuridico italiano.

Proprietà e Uso delle Castagne

domenica, Gennaio 1, 2012 @ 11:01 PM
aggiunto da admin

Le castagne fresche hanno un elevato contenuto calorico (160 Kcal ogni 100 g di prodotto edibile); il saccarosio (6,7 g/100 g) è in quantità più elevata che in frumento, noci e patate ed è il principale zucchero mentre glucosio, fruttosio e maltosio sono presenti in quantità minime.
Per la ricchezza di glucidi i frutti hanno proprietà energetiche e sono perciò molto efficaci nelle astenie fisiche e intellettuali, per chi pratica sport o è soggetto a stress, mentre sono sconsigliati per i diabetici.

La farina sopperisce, nella preparazione di dolci e minestre, al fabbisogno di carboidrati anche nei soggetti che presentano intolleranza ai cereali.La corteccia e il legno del castagno, come la pelle dei frutti, contengono un’alta percentuale di tannino e le loro proprietà sono di tipo astringente. Per questo sono raccomandate le castagne secche nella cura delle diarree.Le foglie del castagno in infusione sono utilizzate per curare tossi e bronchiti.
L’acqua in cui sono state cotte delle castagne puo’ essere usata dopo lo shampoo per esaltare i riflessi dei capelli biondi.
Al forno o bollite, aiutano a combattere la stanchezza tipica d’inizio autunno perché sono ricche di magnesio e manganese.
Ricche di carboidrati, aminoacidi, sali, vitamine possono essere un gradevole sostituto del pane integrale. Si legano bene con verdure e ortaggi. E’ invece sconsigliata l’associazione con frutta acida, proteine animali, pane, zucchero e vino (anche se l’abbinamento è classico) perché può scatenare fenomeni fermentativi.
Non è così usuale e non a tutti può piacere il sapore della castagna cruda, ma addensa la saliva e forma anticorpi per proteggere dai malanni stagionali, tonifica i muscoli, i nervi e le vene.

Le foglie del castagno, raccolte in aprile e maggio, possono essere usate come rimedio per la tosse perché sono sedative e danno sollievo. Basta mettere in un litro di acqua bollente una manciata di foglie essiccate, filtrare bene e bere l’infuso.
Il fiore verde/giallo del castagno, che sboccia all’inizio dell’estate, secondo la fitoterapia di Bach aiuta a rinascere: si chiama Sweet Chestnut ed è efficace, se ci si crede, soprattutto per restituire la speranza nei momenti di sconforto.
Si può rinforzare lo scheletro e curare i reumatismi facendo bollire in due litri di acqua due manciate di foglie fresche di castagno e una decina di ricci, per venti minuti; aggiungere il tutto nell’acqua della vasca, facendo questo bagno almeno due volte alla settimana.
La polpa della castagna, cotta e setacciata, ha un effetto emolliente se applicata sulla pelle; la corteccia dell’albero invece, incisa, staccata e fatta seccare (in primavera o in autunno, i periodi di riposo della pianta) ha un effetto astringente e decongestionante.
Il macerato di gemme di castagno, ottenuto dai tessuti embrionali in crescita della pianta è un utile ricostituente per essere più energici e ricaricarsi nei periodi di stress.

Dal legno si ricava, per distillazione, alcool metilico (spirito di legno); il legno è inoltre impiegato nella produzione di pasta di cellulosa. Sovente l’interno dei tronchi di castagno si infradicia in un composto terroso e scuro, per effetto della carie; si forma così un prezioso terriccio per giardinieri (la cosiddetta terra di castagno), che viene usato nell’invaso di piante richiedenti terreni soffici e ricchi di humus.

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La coltivazione e la raccolta delle castagne

domenica, Gennaio 1, 2012 @ 11:01 PM
aggiunto da admin

raccolta castagneIl castagno era considerato fonte di alimento fondamentale per le popolazioni della montagna.
Veniva innestato e potato regolarmente, si ripulivano le piante del sottobosco che avrebbero potuto danneggiarlo, si estirpavano le erbacce, il terreno veniva pulito, concimato, e falciato con cura. Si utilizzavano semplici attrezzi per lavorare la selva, cioè i boschi di castagni: il rastrello, la falce, la scopa  realizzata con ramoscelli di betulla.
Se gli alberi si trovavano su terreni ripidi, per favorire la raccolta delle castagne  si preparavano, in fondo alla selva, delle siepi con fascine di legna e questo per permettere alle castagne cadute di raccogliersi e non rotolare troppo in basso, disperdendosi lungo i pendii o rotolando in proprietà altrui.

La raccolta delle castagne iniziava solitamente tra la fine di settembre e la prima settimana di ottobre e continuava fino a novembre. Al proprietario della selva spettava il raccolto e, tutta la sua famiglia era impegnata nel lavoro.
raccolta castagneLa raccolta avveniva principalmente a mano. I ricci che rimanevano chiusi si battevano con l’aiuto di rastrelli (sbatador, rastrello senza denti) e bastoni (batidor, mazzuolo con manopola di traverso). Le castagne si mettevano dapprima in ceste e panieri di vimini intrecciati (cavagnöi) e in qualche piccola gerla (berla) per poi essere messe in grosse balle di juta.
La raccolta veniva fatta esclusivamente nella propria selva; nessuno osava raccogliere le castagne nella proprietà altrui, perché, colti sul fatto, si veniva allontanati con rimproveri e minacce o, addirittura, a sassate.
Chi era in possesso di molte selve ne cedeva una parte a un’altra famiglia in cambio di un modesto compenso.
Solo dall’undici di novembre la raccolta era libera e le selve erano aperte a persone e bestiame. Le persone munite di cesti e sacchi raccoglievano castagne ovunque ne trovassero; era consentita la spigolatura delle castagne nelle selve e nei prati.
Nel periodo della maggior caduta i contadini si recavano due o più volte al giorno nella selva: facevano questo lavoro per 2 o 3 settimane. Le donne avevano un piccolo sacco che legavano  alla vita e quando era pieno lo svuotavano nella gerla.
Ai ragazzi spesso veniva assegnato il compito di raccogliere le castagne: essi si recavano nelle selve muniti di ceste al mattino, prima di andare a scuola, e al pomeriggio dopo le quattro, finite le ore di lezione.

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Lavorazione delle Castagne

domenica, Gennaio 1, 2012 @ 11:01 PM
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Essiccatura delle castagne
schema essicatoioDopo la raccolta, le castagne venivano portate all’essiccatoio (caselèt di castegn o secadùu) a seccare sui graticci (graa): era una piccola baita in muratura, formata da quattro muri in pietra, un tetto solitamente coperto da paglia, per esigenze di tiraggio, ma talvolta anche da lastre di pietra, con un alto locale diviso a metà in verticale da un pavimento formato da un graticcio (da qui il nome graa) sul quale venivano sistemate le castagne. La graa era formata da una serie di travi come quelle che sostengono i soffitti delle abitazioni normali, poste a un’altezza da terra che varia dai due metri e mezzo fino ai tre metri.
Sulle travi si posavano senza fissarli listelli di nocciolo (scudech) o rami di castagno (come nell’essiccatoio di Genico a Lierna), collocandoli abbastanza vicini per impedire la caduta delle castagne, ma abbastanza distanti per consentire il passaggio dell’aria calda, generata dal fuoco che veniva poi acceso a terra.
Le dimensioni dell’essiccatoio variavano da 2 a 4/5 metri di lato in rapporto alla quantità di castagne che il fondo poteva produrre, e potevano contenere circa 10/15 gerle da 30 kg di castagne, circa 4 quintali.
L’essiccatoio poteva essere ad un solo vano e in questo caso le castagne venivano scaricate vada una finestra esterna, aperta più in alto del graticcio. Se invece presentava un vestibolo nel quale si potevano depositare attrezzi, vestiti da lavoro, cibarie ecc., la graa era accessibile da questo con una scala a pioli.
Via via che la raccolta procedeva le castagne venivano scaricate sul graticcio e distribuite a formare uno strato uniforme. Lo strato delle castagne sul graticcio non doveva essere inferiore ai 40 cm, perché una parte del calore si sarebbe dispersa senza essere utilizzata, e non doveva superare i 60 cm perché la temperatura nella zona superficiale non sarebbe stata sufficiente all’essiccamento e l’umidità prodotta dalle castagne avrebbe favorito il rapido sviluppo di muffe.

funzionamento essiccatoioL’essiccamento avveniva in questo modo: nel locale sottostante c’era un braciere dentro il quale si mettevano a bruciare grossi ceppi (sciòcch) mescolati alle bucce secche delle castagne (pell di castegn) dell’anno precedente per soffocare la fiamma. Il calore distruggeva in breve le larve della Carpocapsa splendana (verme delle castagne). Ceppi e bucce alimentavano il fuoco, le bucce regolavano la combustione dei ceppi in modo che “el brasàss “, cioè bruciasse senza fiamma, ma con tanto fumo.
Il fuoco doveva funzionare regolarmente e produrre fumo per dare alle castagne il giusto aroma. Se si sviluppava una fiamma troppo alta le castagne bruciavano; se il calore era troppo scarso, le castagne non essiccavano bene e rischiavano di ammuffire nel corso dell’inverno.

Nei tempi precedenti la prima guerra mondiale la maggior parte delle famiglie andava a vivere nell’essiccatoio portando con sé soltanto la padella per fare le caldarroste, il paiolo per far bollire le castagne e il bariletto per l’acqua; per tutta la durata della raccolta non mangiava altro.
Attorno al rustico focolare si raccoglieva un tempo l’intera famiglia e, mentre si seguiva con attenzione l’essiccamento delle castagne, si cucinava nella marmitta appesa alla catena che pendeva dalla graa.
L’essiccatura delle castagne era un’operazione piuttosto difficile perché occorreva girare spesso i frutti per non farli seccare troppo.
La durata dell’essiccazione variava dai 20 ai 30 giorni. Dopo le prime due settimane di fuoco si procedeva al rivolgimento delle castagne sul graticcio. Le castagne venivano scaricate dalla graa avendo l’avvertenza di tenere grossolanamente divisi lo strato superiore da quello inferiore in modo da poterla ricaricare in posizione invertita. Le operazioni di essiccazione poi riprendevano fino a completamento. Piccole quantità di castagne si potevano essiccare anche in casa: si mettevano nei cesti e si appendevano nella cappa dei camini così che ricevevano calore e fumo. Oppure si realizzava un ripiano di scodech come prolungamento della mensola del camino che fungeva da piccola graa.

filet castagneUn altro sistema per conservare le castagne era la produzione di filét. Il filét si faceva infilando le castagne fresche con uno spago; in questo modo, si formava una collana anche molto lunga che veniva poi essiccata appendendola a una parete o sui balconi.

Un altro metodo di essiccazione era l’uso del caniccio o metato. Il caniccio era una sorta di piccola casetta, dove a livello del terreno era sempre acceso un fuoco di legna di castagno e a circa 2 metri di altezza erano poste le castagne ad essiccare su un piano costruito da pali, sempre di castagno. In questo modo con il calore del fuoco sottostante le castagne in circa 20 giorni si essiccavano.

Pestatura e Vagliatura delle Castagne
pestatura castagneQuando le castagne erano secche si procedeva alla battitura per separare il frutto dalla buccia secca.
Radunati intorno ad un grande ceppo o vicino ai gradini della abitazione,  i proprietari delle castagne cominciavano ad infilarle in speciali “sacch de tela de ca”, tessuti appositamente con canapa grossa affinché fossero più robusti possibile.
Erano stretti e lunghi 60/70 centimetri, alla estremità interna venivano cucite due palle di stracci, si riempivano a metà poi, uno per mano, venivano battuti sul ceppo o sui gradini con movimenti ritmici da tutti i partecipanti.
Dopo una decina di minuti i sacchetti venivano svuotati e si procedeva all’altra importante operazione: la vagliatura. Con il val, cesto semipiatto a largo ventaglio che, tenuto per i manici e scrollato con gesti sapienti, con un’operazione faticosa e monotona, faceva cadere la scorza per terra, mentre le castagne restavano al suo interno. Il vaglio veniva usato dalle donne che, con abilità, lo agitavano con brevi e rapidi movimenti ritmici in alto e in basso, a destra e a sinistra.
La mazza o spadija era un ceppo cilindrico o quadrato di quasi mezzo metro di diametro o lato, spesso 15-20 cm e munito di un manico ricurvo. La faccia inferiore aveva una superficie dentata con sporgenze a forma di tronco di piramide. Veniva manovrata abilmente con un movimento ritmico, simile a quello del pendolo.

Terminata l’operazione di vagliatura la castagna doveva presentarsi senza la pellicina e questo significava che il lavoro era stato fatto bene.
Non sempre si usava battere le castagne con i sacchetti di tela di canapa. A volte si usava un grosso ceppo di castagno scavato al centro a mo’ di mortaio e si battevano dall’alto in basso con il pesta castegn: un apposito pestello di legno, verticale con una traversa per manopola, in fondo al quale erano conficcati dei chiodi che servivano appunto a rompere il guscio delle castagne.
Altre volte questa specie di mortaio era costituito da una grossa pietra scavata, la cosiddetta pila. Tuttora se ne trovano alcune in disuso anche nelle nostre frazioni, a volte utilizzate come fioriere.

Cernita delle Castagne
castagne biancheL’ultima operazione di cernita, eseguita in genere dalle donne, veniva fatta più tardi durante le sere autunnali, spargendo le castagne su grandi tavoli per selezionare le castagne a seconda delle dimensioni e dello stato di integrità dopo la pestatura, per eliminare quelle marce o intaccate dal verme che venivano date ai maiali o, bollite, alle mucche, e per togliere i residui di sansa (camisa).

Le castagne venivano anche passate in appositi setacci  a trame differenti appesi alle travi dei soffitti, per ripulirle definitivamente dai residui: quelle che avevano ancora il guscio o la pellicina interna dovevano essere battute un’altra volta.

Infine si mettevano da parte, riposte in apposite cassapanche, quelle bianche e grosse, divise in due parti a seconda della pezzatura in quanto quelle più grosse impiegavano più tempo a bollire.

Le “castagne bianche” erano il prodotto finale, pronte per essere utilizzate per tutto l’inverno: insaccate e vendute, andavano a formare la parte più consistente del misero reddito dei contadini, mentre, cucinate, ne costituivano la base alimentare.

La Farina di Castagne
macinatura castagneMacinate in mulini ad acqua con macine di pietra opportunamente scanalate, le castagne diventavano una farina da impiegare come succedaneo delle più costose farine di cereali nella preparazione di polenta, focacce, pasta e zuppe.
Generalmente la farina di castagne veniva adoperata aggiungendo acqua ed un pizzico di sale e dopo un’opportuna amalgamatura era pronta per i diversi tipi di cottura ed era ingrediente di base per molti piatti poveri tipici del Lario e, più in generale, di tutte le zone in cui il castagno è diffuso.

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IL SENTIERO DEL VIANDANTE
Cenni Storici

domenica, Gennaio 1, 2012 @ 10:01 PM
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sdv gradini scavati nella rocciaL’attuale denominazione è stata coniata nel 1992 dall’Azienda di Promozione Turistica del Lecchese che ha riscoperto e sistemato, a uso turistico ed escursionistico, l’antico percorso che univa Lecco all’inizio della Valtellina utilizzando una dizione presente ad Abbadia e Mandello almeno dal 1859.
Quello che oggi chiamiamo Sentiero del Viandante era infatti originariamente un sistema viario non univoco, formato da sentieri chiamati con nomi diversi (via Ducale, via Regia, Strada dei Cavalli, via dei Viandanti, Napoleona) che collegavano localmente tra loro i vari borghi senza nessuna velleità di sviluppo viario unitario: i grandi traffici commerciali avvenivano infatti utilizzando la più comoda via lago, sfruttando i venti costanti che alla mattina spirano da nord verso sud e al pomeriggio in senso contrario.
Questo sistema di sentieri veniva invece usato dai viandanti, dal piccolo commercio locale, per piccoli spostamenti, come collegamento tra le varie roccaforti e torri di avvistamento dislocate a mezzacosta lungo il lago: infatti, fino all’inizio dell’Ottocento, la via migliore per raggiungere la Valtellina era considerata quella che da Lecco saliva a Ballabio, percorreva la Valsassina e raggiungeva Bellano, dove si ricollegava al percorso lungo la sponda del lago.

Nel 1606 l’ingegner Tolomeo Rinaldi fu incaricato dal governatore spagnolo del Ducato di Milano, il duca di Fuentes, di progettare una strada che unisse Milano al Forte di Fuentes, appena costruito vicino a Colico a difesa del confine con i Grigioni. L’ingegnere scartò l’ipotesi di sistemare la strada sulla sponda occidentale, ritenendola disastrata e troppo costosa da allargare per consentire il passaggio di un cavallo someggiato; scartò anche, a causa delle difficoltà dovute alla complessa orografia, l’idea di proseguire oltre Bellano lungo il percorso rivierasco e propose di seguire la via della Valsassina: che questa, tra Lecco e Bellano, fosse la via più facile, anche se non la più corta, è attestato anche dal fatto che fu scelta nell’autunno del 1629 dai Lanzichenecchi (28.000 uomini) al servizio dell’imperatore Ferdinando II d’Asburgo diretti, attraverso il Ducato di Milano, all’assedio di Mantova .
Il loro passaggio per queste terre è ricordato da Manzoni alla fine del capitolo XXVIII dei Promessi sposi: “Colico fu la prima terra del ducato, che invasero que’ demoni; si gettarono poi sopra Bellano; di là entrarono e si sparsero nella Valsassina, da dove sboccarono nel territorio di Lecco”.

Anche se non era considerata la migliore e  frutto di un progetto non unitario, una via di terra lungo la sponda orientale del lago di Como doveva esistere: lo storico Pietro Pensa la fa risalire all’epoca romana, ma secondo altri (ad esempio secondo Albano Marcarini) si tratta solo di una congettura. Nei documenti medievali dei comuni di Bellano, Dervio e Lecco (fine del XIV secolo) si fa riferimento a una strada pubblica costiera, ma si tratta, come dice ancora Albano Marcarini, di “citazioni frammentarie anche se interessanti”. Al 1606 risale il mai attuato progetto di sistemazione dell’ingegner Rinaldi. In alcuni documenti notarili del Settecento si fa riferimento, per un lungo tratto del percorso, a una via Regia o Ducale ma tale strada non è menzionata sui documenti cartografici dello stesso secolo (che però trascurano anche la Strada Regina). Durante l’epoca napoleonica (1796-1815) alcuni tratti dell’itinerario verranno sistemati o migliorati (da questo deriva il nome di Napoleona con cui la via è nominata in alcuni tratti).

Dopo la costruzione della strada militare lungo la riva del lago, inaugurata nel 1832, i vecchi percorsi perdono di importanza e cadono nell’oblio, per essere in seguito riscoperti, nella seconda metà del 1900, a scopo turistico.

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Fonti
Albano Marcarini, “Il Sentiero del Viandante”
APT Lecco, “Sentiero del Viandante”

Il Castagno

domenica, Gennaio 1, 2012 @ 09:01 PM
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Specie Castanea Sativa, appartenente, insieme alle querce e ai faggi, alla famiglia delle Fagaceae.
Originario dell’Asia Minore e introdotto in Europa Occidentale dai Romani, è un albero longevo, alto in media dai 15 ai 20 metri, capace di raggiungere anche 30-35 m di altezza e 6-8 m di circonferenza.
E’ presente nelle regioni montuose temperate fra i 300 e i 1000-1200 metri, a seconda della latitudine. Amante del sole pieno, vegeta meglio in posizioni esposte a nord/nord-est poiché meno soggette ai periodi di siccità estivi e con minori escursioni termiche. Vive di norma in zone con almeno 30 mm di piogge nei mesi estivi: con meno precipitazioni la produzione può essere fortemente ridotta. Il castagno esige una temperatura superiore a +10°C per almeno sei mesi. Resiste, comunque, bene alle basse temperature invernali (anche –20-25°C).
Le foglie sono caduche, la forma è ellittico-lanceolata, dentate ai bordi, misurano da 8 a 20 cm in lunghezza e da 3 a 6 cm in larghezza.
La loro consistenza è piuttosto tenace, quasi coriacea.

Fiori Castagne
I fiori, riuniti in infiorescenze (amenti), sono formati da fiori unisessuali  che si evolvono solo a fogliazione completa; i fiori maschili sono portati in infiorescenze lunghe; i fiori femminili, solitari o aggregati in numero da 2 fino a 7, sono localizzati alla base delle infiorescenze e protetti da un involucro verde, squamoso, destinato a costituire il riccio.
La fioritura si verifica fra inizio giugno e metà luglio in funzione della latitudine e delle condizioni stagionali.  I frutti (acheni), sono generalmente 3 inclusi in un riccio spinoso. I laterali sono emisferici mentre quello centrale è appiattito per cause genetiche ed anche per la posizione all’interno del riccio.
Le castagne vuote sono dovute ad una cattiva impollinazione

CULTIVAR MARRONI: Caratterizzati da frutti grossi, di forma quadrangolare, in cui la pellicina (episperma) non penetra all’interno. Presentano anche un solo frutto per riccio.La buccia è marrone più o meno scuro con strisce evidenti.
CASTAGNE: frutti poliembrionici in cui la pellicina penetra all’interno. Di questo gruppo fanno parte numerosissime varietà che prendono nomi diversi, anche dialettali, a seconda della zona.
MARRONI FRANCESI: alcuni sono di probabile origine italiana per cui le caratteristiche salienti sono del tutto simili a quelle dei Marroni italiani.
CULTIVAR IBRIDE: ottenute per incroci fra le cultivar europee (principalmente francesi) e il castagno giapponese (C. crenata) e, più recentemente, cinese (C. mollissima).

Nella nostra zona si trovano :

Tempuriva o Augustana: Le prime vengono raccolte già in agosto pronte per la consumazione.Venivano raccolte quando la castagna era ancora chiusa nel riccio, la buccia era tenera e acerba. Venivano solitamente bollite con patate e semi di finocchio.
Caravina: E’ una delle più buone, dal gusto dolce.
Gualdàn: E’ una castagna di notevoli dimensioni che matura ovunque, ma non essendo innestata è di qualità scadente, non rilascia la pellicina ed è destinata al bestiame.
Marùn: E’coltivata nelle zone rivierasche, è di color marrone chiaro e di grosse dimensioni, è una delle più dolci e apprezzate.
Salvàdegh o salvadegòtt: E’ prodotta da alberi non curati né innestati ed è piccola, senza particolari caratteristiche ma molto saporita se mangiata abbrustolita.
Topia: Piccola, scura, adatta alla conservazione perchè resistente all’attacco dei parassiti.

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Ricettario – Of Strapazzaa cul Furmagell (Uova strapazzate con il formagello)

domenica, Gennaio 1, 2012 @ 08:01 PM
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Ingredienti

2 uova
1 cucchiaio di olio
1 cucchiaio di burro
1 manciata di furmagell (tagliato fine)
Sale

Procedimento

Olio, burro in una pentola bassa. Rompere le uova con una forchetta e versarle nella pentola. Unire il furmagell e mescolare fino a quando fonde, salare. Tempo di cottura 10 minuti.

A cura di Carluccia Boschi (Nonna Carluccia)

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Ricettario – Balota de Pulenta(Palla di polenta)

domenica, Gennaio 1, 2012 @ 08:01 PM
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Ingredienti

1 fetta di polenta
60 gr. di furmagell
50 gr. di gorgonzola

Procedimento

Tagliare una fetta di polenta e adagiarvi sopra i formaggi tagliati a cubetti piccoli, con le mani formare una palla leggermente schiacciata. Cuocerla sulla graticola per 15 minuti. In alternativa alla graticola, passare in forno a 180° per 15 minuti.

A cura di Carluccia Boschi (Nonna Carluccia)

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